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Fondazione Zeri, parte il progetto di catalogazione con la Regione Emilia Romagna

  • Pubblicato il: 16/01/2012 - 16:40
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Apollonio di Giovanni (?)

Bologna. Secondo Anna Ottani Cavina, direttore della Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna, il grande storico dell’arte scomparso il 5 ottobre 1998 ricercò per tutta la vita in maniera «forsennata» foto e cataloghi d’asta per il suo lavoro di ricerca. Questa attività di Zeri ha portato l’ente che oggi ne gestisce l’eredità professionale dapprima a mettere on line oltre 140mila fotografie di dipinti dal XII al XVIII secolo della fototeca di 290mila, oltre ad effettuare la catalogazione dei volumi della biblioteca e oggi a fare lo stesso con il patrimonio dei cataloghi d’asta. Quest’ultimo, composto da 37mila pubblicazioni, è il più cospicuo esistente in Italia (altre raccolte importanti sono a Palazzo Venezia di Roma e al Kunsthistorisches Institut di Firenze) ed è composto da cataloghi italiani e stranieri a partire dalla fine dell’Ottocento. Tra i nuclei di Zeri vi sono infatti cataloghi inglesi del periodo 1910-1998, francesi a partire dal 1879 (case d’asta: Drouot, Petit, Charpentier), italiani a partire dal 1880 (di Pandolfini, Finarte, Semenzato) oltre a quelli più noti di Sotheby’s e Christie’s e altri di case d’asta di Austria, Svezia, Olanda, Portogallo, Ungheria, Argentina, America.
«Federico Zeri, spiega Anna Ottani Cavina, raccolse tutto in una forsennata ricerca dei cataloghi, il 75% dei quali si riferiscono al periodo 1960-1998 anche se sono presenti in archivio pubblicazioni rarissime di fine Otto inizio Novecento che testimoniano le grandi dispersioni di collezioni anche notissime di quel periodo. Si tratta, come si comprende di una raccolta di importantissimo valore per gli studi artistici, tanto più se consideriamo che in biblioteche come la Frick Art Reference Library di New York, le Fondazioni Longhi e Berenson di Firenze o quella degli Uffizi non hanno nulla di simile. Zeri ha razziato tutti questi materiali, pagandoli con i suoi soldi e annotava minuziosamente in molti casi le sue considerazioni sulle opere. Per questo è urgente schedare questi cataloghi e collegarli alle immagini della fototeca: così faceva Zeri». Il progetto di catalogazione dei primi 12mila cataloghi d’asta è stato presentato mercoledì scorso nella sede di Santa Cristina da Ottani Cavina, dal rettore dell’ateneo e presidente della Fondazione Zeri Ivano Dionigi e da Alessandro Zucchini, direttore dell’Istituto Beni artistici, culturali e naturali della Regione che sostiene l’iniziativa. «Il Polo bibliotecario bolognese, spiega Chiara Basalti cui è stato affidato il coordinamento della catalogazione, diverrà in questo modo il polo di riferimento per questa tipologia di materiali e arricchirà anche il patrimonio librario nazionale di un fondo unico. I primi 12mila cataloghi entreranno in Sebina open library, il sistema integrato nazionale delle biblioteche. In più predisporremo un catalogo parallelo, online sul nostro sito, che consentirà di ricercare nei cataloghi per data, luogo e codice d’asta. Non solo: li metteremo in relazioni con la fototeca Zeri perché lo studioso riportava sul retro delle fotografie le informazioni sui passaggi sul mercato antiquario. In questo modo ogni catalogo sarà virtualmente collegabile a un apparato iconografico immediatamente disponibile permettendo di ricostruire i passaggi di innumerevoli opere d’arte». Infine Zucchini dell’Ibc: «Dal 2000 l’istituto sostiene la Zeri con alterne vicende, perché purtroppo i finanziamenti vanno e vengono. I benefici per i cittadini e gli studiosi in questo caso sono ovvi, aggiunge estremo valore al polo bibliotecario bolognese che ha milioni di referenze».

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Fondazione Federico Zeri
ex Monastero di Santa Cristina, piazzetta G. Morandi 2, Bologna
info. 0512097486 , www.fondazionezeri.unibo.it