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Ic - Idee geniali per cultura

  • Pubblicato il: 19/07/2013 - 20:25
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Neve Mazzoleni e Stefania Crobe

Milano. Non si è parlato di denaro; non si è menzionato l'impegno economico che  Fondazione Cariplo si assumerà per sostenere e avviare start-up culturali e creative. Ma si è messo al centro il contenuto del Bando stesso, che si propone in forma rivoluzionaria e inedita.
Come un Genio dalla tuta a righe orizzontali rosse e bianche, è stato presentato il Bando «IC_Idee geniali per la cultura». Aperto a tutti i soggetti singoli che siano residenti nell'area di azione della Fondazione (Lombardia, Provincia di Novara e Verbano), che possono applicare con un formulario di dodici domande. Quello che deve emergere è un'idea, non per forza inedita, ma che sia fin da subito sostenibile, replicabile, utile, entro il 30 ottobre 2013. Alla fase di raccolta di idee, seguirà la selezione, con una commissione mista di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia.
Obiettivi del progetto, come spiega Alessandro Rubini, ideatore dell'operazione, sono infatti la creazione di un programma organico e coerente per favorire la generazione di innovazione culturale;  far crescere idee verso una dimensione imprenditoriale; incrociare l'offerta culturale generata con una domanda pagante che cerca soluzioni, dunque attivare convergenze di mercato. Il tutto stimolato dall'esperienza acquisita negli anni 2008-2011, attraverso il «Bando per la valorizzazione della creatività giovanile in campo culturale e creativo», che ha dimostrato una enorme potenzialità per la rete di realtà che si sono presentate, ma anche un fortissima criticità nel sapersi sviluppare e sostenere. Da qui l'idea rivoluzionaria per un Ente filantropico, di creare venture capital, ovvero l'infrastruttura favorevole alla nascita e crescita dell'impresa. Ed ecco perché a fianco di Fondazione Cariplo, la Regione Lombardia è scesa in campo, insieme aMake e Cube, cheha messo a disposizione le competenze di incubatore di Impresa, per fornire gli strumenti necessari per la definizione di un business plan e piano di sviluppo, per un accompagnamento solido alla realizzazione delle idee.
Del resto non ci si può più permettere anche in campo culturale una mancanza di visione e approccio imprenditoriale, come sostiene Luca Dal Pozzolo, Fondazione Fitzcarraldo, quarto partner dell'operazione. L'innovazione è fragile e ha bisogno di essere coltivata, accompagnata, con l'impegno del fareGianluca Dettori, AD di Dpixel, fra le maggiori aziende di advising in venture capital per le imprese del settore del digitale, è fermo nel sostenere che innovazione ha un campo semantico ben preciso e strutturato: non è l'idea per l'idea, ma l'idea che convince, che si trasforma in concretezza, azione, impresa, dunque l'innovazione è un processo concreto che scaturisce da una visione. Siamo in un momento dove i disoccupati hanno altissimi profili intellettuali, mentre le aziende patiscono un vuoto di visione. Ecco dove intervenire: su una nuova forma di venture capital, su nuove forme di infrastruttura che hanno a che fare con l'intangibile, la creatività, la conoscenza. Bisogna massimizzare queste risorse. Il tema è già sentito da anni in altri Paesi. In Italia arriva solo ora. L'importante è perseguire questa via, perché porta lontano.
Ed è la sfida del bando, che sosterrà i candidati meritevoli nell'acquisire know-how e metodo, con un percorso residenziale denso di concretezza come spiega Giovanni Petrini di Make a cube, lungo otto settimane (Marzo-Maggio 2014), nelle quali i partecipanti lavoreranno a stretto contatto con professionisti, per sviluppare la propria idea.
A dimostrazione di questo, la sessione plenaria, introdotta da Mario Romano Negri, Fondazione Cariplo e Sabrina Sammuri, Regione Lombardia, ha dato spazio a tre sessioni parallele su temi attuali del settore culturale.

