Il Premio Territorio Abruzzo per tradurre le idee in azioni
Pescara. Quattro mesi fa fu lanciato da ARIA Fondazione Industriale Adriatica, costituitasi nel giugno 2011, la prima edizione del concorso fotografico «Premio Territorio Abruzzo» (Cfr. Una nuova Aria in Abruzzo per la rigenerazione della vita comunitaria).
Un progetto ambizioso che attraverso l’arte e la rappresentazione della realtà con il mezzo fotografico si propone di generare nuove narrazioni, attivando processi identitari sul territorio.
Un progetto che si è rivelato un felice connubio tra impresa, territorio e istituzioni per la valorizzazione delle risorse, innanzitutto i giovani.
Il tema della prima edizione del premio, rivolta agli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di 2° grado della regione Abruzzo, è «Razza Abruzzo: 1001 Lavori»: una tematica che è stata declinata nelle sue pluralità, nelle sue molteplici implicazioni con l’industria, l’arte, l’artigianato e soprattutto nelle sue relazioni con la cittadinanza. Volti e soggetti umani racconteranno il sistema economico abruzzese: dall’homo faber ai nuovi mestieri per narrare l’Abruzzo e la sua storia ma soprattutto per generare, attraverso lo sguardo dei giovani e dell’arte, nuove visioni per il futuro.
La risposta è stata ampia. 910 gli studenti coinvolti, 32 gli istituti scolastici superiori provenienti dalle quattro province, con la creazione di una rete che ha visto una feconda cooperazione tra enti pubblici e privati e partner illustri: 62 le collaborazioni esterne attivate, di cui 30 con docenti delle scuole, coinvolti al di fuori del piano di offerta formativa; 23 con i fotografi che terranno i laboratori gratuiti per i giovani partecipanti; con i quattro uffici provinciali del MIUR; con le 4 consulte provinciali degli studenti, organi interni alla scuola che gestiscono fondi ministeriali e che collaboreranno alla realizzazione delle mostre delle opere dei ragazzi.
Terminata la prima fase dei lavori con la chiusura delle iscrizioni al premio, la Fondazione Industriale Adriatica ha stilato un primo bilancio, non solo del progetto, ma della sua attività in vista del suo prossimo primo compleanno.
Elena Petruzzi, Presidente del Consiglio di Amministrazione Fondazione ARIA illustra la genesi e la direzione verso la quale si dirige l’attività della fondazione.
Come nasce l’idea della Fondazione Aria?
L’idea della fondazione nasce dall’incontro di persone che hanno condiviso la necessità di intraprendere azioni a favore della cultura, per superare una fase sociale in cui sembra che gli interessi prevalenti e dominanti siano solo quelli affaristici e clientelari. In particolare, è emersa la volontà di indirizzare le scelte strategiche della regione su obiettivi di medio termine che puntino a valorizzare il territorio.
Cosa spinge gli oltre 50 imprenditori abruzzesi a riconoscere nella cultura un investimento per l’uscita dalla crisi e per la rigenerazione di una società e di un’economia ormai da tempo statica? Cosa può fare l’impresa per la cultura e cosa la cultura per l’impresa?
Alcuni imprenditori, che si riconoscono in una visione che vede la presenza dell’impresa nella società non solo come soggetto economico ma anche come soggetto sociale , hanno voluto impegnarsi per contribuire a migliorare la qualità della vita dei membri della società a cui l’azienda appartiene.
La cultura è vista come investimento, perché stimoli culturali adeguati, cioè di elevato livello qualitativo e di massima diffusione sociale, garantiscono una crescita economica, andando ad incidere non solo su sviluppo di nuove iniziative, ma anche su adozione di comportamenti sociali virtuosi e tesi ad obiettivi migliori per tutti. L’impresa può orientare le proprie scelte aziendali al soddisfacimento, oltre che del risultato economico, che rimane l’interesse prevalente, a pratiche di responsabilità sociale indirizzate a tutti i soggetti con cui l’impresa si relaziona, e quindi al miglioramento della qualità della vita intesa come la possibilità dei cittadini di stimolare le capacità intellettive e il desiderio di conoscenza, di vivere in un più sano rapporto di rispetto con l’ambiente che sia privo di inquinamento acustico ed atmosferico, che assicuri evoluzione nei rapporti sociali, maggiore senso di responsabilità e di appartenenza alla realtà locale.
