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Per gli eredi dei Chigi, il collezionismo è a Monte

  • Pubblicato il: 23/11/2012 - 02:09
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Ada Masoero
OTTONE ROSAI

Mantova. Le Fruttiere di Palazzo Te presentano dall’11 novembre al 4 febbraio una mostra che esibisce la sezione meno nota della collezione d’arte del Monte dei Paschi di Siena. Famosa per i capolavori antichi della collezione Chigi Saracini, la banca senese (fondata nel 1472) possiede anche un’importante raccolta di arte del XX secolo, avviata dalla Banca Toscana e confluita nel suo patrimonio al momento dell’incorporazione dell’istituto: di qualità ma inizialmente eterogenea e discontinua, la collezione fu poi resa più organica dalle acquisizioni mirate seguite da Donatella Capresi, responsabile del patrimonio d’arte della banca fiorentina e ora curatrice, con Barbara CinelliDaniela Sogliani (lei per la sezione mantovana) della mostra «Dipinti sculture e disegni del Novecento. Esperienze di collezionismo nelle raccolte del Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione Banca Agricola Mantovana» (catalogo Skira). La raccolta, come accade spesso nelle banche, nasceva da acquisizioni occasionali, frutto di recupero crediti, ma in seguito, con il progredire degli studi sul XX secolo, gli acquisti si fecero consapevoli e la banca si orientò sulla migliore arte toscana (ma non solo) del Novecento, pubblicando importanti volumi e acquistando opere selezionate: la prima, nel 1979, fu «I giocatori di toppa» di Ottone Rosai, già dell’editore Vallecchi, mecenate dell’artista. Giunsero poi, tra gli altri, «Le Apuane» di Lorenzo Viani, «Maschere e rovine» dipinto da Severini nel 1928 per la casa del suo mercante parigino Léonce Rosenberg e il grande «La scuola» (1928) di Felice Carena (lungamente docente a Firenze), vincitore nel 1929 del Premio Carnegie di Pittsburgh e acquisito dal museo della città (la Banca Toscana lo acquistò nel 1980 quando il museo lo vendette per finanziare nuovi acquisti). Ci sono poi opere centrali del percorso di Campigli, Libero Andreotti, Marino Marini, Donghi, Mafai, Pirandello, Socrate e altri ancora. In chiusura è esposta una selezione di dipinti dellaFondazione Banca Agricola Mantovana, nota per le sue raccolte numismatiche, ma qui rappresentata dalle opere di artisti mantovani del Novecento.

da Il Giornale dell'Arte numero 325, novembre 2012