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Il museo che vorrei

  • Pubblicato il: 04/02/2013 - 18:05
Autore/i: 
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe

Roma. Come vorrebbero i nostri musei gli italiani? Presentati i risultati della prima consultazione pubblica del MIBAC  sulle politiche di accesso ai luoghi della cultura statali. Un successo di adesioni. 7.043 i questionari compilati online, in sole due settimane (dal 21 novembre al 14 dicembre 2012), senza alcuna promozione se non il sito del ministero.
Nove le domande poste.
«Il primo dato emerso è che - afferma Anna Maria Buzzi Direttore Valorizzazione-- i musei vengono innanzitutto visitati per il loro contenuto, per la quantità e qualità di opere d’arte esposte». Lo afferma il 77,25% degli intervistati. «Una richiesta che arriva ai nostri musei è però quella di essere più chiari. Noi sappiamo senz’altro conservare bene, ma sappiamo comunicare poco. Il pubblico vorrebbe apparati didattici più comprensibili e orari d’apertura più estesi, magari una volta al mese anche di notte. »
Il 61,27% degli intervistati vorrebbe la prima domenica di ogni mese ad ingresso gratuito mentre  il 28,74% chiede dei biglietti integrati, con l’ingresso a più musei a prezzo agevolato. Le risposte arrivano prevalentemente da donne (oltre il 60%) e laureati (il 52,2 e quasi il 20% ha un post laurea). Pochi i dipendenti del Mibac a rispondere al questionario: 142. Cosa significa? Disaffezione?
Alessandro Hinna, Direttore del Master in «Economia della Cultura» - Università degli studi di Roma Tor Vergata commenta i dati relativi al prezzo dei biglietto nei musei:  il 76% degli intervistati ritiene giusto dare un contributo alla cultura attraverso il biglietto d’ingresso, ma non solo, il 52,92% è disponibile ad un aumento del prezzo del biglietto. «Anche la politica di pricing è culturale e non economico gestionale».
Secondo Federculture il consumo culturale è in aumento del 2% nel 2012 rispetto all’anno precedente. La crisi sembra non aver intaccato la domanda di conoscenza.
«C’è un bisogno di innovazione in atto, afferma la prof. Gloria Pirzio Amassari, Professore emerito di Sociologia e Componente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici, ma il nodo centrale resta la formazione, unita all'integrazione delle politiche di territorio».
Lucida la riflessione del prof. Pierluigi Sacco, Ordinario di Economia della Cultura – IULM Milano,
che apre le sue considerazioni a livello internazionale. «C’è una grande volontà di partecipazione, interessata ad aprirsi a forme di solidarietà e di accesso, ma anche una grande fetta la cui partecipazione è pari a zero. Solo in Romania e Bulgaria si registrano dati di fruizione diffusa bassi come in Italia. Esiste una grande spaccatura e l’obiettivo non deve essere costruire luoghi di intrattenimento, ma capire che tipo di esperienza proporre all’interlocutore. Occorre spostare simbolicamente e concettualmente la cultura in un’altra sfera. Bisogna costruire progressivamente la partecipazione. L’Italia è fanalino di coda anche rispetto all’adozione delle nuove tecnologie. Un gap che bisogna recuperare ponendo attenzione a ricerca e innovazione. Dobbiamo capire che le politiche culturali non possono essere un piccolo limbo autoreferenziale, ma puntare sulla relazione con le politiche di sviluppo industriale e welfare, su cittadinanza  e partecipazione attiva».

Ascoltare il pubblico attuale è, quindi, solo primo indispensabile passo.

I quesiti:
1. Secondo lei è giusto pagare un biglietto di ingresso nei luoghi della cultura statali?
2. Secondo la sua esperienza ritiene che il prezzo dei biglietti sia mediamente adeguato rispetto a quanto  è offerto in termini di proposta culturale?
3. Quanti musei/mostre visita abitualmente in un anno?
4. Quale di questi aspetti/servizi ritiene più interessanti per la fruizione dei luoghi della cultura?
5. Quali dei seguenti requisiti riterrebbe più importanti per essere indotta/o a visitare musei/aree archeologiche, ecc?
6. Quali, tra queste politiche di incentivazione tariffaria ritiene più interessanti per favorire un maggiore avvicinamento ai luoghi della cultura da parte del pubblico?
7.  Quali categorie di visitatori, tra quelle indicate, dovrebbero poter usufruire di ingresso gratuito o tariffe agevolate?
8. Per le sue abitudini  e i suoi ritmi giornalieri, quale è la fascia oraria più adeguata per la vista a un museo?
9. Per le sue necessità riterrebbe utile l’apertura dei musei con orario prolungato in fasce notturne, a pagamento?

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