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Il patrimonio culturale, risorsa di innovazione nell'era digitale

  • Pubblicato il: 15/06/2018 - 13:01
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA DIGITALE
Articolo a cura di: 
Emanuela Gasca
Ad ArtLab Milano lo scorso maggio si è svolto un interessante dibattito sul rapporto tra patrimonio e digitalizzazione. All’interno dei diversi panel si è riflettuto su come questo binomio possa essere volano di percorsi di innovazione che si sviluppano in specifiche progettualità, ma anche in processualità di confronto e scambio avviate sui territori.
Ne riportiamo qui gli elementi salienti arricchiti dalle riflessioni di Emanuela De Menna della DG Research and Innovation European Commission con cui abbiamo avuto l’opportunità di conversare.

 
Lo scorso 25 maggio si è svolto ad ArtLab Milano l’incontro “Pensare Digitale – Opportunità e sfide” dedicato al tema della digitalizzazione nel mondo della cultura.
Non solo. Questo seminario è stata l’occasione per riflettere anche sul rapporto digitale ed innovazione, due elementi che sempre più spesso accompagnano i cambiamenti culturali contemporanei.
A tal proposito, come sottolineato da Maria Grazia Mattei – Direttore del MEET International centre for digital culture – che ha introdotto l’incontro «il digitale sta entrando sempre di più nel DNA della nostra epoca come dimensione strutturale della contemporaneità», non solo come strumento ma come elemento fondante della nostra vita quotidiana, asset strategico delle politiche dei territori in cui viviamo.

La sfida lanciata da Mattei è dunque quella di uscire dalla visione tecnocentrica e sviluppare consapevolezza del fatto che gli strumenti ICT sono dei mezzi ma allo stesso tempo importanti driver di cambiamento quando sono abbinati a percorsi che innestano processi creativi che coinvolgono la tecnologia.
Importante elemento trasversale in questi processi è sicuramente il patrimonio che si configura non solo come risorsa territoriale dove i percorsi legati alla digitalizzazione si sviluppano, ma anche come patrimonio digitale quell’insieme cioè di «risorse create in forma digitale (ad esempio opere d’arte digitali e animazione) o che sono state digitalizzate in modo da garantirne la conservazione (testi, immagini, video, registrazioni)»[1], come ricordato tra gli obiettivi dell’Anno Europeo del Patrimonio.

A questo tema si è collegato l’intervento di Emanuela De Menna – DG Research and Innovation European Commission – che ha affrontato il tema del patrimonio in relazione agli elementi che lo connotano dal punto di vista dell’innovazione e del digitale nell’ambito della ricerca svolta da Horizon2020. All’interno di questo Programma Quadro dell’Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione il settore culturale è trasversale ai diversi ambiti e pilastri di intervento.
Si delinea qui il forte legame tra patrimonio e innovazione così come sottolineato da Carlos Moedas[2]: cultural heritage is a limitless source of innovation where traditions meet with cutting – edge technologies[3]. Il focus non è pertanto solamente sugli aspetti tangibili e intangibili, ma anche sull’importante ruolo dell’innovazione che costruisce importanti ponti tra gli elementi più legati alla tradizione a quelli che si sviluppano grazie alle nuove tecnologie riflettendo l’interesse per il patrimonio nelle specifiche progettualità sostenute dalla Commissione Europea.

Emanuela De Menna a tal proposito ne porta all’attenzione alcune: IPERION CH che si focalizza sul restauro e la conservazione dei beni culturali con l’obiettivo condividere le infrastrutture per la ricerca di 24 Paesi, offrendo formazione e accesso a una vasta gamma di strumenti scientifici di alto livello, metodologie, e strumenti legati alla conservazione; Nanorestart che ha l’obiettivo di lavorare sul patrimonio artistico contemporaneo attraverso l’utilizzo di nuovi nanomateriali polifunzionali e lo sviluppo di tecniche di restauro e pulitura altamente innovative. Anche la realtà aumentata è una delle priorità dei progetti di cui ha parlato De Menna: in ARCHES project per esempio è stata sviluppata una piattaforma open source per favorire l’inclusione di diversi soggetti culturali e non nella lettura del patrimonio.

