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Il mondo in una mostra

  • Pubblicato il: 13/01/2012 - 09:27
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Diego Rodriguez de Silva y Velázquez

Rimini. Marco Goldin ha deciso di festeggiare i 15 anni della sua azienda organizzatrice di mostre, Linea d’Ombra, curando «Da Vermeer a Kandinskij. Capolavori dai musei del mondo a Rimini», a Castel Sismondo dal 21 gennaio al 3 giugno grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e al gruppo Euromobil. Il percorso, che riunisce 70 dipinti, si apre con una sezione sulla pittura veneta del Cinquecento spaziando da Tiziano Vecellio («Ritratto di uomo con libro» del Museum of Fine Arts di Boston), a Paolo Veronese («Riposo durante la fuga in Egitto» dallo State Art Museum of Florida), Lorenzo Lotto, Jacopo Tintoretto, Giovanni Gerolamo Savoldo e di altri maestri del territorio di veneziano. Sempre alla Serenissima è dedicata la terza parte della rassegna che espone, per il Settecento, Giambattista Tiepolo, Francesco Guardi, Canaletto e Bernardo Bellotto («Veduta di Varsavia» del Muzeum Narodowe di Varsavia), mentre la seconda documenta l’arte italiana nel XVII secolo con Annibale Carracci («Venere abbigliata dalle Grazie» dalla National Gallery di Washington), Guercino, Mattia Preti, Guido Reni, Luca Giordano e Francesco del Cairo. Della Spagna viene preso in esame «El Siglo de Oro», il Seicento, con lavori di Diego Velázquez («Don Baltasar Carlos con nano» da Boston), Bartolomé Murillo, El Greco, Jusepe de Ribera e Francisco de Zurbarán. Secolo d’Oro richiamato anche in occasione di Olanda e Paesi Bassi con quadri notissimi di Anton Van Dyck, Hendrick Ter Brugghen e Gerard Van Honthorst, cui si aggiunge il «Cristo in casa di Maria e Marta» di Johannes Vermeer prestato dalla National Gallery di Edimburgo. Molto ampia è la sezione dedicata a «La pittura in Inghilterra tra Settecento e Ottocento», con opere di William Hogarth, Joseph William Turner («Riva degli Schiavoni a Venezia» dalla Tate di Londra), John Constable, Joshua Reynolds, Thomas Gainsborough e Joseph Wright of Derby. Il passaggio successivo è dedicato al vero marchio di fabbrica di Goldin, «L’età dell’Impressionismo», qui declinato attraverso i principali protagonisti: Vincent van Gogh («Vecchio che soffre» dal museo di Otterlo), Édouard Manet, Jean-François Millet, Gustave Courbet, Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley e Camille Pissarro. L’ultimo spazio espositivo Goldin lo dedica all’arte europea del secolo passato, in parallelo con la rassegna del vicino San Marino, declinato attraverso Pablo Picasso, Piet Mondrian, Francis Bacon (un trittico del 1944-88 conservato alla Tate), Nicolas De Staël, Giorgio Morandi e Vasilij Kandinskij.

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da Il Giornale dell'Arte numero 316, gennaio 2012