Innovazione e digitale: sfida o opportunità?
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Rubrica:
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di:
Emanuela Gasca
È stato presentato a Roma lo scorso dicembre il “Rapporto sulla cultura dell’innovazione” di Agi e Censis che affronta il tema dell’innovazione in relazione agli importanti spunti di dibattito dei nostri tempi come la digitalizzazione. Al termine della presentazione la Fondazione Cotec ha premiato 34 realtà italiane simbolo dell’eccellenza del nostro territorio. Cogliamo gli spunti dello studio per riflettere sulla consapevolezza degli italiani rispetto a questi temi, opportunità e sfide per gli anni a venire.
Lo scorso 18 dicembre è stato presentato a Roma alla Camera dei Deputati il Rapporto 2017 di Agi e Censis dal titolo Rapporto sulla cultura dell’innovazione[1]. Il documento fotografa la consapevolezza degli italiani verso questo tema declinato nelle sue diverse accezioni, dal digitale alla sharing economy.
Impatto dell’innovazione, innovazione e trasformazione digitale, trasformazione energetica e innovazione sono infatti le tre parti principali del rapporto in cui si propongono delle piste di riflessione e ci si interroga sul significato che queste sfide hanno assunto nell’anno appena chiuso.
In questo contesto quali sono i sentimenti comuni sul rapporto innovazione e digitale?
Rispetto a questo punto il rapporto sottolinea come siamo in un momento storico in cui le tecnologie fanno parte sempre di più della nostra quotidianità, dalla comunicazione alla fruizione di servizi via web, dall’e-commerce alla fruizione dei territori in forme più o meno virtuali. Esiste però una importante quota di popolazione ancora “fuori rete” che, per via dell’età, della provenienza e del substrato culturale, ancora non fruisce appieno delle opportunità offerte dalla digitalizzazione. Una situazione questa sulla quale riflettere soprattutto se e quando i servizi pubblici saranno accessibili solo via web. In questo caso la quota di chi si affiderà a persone di fiducia copre oltre un terzo del totale. Oltre a loro bisognerà rivolgere attenzione, servizi e momenti di condivisione e formazione a coloro che affermano che non saprebbero assolutamente come affrontare il problema in modo autonomo (23,5%).
In questo senso, oltre all’accesso all’informazione, il digitale focalizza l’attenzione su un altro importante elemento legato alla disintermediazione fra domanda e offerta di beni e servizi in un contesto in cui questo stesso processo potrebbe rappresentare un danno all’economia tradizionale – come afferma il 30,3% del campione intervistato.
Contestualmente sarebbero necessari percorsi di visione da un lato e di formazione dall’altro anche nelle PA in cui sarebbero necessari sforzi importanti per lo sviluppo di competenze e risorse economiche dedicate per la digitalizzazione dei servizi.
Questo tema però non viaggia indipendentemente dal contesto, ma potrà poi avere delle ricadute anche sulla relazione tra innovazione e sociale. Riflessioni queste molto attuali che pongono l’accento sul fatto che l’entusiasmo di alcuni consumatori verso le nuove tecnologie possa non necessariamente trasformarsi in benessere e alto livello di qualità della vita per tutti i cittadini.
Rispetto a questo gli italiani si sono infatti divisi a metà: il 51,4% ritiene che il fenomeno amplifichi i divari sociali, mentre il 47,8% è invece convinto che contribuisca a ridurli.
In questo ambito i giovani hanno risposto con la consapevolezza che questi processi di innovazione riducano i divari sociali per effetto di un abbassamento delle soglie di accesso a determinati beni e servizi, così come gli abitanti delle città più grandi, quasi che la dimensione metropolitana si leghi ad opinioni più ottimistiche della media riguardo l’impatto dell’innovazione.
Allo stesso tempo una certa quota di popolazione vede inoltre con un certo pessimismo questo dibattito nella convinzione che – soprattutto in relazione alle opportunità lavorative - i processi di automazione sempre più spinti e pervasivi determineranno un saldo negativo di posti di lavoro.
Nonostante i diversi punti di vista più o meno contrastanti, durante l’evento di presentazione del rapporto si è voluto premiare la sensibilità che il talento ha verso il tema in questione.
Durante la stessa giornata, infatti, la Fondazione Cotec[2] (presidente onorario il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) ha organizzato il Premio dei Premi 2017[3] per imprese, enti pubblici, università e designer, che stanno cogliendo le opportunità offerte dall'innovazione mostrando vitalità e competitività.
Il riconoscimento è stato consegnato a 34 soggetti[4] appartenenti al nostro territorio e a cinque specifici macro settori: industria e servizi, design italiano, università e ricerca pubblica, pubblica amministrazione e terziario.
Per concludere riprendiamo una riflessione di Sergio Mattarella, tratta dal discorso fatto a Madrid il 10 febbraio 2017 in occasione della riunione annuale delle tre fondazioni Cotec: «Il successo, come per l’economia circolare, dipende più di ogni altra cosa da un cambio radicale di mentalità, che consenta di considerare risorsa, attribuendole un valore, ciò che sinora è stato considerato residuo di produzione. Il settore dell’innovazione tecnologica è determinante per il nostro futuro. Un’innovazione volano di sviluppo economico e che, alla luce della straordinaria incidenza che il suo accrescimento ha sulle nostre vite, deve saper essere fattore di progresso sociale»[5].
Ci auguriamo che questo 2018 appena iniziato possa portare consapevolezza verso un’innovazione intesa sempre più spesso come elemento generatore e trainante per sviluppare valore sui processi territoriali, sia come contenuto, sia come strumento conoscitivo. Una via, questa, non semplice che potrà implicare cambi di prospettiva, reinterpretazione di significati e visioni di medio – lungo periodo. Il valore aggiunto potrebbe però nutrirsi della possibilità di integrare riflessioni, competenze, e professionalità in un contesto che valorizza i diversi settori.
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[1] Agi, Censis, Cotec (2017), La cultura dell’innovazione.
[2] La Fondazione Cotec, attraverso un mandato istituzionale che prevede attività di studio, dialogo, progettualità e comunicazione, agisce sia come motore di azioni finalizzate al miglioramento della competitività tecnologica dell’Italia sia come sede dell’incontro e del coordinamento tra i principali attori italiani del Sistema dell’Innovazione (fonte: http://www.cotec.it/).
[3] Il Premio è stato istituito nel 2008 dal Governo Italiano come riconoscimento per il forte impulso e contributo alla rinascita del nostro Paese. Anche in questo scenario emerge la dinamicità del tessuto imprenditoriale italiano, in possesso di conoscenze avanzate e ricco di elementi di creatività: dall’evoluzione del design nel settore medicale alle nuove tecnologie applicate ai polimeri, dai nuovi servizi di mobilità intelligente alle nuove piattaforme turistiche integrate dai veicoli a moduli coordinabili alle chat genitore-figlio delle nuove offerte bancarie multicanale.
[4] Per consultare l’elenco dei premiati si rimanda al documento “Premio Nazionale per l’Innovazione – IX Edizione 2017 – Elenco premiati”.
[5] Agi et al. (2017), pag. 38.