Tecnologia dunque che è spesso sinonimo di progetti che legano fortemente il patrimonio a processi innovativi in cui il digitale è un veicolo per favorirne la fruizione, la condivisione, la conservazione e l’inclusione.

A seguito del seminario abbiamo avuto il piacere di conversare con Emanuela De Menna che ha sottolineato il fortissimo rapporto tra innovazione e patrimonio nel programma Horizon2020 che supporta quest’ultimo in tutte le sue dimensioni, tangibile, intangibile e digitale. «Nello specifico questa connessione è presente in tutte le diverse aree del programma: l’eccellenza nella ricerca, la parte che riguarda le tecnologie industriali e anche quella inerente le sfide della società. Fondamentale a tal proposito sono, in relazione a questi temi, gli elementi sui quali Horizon2020 invita a lavorare: dalla ricerca di base che presuppone un’attenzione all’idea e a una progettualità che sia visionaria verso la ricerca futura, a parti più inclini al significato stesso di innovazione e a come si attuano le diverse soluzioni nella società e sui territori». Quest’ultima va quindi intesa a livello trasversale includendo quindi nella sua definizione gli aspetti sociali, economici e di governance che poi intersecano anche quelli più propriamente tecnologici.

De Menna ricorda come questi aspetti siano fortemente legati ai diversi tipi di approccio che possiamo adottare verso il patrimonio, «un approccio più umanistico - relativo agli studi che riguardano principalmente la cultura, le lingue e le tradizioni; un approccio più scientifico legato alle tecnologie che la chimica e la fisica hanno sviluppato a supporto del patrimonio; un approccio più legato all’economia in relazione ai modelli di business e di governance ed uno legato all'ambiente In questo senso Horizon promuove le progettualità trasversali che mettano insieme queste diverse anime favorendo e innescando ragionamenti e riflessioni a tuttotondo. In particolare con 'Heritage Alive', 'Patrimonio vivo', promuove una visione dinamica e orientata al futuro. Il patrimonio culturale è una risorsa fondamentale per la società futura».

Quale è poi il valore aggiunto che queste progettualità e questi processi lasciano sui territori?

Gli impatti si sviluppano principalmente sul fronte della comunicazione e della co progettazione. Emanuela De Menna evidenzia il fatto che «Horizon chiede a tutti i progetti un piano per la comunicazione e la disseminazione dei risultati affinché gli elementi salienti della ricerca vengano conosciuti e condivisi non solo negli ambiti scientifici specifici, ma nella società tutta. L’altro tema è che nel programma sono presenti specifiche call che promuovono progetti che si sviluppano sui territori e sulle città e quindi già durante il loro svolgimento è previsto un coinvolgimento di tutti gli attori in un percorso di co-creazione che avviene già all’interno del progetto stesso». E’ questo per esempio il caso di ROCK Project che, prevedendo un lavoro congiunto tra 32 partner europei accademici, istituzionali e privati, ha l’obiettivo di valorizzare i centri storici come straordinari laboratori di co-creazione, di sperimentazione e di sviluppo attraverso logiche di apprendimento tra 10 città Europee.
Il patrimonio ci sembra divenire dunque sempre più spesso un elemento trainante di valori che sono legati agli aspetti materiali ed immateriali, ma anche a quelli digitali che promuovono la sua conservazione e salvaguardia. Trasversali a questi asset, i processi dovrebbero dunque svilupparsi secondo logiche di innovazione non solo legate a singoli materiali utilizzati, ma anche alla possibilità di innescare percorsi di dialogo, di impatto e di co-progettazione tra i vari territori ed i soggetti che li abitano.
 
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Photo by Hoorakhsh PB
 
 
 

 
[1] Anno Europeo del Patrimonio 2018, https://europa.eu/cultural-heritage/about_it
[2] Commissioner for Research, Science and Innovation
[3] Carlos Moedas (2018), High-Level Horizon 2020 Conference on Innovation and Cultural Heritage, Bruxelles, 20 marzo.