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Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana, quando i cittadini si mobilitano per la cultura

  • Pubblicato il: 14/11/2016 - 21:54
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

Un teatro chiuso da 17 anni, il desiderio di alcuni cittadini di riaprirlo e farlo diventare un luogo di cultura «aperto alla città»: questi i presupposti per la rinascita del Nuovo Teatro Faraggiana di Novara, ora nuovamente attivo grazie all'impegno delle forze culturali della città, che hanno costituito l'omonima fondazione che ne cura la gestione

Un teatro con una lunga storia. Il «Civico Teatro Faraggiana» venne costruito nel 1905 per volontà del marchese Raffaello che lo donò alla città nel 1911, a condizione che venisse conservato come teatro e che conservasse il nome ella famiglia. Era il terzo teatro cittadino, dopo il Coccia e il Municipale-Politeama, e fu fortemente voluto dalla famiglia con il preciso intento di offrire alla città uno spazio di cultura più ampio rispetto al teatro principale, il Coccia, di proprietà e gestione della Società dei Palchettisti, esponenti delle grandi famiglie, aristocratiche e borghesi, cittadine. Il nuovo teatro, concepito come spazio di azione collettiva, poteva offrirsi oltre che per gli spettacoli tradizionali, come luogo di assemblee numerose, o varie manifestazioni.
Progettato e realizzato dall’architetto Giuseppe Oliverio di Milano, il Faraggiana aveva una platea di circa 15 metri di diametro, con un frontone del boccascena di 12 metri. La pianta era a ferro di cavallo e comprendeva 378 posti a sedere in platea, 19 palchi, una galleria per 227 persone e un loggione per 256.
Nel periodo gestito in prima persona da Raffaello vengono privilegiate la lirica e la prosa (il primo spettacolo fu «La sonnambula di Bellini»), ma non viene comunque trascurata la nuova arte cinematografica. Poi, con una serie di spettacoli ben azzeccati e grazie all’accordo tra Raffaello e il presidente del Coccia per evitare la concorrenza, il Faraggiana si venne gradualmente radicando nelle consuetudini teatrali della città.
Dopo varie ristrutturazioni, come quella del 1934, e varie vicissitudini, come l’incendio che distrusse parte dell’edificio nel 1940, nell’aprile del 1993 andò in scena l’ultimo spettacolo sullo storico palco.
Dal 30 giugno 1999 il teatro/cinema è rimasto definitivamente chiuso al pubblico a seguito di provvedimento della Commissione Tecnica Provinciale di Vigilanza, causa la mancanza dei requisiti di sicurezza indispensabili per ottenere l’agibilità sia della struttura architettonica sia della relativa parte impiantistica.
Dal 2005, al fine di ripristinarne la funzionalità e restituirlo alla pubblica fruizione, l’immobile è stato oggetto di interventi di recupero e ristrutturazione a cura dell’Amministrazione Comunale.

Visioni diverse per la riapertura del Faraggiana. L'amministrazione comunale rimasta in carica fino a giungo del corrente anno è favorevole a trasformare il teatro in una multisala cinematografica rinunciando all’attività in palcoscenico, ritenendo che per Novara due teatri siano troppi. Ma un gruppo ristretto di Novaresi, capitanato dal regista cinematografico Vanni Vallino, ribatte lanciando sui social network una sfida culturale: l'idea è di pensare ad un sistema teatrale che sappia proporsi all’intera provincia e a livello nazionale, un laboratorio che sappia liberare idee creative ed energie nuove. Con questo intento prende il via una vera e propria mobilitazione popolare che vede le forze culturali della città scendere in campo per salvare il teatro destinato alla multisala.
La discussione si fa accesa, ma alla fine i cittadini hanno la meglio: il Comune nell'estate del 2015 lancia il bando di gestione del Teatro Faraggiana per «attività di spettacolo e culturali», rispettando quanto emerso nel dibattito tra le forze culturali della città. L'aspetto curioso è che la redazione del bando e del disciplinare vengono affidati al settore lavori pubblici e non a quello della cultura.
Così si esprime l'allora sindaco Andrea Ballarè: «Aver ascoltato e aver trovato persone che si sono messe in gioco, si sono assunte responsabilità, si sono rimboccate le maniche. Questa la chiave di volta. La città sta vincendo sul piano della cultura».
Secondo il bando il  valore «presunto e meramente indicativo della concessione, comprensivo dei proventi ipotizzati della gestione dei servizi principali e accessori, nonché del contributo del Comune, viene stimato in 1.125.000 euro per tutta la durata della stessa. La concessione avrà la durata di 9 anni per garantire una gestione stabile, con programmazioni artistiche nei vari settori dello spettacolo, e culturali di qualità, che si inseriscano nell’ambito del sistema culturale novarese».

