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Fondazioni e archivi d’artista: un corso per gestirli

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:01
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Alessia Zorloni

Per tutelare la propria produzione e i propri collezionisti, i più illuminati e previdenti tra gli artisti costituiscono un archivio delle loro opere quando sono ancora in vita, spesso connesso alla costruzione di cataloghi ragionati e al rilascio di certificati d’autenticità. Alcuni come Damien Hirst, Yayoi Kusama, Thomas Schütte e Bernar Venet hanno creato un loro museo per conservare, valorizzare e trasmettere alle generazioni future il proprio patrimonio artistico. Un nuovo corso organizzato dall’Associazione Italiana Archivi d’Artista (AitArt) insegna a gestire archivi e fondazioni d’artista.
 

A pochi chilometri da Düsseldorf, nei pressi di Neuss, sorge la Skulpturenhalle, il museo privato dell’artista tedesco Thomas Schütte. Progettato dallo stesso artista non lontano dal complesso che ospita la Langen Foundation e gestito da una fondazione, il museo è dedicato all’esposizione e alla valorizzazione della scultura e include un grande deposito sotterraneo, pensato appositamente da Schütte per conservare le sue opere dopo la morte.  
 
Non lontano da Saint Tropez, immersa in una fitta vegetazione quasi tropicale, si trova un’altra fondazione straordinaria, dedicata alla promozione e alla valorizzazione delle arti platiche voluta dall’artista francese Bernar Venet.
 
Nata ufficialmente nel 2014, la Venet Foundation è un luogo pensato dall’artista per conservare la memoria artistica di cinquanta anni di carriera e per esporre oltre alle sue opere, quelle della sua collezione personale, composta da artisti internazionali come Dan Flavin, Donald Judd, François Morellet, Sol Lewitt, Franck Stella, Arman e Lawrence Weiner.
Anche Gilbert & George, una delle coppie più famose dell'arte del secondo Novecento, stanno progettando una fondazione che aprirà nel 2019 a Spitalfields, nella zona est di Londra e che seguirà quel numero ristretto di artisti-imprenditori, come Damien Hirst e Yayoi Kusama, che hanno creato un loro museo per conservare, valorizzare e trasmettere alle generazioni future il proprio patrimonio artistico.
Gestione, tutela e valorizzazione dell’eredità culturale e patrimoniale di un artista sono temi al centro del dibattito storico, artistico e giuridico del mondo dell’arte e possono coinvolgere anche interessi economici rilevanti. Basti pensare il lascito di Francis Bacon nel 1999 fu stimato 100 milioni e quello di Andy Warhol fu valutato 510 milioni di dollari dopo la sua morte.
Per tutelare la propria produzione e i propri collezionisti, i più illuminati e previdenti tra gli artisti costituiscono un archivio delle loro opere quando sono ancora in vita, spesso connesso alla costruzione di cataloghi ragionati e al rilascio di certificati d’autenticità. Gerhard Richter, Daniel Buren e Tony Cragg sono solo alcuni tra i più influenti artisti contemporanei, che per primi hanno capito l’importanza della realizzazione di un sito web che rappresentasse una fonte ufficiale per i dati anagrafici, per la rassegna stampa e l'archivio delle proprie opere.
 
Fonti preziose da un punto di vista documentario, gli archivi d’artista o le fondazioni che portano il nome dell’artista si fanno garanti dell’autenticità delle opere ma anche promotori istituzionali d’iniziative intorno all’attività e alla figura che rappresentano e del momento storico-artistico di riferimento. Quando autorevole l’archivio d’artista può assumere, anche nell’ambito del mercato, il ruolo di certificatore ufficiale dell’originalità di un’opera. L’attività di certificazione offerta dagli archivi può esplicarsi, infatti, sia direttamente, attraverso il rilascio di attestati di autenticità, sia indirettamente, mediante la comprensione dell’opera dell’artista e l’inserimento della stessa nel catalogo ragionato.
 
In Italia la maggior parte degli archivi rilasciano autentiche, come ad esempio l’Archivio Gastone Novelli, l’Archivio Franco Angeli, la Fondazione Enrico Castellani e l’Archivio Bonalumi. In alcuni casi, come quello della Fondazione Arnaldo Pomodoro, è proprio l’artista stesso, ancora vivente, a certificare l’autenticità dell’opera rilasciando il documento dell’autentica. Ci sono poi archivi, come la Fondazione Piero Manzoni, che non rilasciano autentiche, ma archiviano solamente le opere. Fare archiviare un'opera comporta di solito un costo, che tendenzialmente varia, seconda l'autore, il paese, l'importanza del dipinto o della scultura, da 150 a 5000 €. Alcuni archivi fissano un costo inziale di 300 € e nel caso in cui venga rilasciata anche la dichiarazione di autenticità il costo sale fino a 600 €. Per altri il costo varia in base alla tecnica con la quale è stata realizzata l’opera.
 
