Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Gli enigmi di Maurits Escher

  • Pubblicato il: 16/07/2013 - 08:52
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Maurits Cornelis Escher Su e giù luglio 1947 litografia in colore marrone

Reggio Emilia. La Fondazione Palazzo Magnani dal 19 ottobre al 23 febbraio del prossimo anno allestirà la rassegna «L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria». Un appuntamento, dedicato appunto all’artista e grafico olandese scomparso nel 1972, curato dal noto matematico Piergiorgio Odifreddi, con lo storico dell’arte Marco Bussagli, il collezionista Federico Giudiceandrea e Luigi Grasselli, docente e pro-rettore dell'Università di Modena e Reggio. Dire Escher vuole dire immagini enigmatiche e ricerca sull'infinito e l'impossibile. Non si può che usare questi termini per definire le composizioni più note di Maurits Cornelis Escher, venuto alla luce il 17 giugno 1898 a Leeuwarden. Quelle costruzioni visive impossibili, esplorazioni dell'infinito che tanto devono agli arabeschi dell’Alhambra trecentesca di Granada o alle stampe di Piranesi,  da decenni «stregano» molti studiosi e ancor più appassionati. L’immagine «Nastro di Mobius» (1963), insieme a «Mani che disegnano» (1948) sono senz’altro che le due produzioni più note e entrambe saranno visibili ai visitatori di Palazzo Magnani. Qui saranno esposte 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali tra cui la Galleria d’arte moderna di Roma e la Fondazione Wolfsoniana di Genova oltre che da importanti collezioni private. A Palazzo Magnani saranno riunite xilografie e mezzetinte che tendono a presentare le costruzioni di mondi impossibili, le esplorazioni dell'infinito, le tassellature del piano e dello spazio, i motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. Ecco perché la scelta di realizzare una esposizione che mette insieme forme e modelli artistici con le regole della geometria. Il tutto per «spiegare» il mondo. Non a caso l’artista usò queste parole: «Con le mie stampe, cerco di testimoniare che viviamo in un mondo bello e ordinato e non in un caos senza forma, come sembra talvolta. I miei soggetti sono spesso anche giocosi: non posso esimermi dallo scherzare con le nostre inconfutabili certezze». In mostra anche una serie di autori che hanno ispirato l’artista o ne sono stati ispirati: Dürer, Piranesi, Koloman Moser, Dalì, Balla, Vasarely, Keith Haring. La mostra è inoltre concepita da Fondazione Magnani come uno strumento e una «macchina didattica» che consente di entrare dentro la creatività di questo artista. Per approfondire l’autore la Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio promuove un ciclo di conferenze condotte da esperti. Venerdì 11 ottobre alle ore 17.30 l’aula Magna dell’ateneo in via Allegri 9 si svolge «La forma della simmetria: dai mosaici dell'Alhambra ai mondi di Escher» con i relatori Luigi Grasselli, prorettore e Antonio F. Costa Gonzáles, matematico. Venerdì 8 novembre alle 17.30 l’aula ospiterà «Escher: le due facce del genio, fra matematica e storia dell'arte». Si tratta di una conversazione sul rapporto tra arte-scienza con Piergiorgio Odifreddi, del comitato scientifico e collaboratore di Repubblica, e Marco Bussagli, storico dell’arte. Seguirà un terzo incontro in corso di definizione su «Escher visto da vicino. L'uomo e l'artista nel racconto di un appassionato collezionista». Relatore Federico Giudiceandrea insieme ad altri ospiti. Alla mostra sono inoltre previste visite guidate per il pubblico e un corso di aggiornamento per insegnanti riconosciuto dall'Ufficio scolastico provinciale.

© Riproduzione riservata