«L’economia ha perso la sua originaria dimensione etica e ha tolto dall’ideale del capitalismo la funzione sociale» (Giulio Tremonti). Bisogna recuperare nella società il rapporto tra etica ed economia, affidando ad iniziative culturali il compito di risvegliare il senso civico degli individui.
Quali gli obiettivi principali che muovono l’attività della fondazione?
La fondazione intende produrre e divulgare la cultura e l'arte contemporanea con una programmazione strutturata di appuntamenti e iniziative da offrire agli studenti ed ai cittadini di tutta la regione. Si pone, inoltre, come obiettivo la realizzazione di importanti spazi pubblici per la fruizione di tutte le arti contemporanee in Abruzzo, fino ad arrivare, nel lungo periodo a produrre un impulso evolutivo per la produttività culturale abruzzese e la promozione internazionale di una immagine di questo territorio come motore di innovazioni culturali e produttive.
Con Mariantonietta Firmani, Presidente del Comitato tecnico-scientifico di ARIA, scendiamo invece più nel dettaglio, tracciando il bilancio di questa prima fase del Premio Territorio Abruzzo.
Il progetto Primo Premio Territorio Abruzzo ha coinvolto 32 istituti scolastici provenienti dalle 4 province con la partecipazione di 910 ragazzi, vera risorsa per innescare nuovi processi di cambiamento. Un impatto notevole sul territorio e, per essere una prima edizione, una grande soddisfazione. Quale il segreto di questo successo, in termini di partecipazione, e quale è stata la risposta della collettività? Con riferimento anche a quella non scolastica.
E’ vero, siamo partiti alla grande e per questo anzitutto voglio ringraziare gli imprenditori eccellenti con i quali abbiamo iniziato quest’avventura: Enrico Marramiero, Ottorino La Rocca, Elena Petruzzi, Maria Franca De Cecco, Alessandra Lisciani, Gabriela Iubatti, Gennaro Zecca, Nereo dell’Aventino, Lucio Laureti, e molti altri, che via via diventano sempre più operativi. È difficile concentrare in poche parole un anno di progettazione ed altrettanto di contatti diretti e capillari con tutti gli attori individuati, sei mesi di incontri con le scuole per illustrare nel dettaglio progetto e finalità, reperire ed assimilare informazioni preziose su specifiche necessità e modalità operative di scuole e studenti. Un primo segreto credo sia proprio nell’ascolto reale delle molteplici individualità coinvolte, mosso dal desiderio di trovare un linguaggio comune, soprattutto argomenti, obiettivi e modalità capaci di appassionare fattivamente, attori sociali così differenti come imprenditori, personaggi della cultura, docenti referenti delle scuole, dirigenti scolastici, fotografi professionisti, docenti FIAF e molti giovani.
I tre principali obiettivi condivisi da tutti sono stati quelli di riscoprire ed appassionarsi al proprio Abruzzo, riscoprire l’orgoglio di appartenere ad un luogo denso di storia e cultura come tutta l’Italia; promuovere un protagonismo attivo e creativo dei giovani, innescare nuovi meccanismi economici legati alla cultura. Ma tutte queste parole le abbiamo tradotte in azioni e condivisioni, facendo sentire ciascun attore coinvolto, come soggetto protagonista dell’opera. E questo ha portato al coinvolgimento di oltre 1000 persone che oggettivamente lavorano per il premio già da questa prima edizione. In termini filosofici, questo approccio muove dalla consapevolezza che, con tutta questa «comunicazione globale» del ventunesimo secolo, la realtà rischia di essere sempre più filtrata dai media, i contenuti tangibili si confondono ormai con le immagini e il proprio fare quotidiano perde di concretezza, fino ad arrivare alla percezione di uno scollamento tra causa ed effetto che deresponsabilizza tutti da tutto. Per questo ci sembra urgente e necessario rimettere in gioco il dialogo diretto e operativo tra attori sociali, in qualunque azione si vogliano coinvolgere, specie quelle culturali. Certo un secondo segreto è legato alla collaborazione di nomi straordinari come Achille Bonito Oliva, Oliviero Toscani, Mario Botta, Elio Fiorucci, Silvia Evangelisti, Anna Mattirolo, personaggi preziosissimi di cui avevo avuto modo di conoscere e sperimentare la straordinaria generosità fattiva ed intellettuale con «Parallelo42».