Gli archivi non soltanto certificano l’autenticità del lavoro di uno specifico artista ma possono diventare strumenti indispensabili per la ricerca e la formazione, impegnati costantemente nell’aggiornamento e nella gestione delle tracce della vita e della personalità di un’artista. Un ruolo fondamentale è svolto anche dalle gallerie che, in collaborazione con gli eredi, la fondazione o l'archivio, mettono in atto alcune operazioni volte a promuoverne la conoscenza. Tra queste, l’organizzazione di retrospettive nei musei, che aiutano a sostenere le quotazioni nel mercato secondario, e in alcuni casi la redazione e pubblicazione dei cataloghi ragionati delle opere dell’artista. La galleria Pace, per esempio, ha fondato una casa editrice che si occupa appositamente di questo. Queste attività hanno importanti effetti, sia a fini culturali che materiali, per la ricaduta sulla completezza della documentazione dell’opera di ogni artista, e sua storicizzazione, nonché, sulla valutazione economica delle singole opere.
Il rapporto tra un archivio e una galleria può strutturarsi in molteplici modi, non esiste un unico modello. Vi sono casi in cui la relazione si configura come un semplice mandato per la vendita delle opere, altri in cui il gallerista ha il compito di mantenere i rapporti con curatori e musei, o di gestire i prestiti, fino ad arrivare alla completa amministrazione del lascito. La galleria Hauser & Wirth, per esempio, con un totale di 25 lasciti, è orami specializzata nel settore degli archivi. Con un approccio altamente personalizzato per ogni lascito, la galleria lavora a stretto contatto con la famiglia o la fondazione, progettando un piano a lungo termine sia per il mercato primario che per quello secondario.
Un tema rilevante infatti della vita dell’archivio è quello della sua sostenibilità economica, che molto spesso si basa sulla gestione e sulla vendita di uno stock finito di opere; è necessario pertanto studiare i tempi di immissione delle opere sul mercato attraverso un’attenta pianificazione finanziaria.
Non solo le gallerie ma anche le case d'asta hanno mostrato interesse per questo business. Sotheby's, per esempio, rappresenta l’estate di Vito Acconci, mentre Van Ham di Colonia ha aperto nel 2013 una divisione dedicata alla gestione dei lasciti, la Van Ham Art Estate.
Ma come deve essere organizzata la successione di un artista e il suo lascito? Quale forma giuridica deve assumere? Chi deve amministrarlo? Quali sono i suoi obiettivi nel breve e nel lungo termine? E quali competenze coinvolge? Per rispondere a queste domande un valido contributo arriva dall’Associazione Italiana Archivi d’Artista (AitArt), presieduta da Filippo Tibertelli de Pisis, che ha creato un Corso per Curatore di Archivio d’Artista che si terrà a Roma alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea dal 1 al 3 febbraio 2018
Relatori delle tre giornate, che verteranno sulle problematiche di tali istituzioni, sono docenti universitari, avvocati specializzati in diritto d’autore e diritto fiscale, notai, curatori di musei e collezionisti che affronteranno temi legati all’organizzazione dell’archivio, alla circolazione delle opere, ai comitati per l’autentica, alla conservazione e restauro delle opere fino ad arrivare alla gestione dei rapporti tra gli archivi e il mercato dell’arte. Il corso, diretto da Alessandra Donati, Docente di Diritto Privato Comparato dei Contratti all'Università Milano-Bicocca, risponde a esigenze sempre più diffuse e quanto mai attuali, relative alle problematiche della certificazione dell’autenticità delle opere d’arte, e all’individuazione di linee guida e best practice per la tutela e la valorizzazione dell’artista e delle sue opere.
L’Associazione, come si legge nel suo statuto, oltre a promuovere l’istituzione di nuovi archivi di artisti viventi e a svolgere attività volte alla salvaguardia e alla conservazione degli archivi esistenti, intende promuovere l’instaurarsi di comportamenti virtuosi e scientificamente qualificati nell’istituzione e nella gestione degli archivi d’artista e nel rilascio di certificati di autenticità, nonché nella redazione ed aggiornamento dei cataloghi ragionati delle opere degli artisti.
 
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Ph: Skulpturenhalle, Nic Tenwiggenhorn © VG Bild-Kunst, Bonn 2016