L’Atelier Hermès: una finestra sulla creatività asiatica
Seoul. Con il supporto della Fondazione d’impresa Hermès, l’Atelier Hermès di Seoul presenta, fino al 4 ottobre, l’annuale «Missulsang exhibition».
La Fondazione, istituita nel 2008 dalla ultracentenaria casa di moda francese, promuove la tradizione della lavorazione del tessuto artigianale, la creatività e le arti visive, l'educazione e lo sviluppo sociale non solo della Francia ma anche dei Paesi in cui opera e produce i suoi capi.
La «Missulsang exhibition», giunta quest’anno alla dodicesima edizione, espone lavori inediti di tre artisti coreani emergenti, selezionati da un comitato scientifico coreano e internazionale, con il supporto esclusivo della griffe francese.
Quest’anno i finalisti sono Sangdon Kim, Onejoon Che e il collettivo Part-time Suite.
Utilizzando fotografia, scultura, istallazione, performance, video e un’estetica interventista e dialogica, il lavoro di Sangdon Kim propone le incongruenze culturali e geografiche che l’artista ha ricercato in differenti realtà locali della Corea del Sud. La sua opera è influenzata da una visione astuta dei contesti macroeconomici e socio-politici succeduti ai conflitti della Guerra Fredda fino al nuovo paradigma dell’economia neoliberale.
Una chiara visione socio-politica appare anche nel lavoro di Onejoon Che, divenuto famoso nel 2005 per aver fotografato un bunker militare sotterraneo a Yeouido, prosegue un’attenta disamina dei non-luoghi che fanno parte del reale senza averne una validità condivisa.
Il collettivo Part-time Suite, composto da Park Jaeyoung, Lee Miyeon e Lee Byungjae, nasce sulla base delle discussioni critiche che i tre artisti conducevano da tempo sulle condizioni socio-economiche dello status di artista in Corea del Sud. Attraverso le opere, il collettivo ricrea situazioni paradossali che denunciano le limitazioni e le difficoltà che l’artista incontra nella produzione dell’opera e propone questioni sulle dinamiche interne del gruppo, come l’autonomia, lo scambio, la firma multipla.
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