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Il cinema per la cultura della legalità

  • Pubblicato il: 16/02/2015 - 12:55
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Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Cecilia Conti

Questi sono i giorni della prima grande inchiesta antimafia nella regione emiliano-romagnola. E’ un film già visto, troppe volte, fatto di collusioni e negazionismo. La situazione era già nota, almeno dal 1998, anno in cui Enzo Ciconte, docente di Storia Criminale, considerato fra i massimi esperti in Italia delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose e in particolare dei meccanismi della loro penetrazione al nord, pubblicava il libro «Mafia, camorra e ‘ndrangheta in Emilia-Romagna». Per Ciconte le mafie sono forti, resistenti alle trasformazioni sociali e per questo, per combatterle, è quanto mai necessario partire dalla cultura.
In questi stessi giorni, in cinque scuole del territorio riminese, istituti d'istruzione secondaria di primo e secondo grado, oltre 700 studenti sono impegnati a discutere, attraverso il mondo del cinema e strumenti multimediali, il fenomeno mafioso e a riscriverne la storia, accostando tra loro immagini e parole e sviluppando luoghi virtuali, in cui far crescere e maturare un senso critico collettivo.
Promosso dalla Cineteca del Comune di Rimini, in collaborazione con Cinemovel Foundation, «Schermi in Classe – Percorsi di Legalità» è un progetto finanziato dall’Emilia Romagna, all’interno della legge regionale n° 3/2011, per sperimentare un approccio innovativo di didattica sul tema delle mafie, al fine di promuovere la cultura della legalità e la cittadinanza responsabile.
«Quella di Rimini non è la prima per «Schermi in Classe», che nasce nel 2011 da un’idea di Cinemovel Foundation, assieme a Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti, e a Libera Informazione, per restituire al cinema e ai contenuti audiovisivi nati nel web una dimensione collettiva, di aggregazione sociale e di esperienza condivisa.» racconta Enzo Bevar, project manager di Cinemovel Foundation. «Nelle tre edizioni realizzate a Castelfranco Emilia e ora a Rimini abbiamo coinvolto 2.000 studenti delle scuole medie e superiori, utilizzando le immagini e le nuove tecnologie per ridiscutere assieme ai ragazzi l’immaginario collettivo legato alle mafie, tra passato e presente.»
Come avviene spesso nei progetti di Cinemovel, anche «Percorsi di Legalità» inverte il flusso tradizionale della fruizione. Il cinema arriva nelle scuole; in breve tempo vengono allestite sale temporanee all’interno delle palestre e lungo i corridoi, con tutte le attrezzature digitali necessarie. L’esperienza non si esaurisce nella visione di film, anzi, le proiezioni, aperte anche alle famiglie e a tutta la cittadinanza, sono l’ultimo passo; gli studenti sono prima coinvolti nella definizione del percorso di conoscenza, tramite la ricerca online di immagini, video, documenti, articoli, poi condivisi su un’apposita pagina Facebook, che gradualmente diventa virale anche nei network privati dei ragazzi. I materiali individuati, che introducono il punto di vista di ciascuno sulle mafie, vengono discussi in classe e raccolti nel portale «Percorsi di Legalità», una vera e propria library multimediale suddivisa per categorie (video, foto, audio, testi, dal mondo, fuori formato) e finalizzata a stimolare un confronto tra territori, saperi e competenze diverse.
«Partendo dal loro immaginario, che si arricchisce e si modifica durante il progetto, ridefiniamo insieme i confini del reale e superiamo gli stereotipi, invitando registi, magistrati, autori e giornalisti, tramite skype o dal vivo, ad accompagnarci in questo percorso. Provo a fare un esempio. Quasi sempre la figura del boss, del capo mafia, nell’immaginario degli studenti è inizialmente associata a scene di film come Il Padrino o Scarface. Dopo i primi incontri uno studente condivide un video di un bunker di mafia trovato su Youtube, accompagnandolo con una domanda chiara «Immaginavo che i boss fossero ricchi e vivessero una bella vita, non sapevo dei bunker e dei rifugi in cui si nascondono. Che vita fanno davvero?». Ecco, in quel momento iniziamo a riscrivere la storia
Ogni formatore propone agli studenti quattro categorie dell’immaginario su cui riflettere insieme: ricchezza/povertà; luce/buio; silenzio/voce; singolare/plurale. Sono dicotomie aperte, rappresentate dalle illustrazioni di Vito Baroncini, illustratore, artista ed educatore, che avvicinano gli studenti ai temi trattati, aprono riflessioni e ne guidano la ricerca sul web.
 
L’immagine è oggi il linguaggio universale più condiviso al mondo, basti pensare che ogni minuto circa 100 ore di video sono caricate su Youtube. Ma come si impara a dare un significato a così tante immagini, soprattutto a quelle che riguardano temi tanto complessi? «Rispondendo con Freire, importante pedagogista del '900 «Nessuno si educa da solo, gli uomini si educano insieme, nella mediazione del mondo». Lavorare sull’immaginario significa riconoscere la centralità della cultura e il ruolo cruciale che può e deve svolgere in una comunità per contrastare i fenomeni mafiosi, anche utilizzando linguaggi nuovi, che rendano più facile diventare cittadini del presente. Non si tratta «solo» di vedere un film, ma di provare a scriverne uno nuovo, insieme.»
La cultura cinematografica, le immagini e gli strumenti multimediali sono così utilizzati per informare, sensibilizzare, sollecitare riflessioni e confronti, a volte per ribaltare l’immaginario e ripensare, con categorie diverse, il contesto culturale e sociale in cui siamo immersi. Cinemovel lo fa sempre; lo fa nei villaggi africani, nelle terre confiscate alla mafia, nelle aule delle scuole, all’interno di laboratori creativi realizzati con i giovani. E’ un costante confronto tra culture, generazioni, tradizione e innovazione, che ha sempre uno stesso obiettivo: raccontare attraverso le immagini una storia, reale o inventata, ma sempre centrata sui diritti di ciascun individuo.
 
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Cecilia Conti
 
 
Cinemovel Foundation, con la presidenza onoraria di Ettore Scola, è una fondazione impegnata da oltre dieci anni nell’ideazione e realizzazione di iniziative di cinema itinerante a livello internazionale, per l'informazione, la sensibilizzazione e la formazione delle comunità su temi quali la prevenzione sanitaria, i diritti delle donne e delle bambine, l'educazione ambientale e il contrasto alla criminalità organizzata. 
Il 20 marzo, aspettando la XX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’opera realizzata da Vito Baroncini nel corso di «Schermi in Classe – Percorsi di Legalità» confluirà nella sua performance narrativa «Mafia Liquida».
 
«Come dicono i bambini, la televisione è piccola ma il cinema è grande. Il cinema è grande non solo perché fotografa la realtà, ma perché ci chiede di entrarci dentro. Ci chiede di coinvolgerci, costruire impegno, spendere energie per trasformare e migliorare il mondo.» (messaggio di Don Ciotti a Ettore Scola e Cinemovel Foundation per l’anteprima europea di Libero Cinema in Libera Terra, Parigi)