Inediti del Divin pittore a Campione d’Italia
Campione d’Italia (CO) - Un viaggio nell’opera di un grande pittore che, stando alle parole del Vasari, «tanto piacque al suo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d'Alemagna e d'altre province per impararla» e che fu definito Divino dal padre di Raffaello, allievo della sua bottega. Pietro Vannucci (1448c. - 1523) detto il Perugino, benché nato in realtà a Città della Pieve, è unanimemente considerato tra i maggiori protagonisti del Rinascimento e figura chiave per la comprensione del Rinascimento umbro: grande imprenditore, personalità unica del suo tempo, grazie alle sue notevoli doti di organizzatore, dalla cui ‘officina’ uscirono numerosi artisti dell’epoca. Fu per anni modello e punto di riferimento da seguire, ma dovette presto cedere il posto ai protagonisti della «grande maniera», Michelangelo e l’allievo Raffaello, a cui dovette lasciare spazio nelle stanze vaticane. Alcuni affreschi del maestro, come la pala d'altare dell'Assunta col papa inginocchiato come committente, furono distrutti per far posto al Giudizio Universale di Michelangelo. Nel 2004 una mostra epocale nella sua Umbria, voluta e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugina, celebra il pittore, seguendo le orme, in diversi luoghi della Regione, e ora una nuova esposizione ne svela nuove opere. A curarla è Francesco Federico Mancini, professore ordinario di Storia dell'Arte Moderna presso l'Università degli Studi di Perugina, esperto di Rinascimento umbro, che già si occupò, in collaborazione con Vittoria Garibaldi, già Direttrice della Galleria Nazionale dell'Umbria, della mostra del 2004.
Un lavoro filologico per presentare sei opere del Perugino conservate in una collezione privata del Canton Ticino, quattro delle quali appartenenti alla fase finale dell'attività del Vannucci, e già esposte presso la Galleria Nazionale dell'Umbria; le rimanenti due, mostrate per la prima volta in questa circostanza, risalgono al periodo veneziano Perugino (1494-1497).
Un confronto con dipinti di sicura autografia, conservati presso la Galleria Nazionale dell'Umbria, aiutano a comprendere i motivi dell’attribuzione delle opere al Maestro.
Lo studio delle quattro opere tarde, raffiguranti San Girolamo, San Nicola di Bari, l'Angelo Annunziante e una Santa Martire, attraverso approfondite indagini tecniche e diagnostiche, ha portato l’esecuzione alla mano del Perugino. Opere, di piccole dimensioni, con tutta probabilità appartenenti allo smembrato (e disperso) tabernacolo del polittico di Sant'Agostino a Perugia, risalente ad una fase tarda del pittore, tra il 1513 al 1523. Le restanti due tavole raffiguranti la Vergine e Cristo coronato di spine sono inserite nella produzione autografa del Perugino maturo. Un percorso espositivo che propone nuovi lavori di un Maestro che molto ha influenzato l’arte del suo tempo, un periodo della storia dell’arte che non smette mai di rinascere.
Perugino inedito
A cura di Francesco Federico Mancini
Dal 15 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012
Galleria civica San Zenone - Campione d’Italia (CO)
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