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L’antica città guarda al domani

  • Pubblicato il: 09/09/2011 - 09:52
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani

Roma. Cinque sezioni, 39 appuntamenti e 150 artisti di 20 paesi. Questi i numeri della 26° edizione di «Romaeuropa Festival», dedicato ai diversi linguaggi della creatività contemporanea. Organizzato dalla Fondazione Romaeuropa si svolgerà in più sedi, dal 7 ottobre al 30 novembre. L’evento, creato nel 1984 da Monique Veaute per volontà dell’allora direttore dell’Accademia di Francia a Roma, Jean-Marie Drot, con il nome di «Festival di Villa Medici», è nato in concomitanza con l’Associazione degli Amici di Villa Medici, costituitasi nel 1986 come Fondazione Romaeuropa. Una realtà che opera a livello italiano ed europeo nell’ambito della promozione e diffusione di arte, teatro, danza e musica contemporanea, come crocevia di scambi culturali a livello mondiale.

Presidente, dall’aprile scorso, è la stessa Monique Veaute, che è succeduta a Giovanni Pieraccini, oggi presidente onorario. La presente edizione del festival, intitolata «Try the impossible», è diretta da Fabrizio Grifasi, prodotta da Fondazione Romaeuropa in collaborazione con Telecom Italia, sostenuta dal Ministero per i Beni e Attività Culturali, Comune e Provincia di Roma, Regione Lazio, Camera di Commercio, Fondazione Roma e Università Roma Tre. Sostenitori, media partner e sponsor tecnici quali Britsh Council, Artribune, Virgilio Aesperta Group. Un esempio «dell’eccellenza del rapporto tra privato e pubblico - dichiara Veaute, che aggiunge – considero da sempre la collaborazione con le imprese un motore in termini d’innovazione, gestione e comunicazione. La nostra alleanza strategica con Telecom Italia ci ha aperto nuove strade verso il mondo della creazione tecnologica. Strade che per noi rappresentano la grande svolta di questi ultimi tre anni e l’autostrada verso il futuro».

Ad aprire il festival è la sezione «Scene», dedicata a danza e teatro. Amicizia, pulsione erotica, fratellanza e seduzione sono alcuni dei temi indagati da coreografi e drammaturghi quali Saburo Teshigawara, Peter Brook , Trisha Brown, Jan Fabre e Romeo Castellucci. «DNA: Danza Nazionale Autoriale» esamina invece il mondo della coreografia creativa italiana, con spettacoli e dibattiti di Francesca Foscarini, Daniela Albanese, Francesca Pennini e Michele Di Stefano. Non mancano poi le testimonianze dei nostri vicini orientali e nordafricani, protagonisti di «Corpi Resistenti». Danzatori e coreografi come Mahmoud Rabiey e Muhanad Rasheed analizzano l’impulso alla libertà etica ed estetica, che ha recentemente scosso i loro Paesi. Interamente dedicata alla musica, invece, la sezione «Suoni» offre un’esaustiva panoramica delle frange più inedite e sperimentali di questa realtà, con autori quali Zeitkratzer, Mario Brunello, Juste Janulyte, Dirk Roofthooft e Yuval Avital, che esplorano rock, musica classica, contemporanea e contaminazioni tra musica e poesia.

A offrire una panoramica sulle nuove fonti della creatività e sul rapporto tra arte, industria e tecnologie avanzate è, infine, «Digitalife», con le sue 4 aree d’indagine dedicate all’arte, alle parole ,ai suoni e all’industria. Tanti modi, dunque, per indagare i cambiamenti del presente e ridefinire il senso stesso del nostro tempo.

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