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Il museo come spazio di partecipazione. La città a raccolta

  • Pubblicato il: 31/01/2014 - 21:47
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SPECIALI
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Catterina Seia

Genova. Seicentomila i genovesi. Oltre 600mila i visitatori nel 2012, di cui 400mila paganti per Palazzo Ducale, un’istituzione che dal 2009 pareggia il bilancio e presenta 300 nomi di ospiti, da Giuliano Amato a Tahar Ben Jelloun.
Spiega il bilancio sociale, «la formula di partnership pubblico-privato ha permesso un’attività espositiva non fondata sul finanziamento pubblico, in un contesto di sempre minori risorse economiche: nel corso degli ultimi tre anni il contributo dell’Amministrazione pubblica si è ridotto del 25%». Il bilancio dell’ente è di oltre 5 milioni annui, coperto per il 28% dal Comune, per il 27% dai contributi dei partecipanti e degli sponsor, per il 45% da proventi propri della Fondazione. I costi di gestione assorbono il 69% del bilancio, il 29% è destinato ad attività culturali coperte per l’88% dal contributo di sponsor e partecipanti.
La Città di Genova ha mantenuto invariato per il 2013 il contributo di un milione e mezzo. «L’unico contributo pubblico che riceviamo», dichiara il Presidente della Fondazione Cultura Luca Borzani, «in attesa dell'ingresso della Regione Liguria come socio fondatore che dovrebbe concretizzarsi a gennaio. Ad oggi il Comune detiene il 94% del fondo di dotazione del Ducale. Soci partecipanti sono la Fondazione Carige, la Compagnia di S. Paolo e la Costa Edutainment».
L’obiettivo dichiarato per il futuro è mantenere la qualità dell’offerta senza chiedere un euro in più al Comune, ma attraendo sostenitori. Numeri che quadrano se gli spazi sono sempre utilizzati: la «Storia in Piazza» ha fatto 25mila visitatori, il nuovo Spazio Dogana 12mila, le visite alla Torre Grimaldina novemila.
Palazzo Ducale si dichiara una rete che si avvale delle idee di molti volontari con collaborazioni strutturate di associazioni come Primo Levi, di Fondazioni come Garrone e Ansaldo e il Goethe Institute. Circa cinquanta organizzazioni collaborano alla realizzazione del programma della Fondazione, che ospita inoltre alcuni dei più importanti festival cittadini: Poesia, Scienza, Mediterraneo, Urban Bodies, solo per citare i principali. Numerosi «cervelli» sono al servizio, tra i quali, indica Borzani «Enzo Bianchi, Remo Bodei, Lucio Caracciolo e altri che mettono energia senza voler nulla in cambio. Palazzo Ducale è un modello costruito, da tanti, negli anni. Fare cultura nell’età della crisi, con una forte regia pubblica e un altrettanto forte presenza privata. La soluzione per la sostenibilità è il meccanismo di gestione che è parte integrante delle attività culturali».
420 sono gli eventi non espositivi realizzati nel 2012, di cui 305 a ingresso libero. Danno il senso dell’attività. Scegliendo una parola per definire Palazzo Ducale, il Presidente indica«Trasparenza. A partire dal bilancio sociale che – tra i pochi – pubblichiamo ogni anno con risultati economici e indicatori di ritorno sociale, per ragionare sui risultati ottenuti con istituzioni, scuole, associazioni culturali e sugli indirizzi scelti. (cfr. R. Niri-La Repubblica-Genova-agosto 2013)-

Da settembre programmazione intensa. Da fine ottobre la mostra «Scatti di industria» provenienti dall’Archivio Ansaldo che documenta la lunga stagione del ‘saper fare’ industriale italiano. E da novembre l’omaggio per i 150 anni dalla nascita di Edvard Munch, il grande artista che più di ogni altro anticipò l’Espressionismo. www.palazzoducale.genova.it

Dal XIII Rapporto Annuale Fondazioni, in Il Giornale dell'Arte, 338, gennaio 2014