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In Italia la politica culturale si fa con i bandi

  • Pubblicato il: 05/03/2013 - 00:38
Autore/i: 
Rubrica: 
BANDI E CONCORSI
Articolo a cura di: 
Chiara Tinonin
Italia d'oro di Luciano Fabro

Sono cifre interessanti ma non impossibili. 900mila euro per il bando «Funder35» promosso dalla Commissione Cultura di Acri attraverso un pool di 10 fondazioni di origine bancaria capitanate da Fondazione Cariplo e 1milione di euro per «ARS. Arte che realizza occupazione sociale» lanciato dalla Fondazione Italiana Accenture sul suo portale ideaTRE60. Sono bandi innovativi, studiatissimi, che erogano risorse importanti in un momento in cui né la pubblica amministrazione, né l’impresa possono garantire piani di finanziamento pluriennali alla cultura.
Eppure non è solo una questione di disponibilità economiche. Questi bandi affermano nero su bianco che è possibile provare a cambiare il nostro modo di guardare alla cultura. Mettono a fuoco obiettivi, opportunità e sfide per la gestione e la valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico e per energizzare la produzione di cultura contemporanea in un’ottica in cui la cultura non è passatempo di qualità, ma un bene comune e un motore importante per la crescita sociale. Come? Indirizzano all’imprenditoria culturale puntando su autosostenibilità, scalabilità e replicabilità dei progetti; sollecitano l’utilizzo delle tecnologie in un mondo che oggi s’informa soprattutto sui social network; investono sulla formazione continua per far uscire le organizzazioni culturali da un’ottica ingegneristica e farle entrare nell’approccio della progettazione strategica.
A inizio 2013 «Funder35» ha concluso la prima edizione premiando ben 15 organizzazioni prevalentemente governate da professionisti under 35, operanti in 7 Regioni del Paese – Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Sardegna, Toscana –, con erogazioni che vanno da un minimo di 20mila euro a un massimo di 90mila euro. A queste si accompagnano attività di formazione e consulenza per la messa a punto del progetto premiato che, per regolamento, non riguarda nuove produzioni culturali ma è orientato a migliorare l’autosostenibilità dell’organizzazione attraverso l’implementazione di nuovi servizi a pagamento, la differenziazione delle competenze con l’acquisto di dotazioni tecnologiche e know-how specifici, l’investimento strutturale per lanciare attività parallele for profit.
Ancora più importante, le 10 fondazioni accompagneranno i vincitori per 3 anni ed è stata istituita una comunità di pratica tra i beneficiari per condividere fabbisogni formativi ed organizzativi. E’ già in cantiere la nuova edizione di «Funder35», prevista per maggio 2013, con uno stanziamento vicino a 1 milione di euro.
«ARS. Arte che realizza occupazione sociale» pone, invece, l’attenzione sui beni culturali (arte, scultura e architettura), offrendo 1 milione di euro al migliore progetto di valorizzazione del patrimonio che generi posti di lavoro, una maggiore fruizione turistica e migliori livelli di servizio per il pubblico, soprattutto con l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei social media. Anche qui, grande attenzione per la messa in piedi di un progetto solido e strutturato: del premio 600mila euro sono a fondo perduto, 300mila euro in attività di consulenza economica e manageriale, 100mila euro per investimenti in marketing e comunicazione. Se per il 2013 è previsto che il tasso di disoccupazione in Italia raggiunga quota 12%, con una percentuale crescente di giovani disoccupati (al dicembre 2012 era il 36,6%, ISTAT), pensare alla cultura come asset strategico in cui generare nuovi posti di lavoro è un’azione di politica culturale là dove ancora la politica non arriva.

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