Un terzo segreto credo siano gli Enti prestigiosi che abbiamo coinvolto il Politecnico di Milano che farà la valutazione d’impatto sul territorio, perché questo progetto culturale è pensato proprio come un prodotto industriale del quale è necessario valutare gli effetti per implementare aggiustamenti continui. Abbiamo coinvolto anche il MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca), la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) per la realizzazione dei laboratori di fotografia offerti gratuitamente agli studenti, e le università abruzzesi a partire dalla Facoltà di Architettura di Pescara, Enti formativi di assoluto rilievo, con i quali abbiamo attivato collaborazioni specifiche volte nel medio lungo periodo, al ripristino di una interazione reale tra formazione e lavoro.
La Fondazione Industriale Adriatica conta di numerose sponsorizzazioni e partenariati di eccellente qualità. Quali le prospettive future per questi rapporti di cooperazione con enti pubblici e privati?
E’ sempre più evidente come i molti aspetti che compongono il corpo sociale di un territorio sono imprescindibili gli uni dagli altri ed innescano reazioni a catena auto-incrementanti, e questa percezione aumenta con l’evoluzione culturale dei singoli individui, che conduce inevitabilmente verso il desiderio di una dimensione olistica della vita, verso il ricongiungimento tra io e noi, vita e lavoro. Così il principio ispiratore della Fondazione ARIA e del Premio Territorio Abruzzo è quello di mettere in rete per ridare valore a ciascuno, a partire dalle imprese che oggettivamente sostanziano non solo il sistema economico ma la stessa producibilità della vita. E proprio con questa idea, stiamo incontrando i partner per avviare con ciascuno comunicazioni e progetti mirati che ne sanciscano l’unicità e al tempo stesso l’appartenenza al territorio, affinché tutti i cittadini si riapproprino empaticamente di tutto l’Abruzzo. Con questi obiettivi le potenzialità di crescita sono illimitate ed anche imprevedibili, ma comunque produrranno un luogo che ciascuno sentirà davvero suo. È una bella sfida, ma credo che sia questo che ha maggiormente affascinato tutti.
C’è qualcosa già in cantiere?
Certo, appena il meccanismo culturale ed economico del premio sarà ampiamente rodato lanceremo nuovi progetti. Intanto la conclusione di questo primo anno di premio, prevede la realizzazione di cinque mostre. Quattro saranno realizzate in quattro istituti scolastici, uno per ogni provincia, con i lavori degli studenti. Una mostra sarà dedicata all’autore internazionale che quest’anno è lo straordinario Oliviero Toscani, in uno spazio pubblico eccellente della regione. L’obiettivo specifico delle mostre nelle scuole è quello di rimettere la formazione al centro della discussione sociale, per questo porteremo le famiglie dentro le sedi scolastiche, dove potranno anche fruire di laboratori, tenuti dagli stessi studenti, che diventano stage formativi con tanto di protocolli d’intesa tra scuole e Fondazione ARIA, e concerti di giovani gruppi musicali di molti generi, ecc.. L’obiettivo della mostra di Toscani è anzitutto offrire a tutti preziosissimi spunti di riflessione, e poi mettere in moto moltissimi appassionati su scala internazionale, anche qui avremo laboratori tenuti dagli studenti universitari, visione di video, ecc. Poi, in ottobre saranno qui tutti gli straordinari personaggi della giuria e con loro faremo incontri nelle università, proclameremo il vincitore e lanceremo la nuova edizione. Mi sembra un bel programma per ora!
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