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Iconoclasti e iconolatri

  • Pubblicato il: 15/11/2018 - 08:01
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani, da Il Giornale dell'Arte numero 390, ottobre 2018

Dada e Surrealismo alla Fondazione Ferrero
Un corridoio fantasma, percorrendo il quale si ha la sensazione di addentrarsi nei meandri del corpo e della psiche. È questa la scenografica idea di allestimento con cui nasce la mostra «Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo della Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen», curata da Marco Vallora per la Fondazione Ferrero. Imponente la selezione di opere esposte dal 27 ottobre al 25 febbraio.


Provengono tutte dal museo di Rotterdam, molte dalla raccolta privata del mercante di Dalí, Edward James (1907-84), grande appassionato anche di Magritte che lo omaggiò con un ritratto nel 1937, «La reproduction interdite», presente in mostra. Il percorso scandisce i temi cari alle due avanguardie: eros, sogno, inconscio, doppio. Opere monumentali, come il trittico «Paesaggio con fanciulla che salta la corda» di Dalí (1936) e la bocca divano di Mae West, si alternano a documenti inediti custoditi nei caveaux della biblioteca del museo olandese: lettere di Breton (guida dei surrealisti), cartoline e volumi illustrati di Duchamp, Masson, Ernst e Picasso, testi di Bataille e Lacan, fotogrammi di Buñuel, fotografie e calendari.

Dipinti, collage e sculture di Duchamp, Man Ray, Scwhitters, Arp e Picabia, dai titoli spiazzanti, immergono il visitatore nel clima anarchico e provocatorio del Dadaismo delle origini, esauritosi nel 1920. Emerge la radice comune che lega il Dada al Surrealismo, sua naturale evoluzione. Cambia il rapporto con il mondo: la libertà muta in evasione, l’ironia in simbolo, il rifiuto della logica in irruzione dell’inconscio. Arriva il tempo delle visioni subacquee di Yves Tanguy, dell’illusionismo di Magritte, delle scene notturne di Delvaux, dei mondi allucinati, onirici e metafisici dei tanti colleghi surrealisti in giro per il mondo.

 

da Il Giornale dell'Arte numero 390, ottobre 2018

Ph: «Les phases de la lune III» (1942) Paul Delvaux (particolare). Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam. Foto: Studio Tromp © Paul Delvaux Foundation by SIAE 2018