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Hockney e l’iPad en plein air

  • Pubblicato il: 20/01/2012 - 09:15
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DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Ria Hopkinson
David Hockney

Londra. David Hockney porta la campagna dello Yorkshire nella capitale inglese in occasione della prima importante mostra in Gran Bretagna dedicata ai suoi paesaggi. Edith Devaney, direttore della «Summer Exhibition» della Royal Academy, ha contattato l’artista dopo aver visto «Big Trees Near Water»,  un dipinto del 2007 nella mostra di quell’anno, e molte delle 150 opere ora esposte nella stessa istituzione dal 21 gennaio al 9 aprile sono state realizzate proprio dopo quella data.
«Sapevamo che ci sarebbe voluto del tempo per realizzare le nuove opere, dice Marco Livingstone, cocuratore della mostra. Una volta avute a disposizione queste magnifiche sale, non c’è stato modo di fermare Hockney». In due sale sono esposti lavori storici come «Fields, Eccleshill» (1956). Il lungo soggiorno di Hockney negli Stati Uniti è testimoniato dal collage «Pearblossom Hwy., 11-18th April 1986, #2» (1986) e da «A Closer Grand Canyon» (1998), un monumentale assemblaggio di 60 tele.
Fino al 1997, quando l’artista di Bradford fu incoraggiato dall’amico ormai malato e prossimo alla morte Jonathan Silver (che nel 1853 fondò le Galleries at Salts Mill nel villaggio vittoriano di Saltaire, proprio per esporre il lavoro di Hockney), «non aveva mai voluto ritrarre i paesaggi inglesi», dichiara Livingstone. Dopo aver viaggiato nel 2002 in Norvegia e Spagna, tornò alla pittura a olio e iniziò a dipingere lo Yorkshire. Col passare degli anni, i quadri di Hockney  sono diventati sempre più grandi: «Winter Timber» (2009) è largo più di 6 metri. «È stata questa la sfida che lo ha affascinato maggiormente, prosegue Livingstone: quanto possono essere grandi i paesaggi?» Molti si sviluppano su diverse tele, «che mostrano lo scorrere del tempo, non fissando un singolo momento, precisa il curatore. Hockney è andato a dipingere nello Yorkshire proprio per sfuggire al taglio tipico della macchina fotografica».
Per realizzare «The Big Hawthorne» (2008), l’artista si è alzato all’alba ogni giorno per una settimana allo scopo di ritrarre il suo soggetto in una luce particolare. «Il suo lavoro negli anni Sessanta era molto più grafico e Hockney poteva passare anche sei mesi su un quadro, continua Livingstone. Ora è questione di giorni». Hockney espone nella galleria principale 51 disegni a getto di inchiostro realizzati con l’iPad, accanto a un quadro di grandi dimensioni, «The Arrival of Spring in Woldgate, East Yorkshire in 2011 (twenty eleven)», oltre a 44 disegni visibili su iPad. L’artista, oggi settantaquattrenne, ha recentemente incontrato l’inventore dell’applicazione Brushes che è rimasto «sbalordito dalla sua abilità nell’utilizzarla, dichiara Livingstone. Hockney si è addirittura fatto fare dei vestiti con tasche su misura per contenere l’iPad». La mostra, che si sposterà al Guggenheim di Bilbao dal 14 maggio al 30 settembre e al Museo Ludwig di Colonia dal 27 ottobre al 4 febbraio, comprende un work in progress, un video di venti minuti sul cambiamento delle stagioni.

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da Il Giornale dell'Arte numero 316, gennaio 2012