Nasce la Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana. Un’unica offerta pervenuta, da una compagine novarese, la costituenda fondazione denominata «Nuovo Teatro Faraggiana», guidata da 12 privati cittadini che hanno preso a cuore le sorti del teatro novarese: il presidente Vallino, l’attrice Lucilla Giagnoni, una serie di soggetti culturali della città (la Scuola di musica Dedalo, il Novara Gospel Festival, il NovaraCineFestival, il Comitato d’amore di Casa Bossi) e alcuni artisti novaresi. A questi si sono aggiunti lo storico Renzo Crivelli e il presidente della Fondazione Bpn. Alcune aziende hanno versato una quota in cambio di un palco. Il patrimonio della Fondazione è costituito da un capitale iniziale di 6.000 euro, versato dai Fondatori Cardinali all’atto della costituzione1. La Fondazione gestirà il teatro con un aiuto economico del Comune di 125 mila euro per il primo e il secondo anno: è il corrispettivo dei lavori che mancano ovvero la biglietteria e l’impianto per il cinema che avrà un sistema digitale 4K.
Comune e Fondazione BpN hanno sostenuto la ristrutturazione. Gli spazi del teatro sono adeguati per circa 450 persone: 378 in platea e palchetti, 85 in prima galleria.

Il Teatro Faraggiana può così finalmente riaprire i battenti. Il 21 ottobre alle ore 21 il teatro viene inaugurato con «Canto alla città» (un viaggio da Dante ai giorni nostri) di e con Lucilla Giagnoni e con le musiche eseguite dall’Orchestra Giovanile Dedalo.
La stagione 2016/2017, che verrà realizzata grazie al contributo di 70.000€ della Compagnia di San Paolo tramite il bando Performing Arts, punterà sulla drammaturgia contemporanea e affiancherà a celebri artisti anche talenti emergenti.
«Già questo primo spettacolo – dice l’attrice e autrice novarese – dà l’idea dell’impronta che abbiamo voluto dare, ovvero la ricerca di un filo conduttore (appunto teatro e città) e la volontà di dare spazio alle realtà giovani, meglio se di Novara come è il caso di Dedalo».
E infatti, accanto a nomi ben noti al grande pubblico (tra cui Marco Paolini, Natalino Balasso, Antonio Rezza) ci saranno attori e autori emergenti.
Spazio anche alla musica, che vedrà spettacoli del Gospel Festival, concerti come quello di Simona Bencini lead vocalist dei «Dirotta su Cuba» o di Serena Brancale, nonché due appuntamenti del Festival Cantelli, E poi la stagione cinematografica e altri appuntamenti come gli spettacoli mattutini per le scuole per arrivare a una collaborazione con il Teatro Coccia.

La gestione e la struttura organizzativa. Il presidente della fondazione, Vanni Vallino, è anche il direttore del teatro. La direzione artistica è affidata a Lucilla Giagnoni mentre Roberto Pronzello (direttore organizzativo del NovaraCineFestival) è il direttore di sala. La gestione del teatro è piuttosto snella, tre sono le persone assunte, mentre i servizi di biglietteria, pulizia, etc. sono affidate a personale esterno.
Diverse le attività di marketing e promozione: si va da «una poltrona gratis» ai giovani con meno di vent'anni per lo spettacolo di domenica al «taxi collettivo» per chi vuole assistere a uno spettacolo con il costo della corsa pari al prezzo del biglietto di un bus di città.
E per promuovere il teatro emergente e dare spazio alle nuove tendenze, il Teatro Faraggiana ha aderito assieme ad altri cinque teatri italiani al progetto «L’Italia dei Visionari», un’iniziativa destinata ad artisti o compagnie professionali emergenti che operano nel settore del teatro contemporaneo, nella danza o nella performing act e che abbiano prodotto o stiano per produrre un nuovo lavoro.
In ciascuna delle città coinvolte nel progetto (assieme a Novara ci sono anche Como, Rimini, Teramo, Livorno, Sansepolcro in provincia di Arezzo) verrà formato un gruppo di spettatori locali, non addetti ai lavori ma semplici appassionati, che vedranno tutto i materiali video arrivati selezionandone alcuni per ciascuno dei festival o dei teatri coinvolti. Al Faraggiana di Novara andranno in scena sei di questi spettacoli, che saranno inseriti nella prossima stagione teatrale.

«Un’avventura impensabile solo un anno fa » – dice Vanni Vallino e Lucilla Giagnoni aggiunge «Uno spazio che avrà tanti linguaggi. Per realizzare un sogno: una scuola di umanità, per tutti. Quello che è accaduto a Novara nel segno della cultura è qualcosa di straordinario. Unico in Italia».
Mai più appropriata la citazione di Italo Calvino sul sito della fondazione: «D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».

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