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I Bronzi di Riace di nuovo visibili da gennaio 2014. Parola di Bray

  • Pubblicato il: 14/08/2013 - 19:46
Autore/i: 
Articolo a cura di: 
Silvia Mazza
Il progetto Abdr di allestimento della sala delle Polis nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Reggio Calabria. «Entro gennaio prossimo i Bronzi di Riace torneranno ad essere visibili»: dopo svariati (e disattesi) annunci, stavolta a esporsi è il ministro dei Beni culturali Massimo Bray. D’altra parte, nessuno sembra ricordarlo, non c’è più tempo per le proroghe in quella che proprio il 1° gennaio 2014 debutterà come la prima Città metropolitana d’Italia. Che i due guerrieri lascino il palazzo della Regione e tornino in posizione verticale sulle due nuove basi antisismiche dell’Enea, finalmente all’interno del Museo Archeologico Nazionale, non significa, però, che per quella data questo sarà completato. Per l’inaugurazione totale bisognerà, infatti, attendere ancora la prossima primavera. I conti sono presto fatti: l’aggiudicazione della gara per i lavori di allestimento (5 milioni di fondi Ue) è prevista entro il 20 agosto (altre polemiche sono montate per lo slittamento della chiusura del bando dal 6 giugno al 15 luglio) con consegna dei lavori entro il 16 settembre, poi serviranno quindici giorni per la progettazione esecutiva e 180 per concludere i lavori. Sempre che non parta qualche ricorso.
Nell’attesa si ricorre, allora, a una sorta di apertura (parziale) in anteprima: dal 3 agosto sono esposti i quadri sequestrati al «re dei videopoker» Gioacchino Campolo. Mentre il 24 luglio sono stati premiati i vincitori del Concorso internazionale di idee per potenziare l’attrattività delle risorse culturali della città, a partire dal museo: su 78 cinque i vincitori (ReggioRAMM – Rete archeologica Metropolitana Multimediale, MX4M – Mobilità per Mare Museo Mito Montagna, Nuovi spazi urbani per la cultura: il «Corridoio De Nava», La città degli eroi e Adventures in Calabria) e altrettante le menzioni speciali. All’orizzonte c’è poi quell’altro progetto di ampliamento del museo con la realizzazione di una sala sotterranea (1.000 mq) per ampliare i servizi al pubblico e uno spazio pedonale antistante l’ingresso (10 milioni finanziati con i Piani d’azione e coesione per il Sud, ex Poin), dell’architetto romano Nicola Di Battista (da settembre sarà il nuovo direttore di «Domus»), che si era aggiudicato il concorso d’idee nel maggio 2011.
I timori, giustificati, di una nuova prematura chiusura sono però decisamente rigettati dalla soprintendente per i Beni archeologici Simonetta Bonomi, perché, adesso, diversamente dal 2008 quando iniziò il restauro, «l’edificio, grazie all’adeguamento antisismico, è in grado di sopportare anche le sollecitazioni che il nuovo cantiere potrà ingenerare, e i Bronzi saranno al sicuro sulle nuove basi antisismiche». Un progetto, peraltro, contestato dall’associazione Amici del Museo, sia sul fronte della rilettura urbanistica delle aree circostanti (pedonalizzazione della piazza De Nava e differenza di quota tra questo nuovo piano d’accesso al museo e il corso Garibaldi), sia per il pericolo di compromettere i resti della necropoli ellenistica, di cui è certa la presenza sotto il museo.

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 14 agosto 2013