Raccontare il Patrimonio. Teconologia e innovazione lungo la filiera, condotto da Luca Dal Pozzolo, ha dato spazio alle testimonianze di TecnArt, spin off universitario e Fondazione Musei Senesi, accompagnati da T4All, introducendo il tema del valore delle applicazioni tecnologiche al settore più tradizionale della conservazione e valorizzazione. Le sfide sono molte e per uscire dall'isolatamente e incapacità di relazione con il contesto contemporaneo e i pubblici sempre più disinteressati, è necessario esplorare altre forme di comunicazione e di distribuzione, con un occhio sul mercato e sulla sostenibilità delle azioni.
Non si tratta di innovazione o rivoluzioni, ma di ascolto di un mondo che cambia vorticosamente intorno, dal quale non ci si può permettere di tenersi distaccati. Una App ha un potenziale di penetrazione nel pubblico che una normale campagna comunicativa su un Museo non potrà mai raggiungere. La domanda innovativa è nel chiedersi perchè non usare questi nuovi strumenti.

Cultura e open data: quali prospettive? ha apertoinedite visioni su un temaancora poco noto e di cui si ignorano le  molteplici possibilità. Moderati  da Bertram Niessen di Doppiozero, si sono confrontati con un pubblico numeroso e curioso Lorenzo Benussi, di TOP-IX Consortium/Centro Nexa , Matteo Brunati di Wikitalia / ePSI Platform e Anna Conticello, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Tutti d’accordo sulla necessità di «dare un’identità digitale per esistere» e su come un utilizzo innovativo e creativo di dati e metadati che sempre più caratterizzano la nostra società sia utile per lo sviluppo di attività culturali e per la valorizzazione del patrimonio.
Uno sforzo non indifferente in questa direzione, per la fruizione pubblica di dati prima riservati e oggi non solo fruibili ma utilizzabili per ogni scopo, personale o commerciale, al fine di comprendere meglio il mondo dei beni culturali e creare servizi innovativi, lo sta facendo il Mibac, impegnato anche per uno «svecchiamento» legislativo della materia.
Un primo passo verso una strategia per il libero accesso al ricco patrimonio informativo posseduto per promuovere un modello di «governo aperto» che, intensificando la collaborazione tra pubblico e privato, rinnovi il reciproco rapporto di fiducia.

«Giocare» con i contenuti culturali: come unire innovazione e sostenibilità condotto da Alessandra Gariboldi di Fondazione Fitzcarraldo ha presentato best practice per innovare l’offerta culturale e comunicarla, rendendola accessibile ad un pubblico più vasto ed eterogeneo, mantenendone però la portata fortemente educativa.
Sono intervenuti Mattia Sismonda, della Fabbrica dei Suoni, il primo parco tematico italianodedicato interamente al suono e alla musica, e Giovanna Bo, di Achtoons, società nata per narrare attraverso l’animazione, in modo versatile e accattivante e con un’attenzione ai cross-media, contenuti e valori culturali.
Testimonianze di come, usando mezzi «obsoleti» se vogliamo, come il parco a tema e il cartone animato, e non raffinatissime tecnologie, sia possibile re-inventare e innovare l’educational con un approccio imprenditoriale, sfruttando al massimo le potenzialità e le relazioni tra elementi semplici e pre-esistenti, aprendo a nuove prospettive nell’ottica della sostenibilità. Il gioco per coltivare cultura, per tutti.

Come negli obiettivi generali della nuova programmazione Europa Creativa 2014-2020 della Commissione Europea e come recentemente affermato da Federculture con il Rapporto 2013, è necessario investire sul Capitale Umano e sulla sua formazione in campo imprenditoriale applicata alla cultura. I corpi intermedi come gli Enti filantropici si stanno attrezzando, per ora con la freschezza della raccolta di idee, senza distinzioni fra realtà profit e non-profit.

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