Fondazione Lia: i libri accessibili sono diventati realtà
Il progetto Lia – Libri Italiani Accessibili è diventato Fondazione. LIA nasce nel gennaio 2011 grazie alla collaborazione tra AIE - Associazione Italiana Editori e l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e al sostegno del Mibact, con l'obiettivo di aumentare la disponibilità sul mercato di titoli di narrativa e saggistica accessibili ai quasi due milioni di Italiani non vedenti e ipovedenti.[1]
Mettendo a frutto le potenzialità del digitale, LIA ha attuato un modello basato sull’utilizzo di standard internazionali avviando un progetto di sistema che ha coinvolto tutti gli attori della filiera dei libri digitali. Dal giugno 2013 è attivo il catalogo online di oltre 8mila e-book accessibili tra narrativa, saggistica, premi letterari e libri per bambini con il coinvolgimenti di circa l'80% degli editori italiani e 400 novità editoriali al mese. Nel maggio 2014 viene costituita dall'AIE, la Fondazione LIA per raccogliere l’eredità del progetto e garantirne la sua continuità nel tempo.
Lo spirito guida della nascita della Fondazione LIA è stato quella di realizzare un «progetto di innovazione sociale con una spiccata dimensione collettiva» con l'intento di «produrre un uso ottimale di risorse per il conseguimento di un risultato sociale ampio», riuscendo a stare sul mercato e finanziarsi anche attraverso i ricavi generati dalle proprie attività.
Ecco quindi che la fondazione non solo si occupa di realizzare contenuti editoriali accessibili, ma svolge anche attività di educazione, informazione, ricerca e sviluppo per allargare l'accesso ai libri a tutte quelle persone che per condizioni sociali e culturali hanno un difficile rapporto con la lettura.
L’attività principale della fondazione riguarda il controllo e le certificazioni delle pubblicazioni affinché siano accessibili secondo le linee guida predisposte da LIA sulla base delle indicazioni degli standard internazionali. La fondazione offre inoltre alle case editrici il proprio know how tecnico nell'attività di correzione e di conversione dei documenti.
L'ambizione è di estendere questo servizio anche ad aziende, istituzioni e pubblica amministrazione ed altre realtà interessate a rendere accessibile la propria documentazione.
Inoltre Fondazione Lia progetta corsi e percorsi formativi rivolti a fornire, ad utenti e produttori di contenuti, nozioni e strumenti per orientarsi nel vasto panorama delle soluzioni tecnologiche offerte dal mercato, scegliendo quelle più adeguate alle esigenze di ciascuno e aggiornate rispetto alle continue evoluzioni del settore.
A sostegno dell'attività della fondazione, è stata attivata la campagna «Acce(n)di un libro» mirata sia alla raccolta fondi che ad un aumento del catalogo di e-book accessibili su segnalazione dei lettori. Chiunque può indicare un titolo da trasformare in e-book accessibile ed effettuare una donazione che viene premiata con un kit di segnalibri Lia. La campagna è stata realizzata in collaborazione con la start-up milanese Streamcolors che realizza progetti grafici per il mondo della moda e dell'arte e con la cooperativa Handy System specializzata in trascrizioni Braille.
Per diffondere la cultura dell'accessibilità alla lettura, Lia promuove alcuni progetti tra cui l'iniziativa «Reading al buio» nell'ambito di Bookcity Milano: l'evento del novembre scorso presso l'Unione Italiana Ciechi ha coinvolto autori come Chiara Gamberale e Giuseppe Festa per far sperimentare ai lettori la lettura non “visiva” ma “tattile”, ossia la modalità di lettura di chi ha problemi di vista.
A dicembre, nel Teatro del Carcere di Rebibbia, è stato presentato il progetto «Segnalibro» finalizzato a formare 20 cittadini detenuti nel campo dell'editoria digitale, con particolare riguardo agli e-book accessibili.
Infine è in fase di avvio il progetto «ACT – ACcessible Theatre», un laboratorio professionale di lettura accessibile per il teatro e di tecniche attoriali, rivolto a non vedenti e ipovedenti.
La capacità di fare rete e di lavorare insieme con altre realtà su progetti innovativi e tecnologicamente avanzati è un tratto distintivo di Fondazione Lia e numerosi sono i soggetti con cui collabora.
Tra questi, il Gruppo Intesa Sanpaolo, molto attento al tema dell’inclusione e della diversità, come dichiara nel proprio Codice Etico. Negli anni il gruppo è stato promotore di iniziative in materia di accessibilità sia alle funzionalità informatiche che a quelle informative per i suoi collaboratori non vedenti e ipovedenti, oltre che per i propri clienti (per esempio, con i Bancomat attrezzati). La partnership con Fondazione Lia nasce tramite la realizzazione di uno studio di fattibilità per un progetto pilota rivolto alla funzione CSR che conta al suo interno oltre 250 risorse non vedenti e ipovedenti. Il primo risultato è stata la rielaborazione dei principali documenti di Responsabilità Sociale (Codice Etico e Rapporto di Sostenibilità), secondo le regole certificate da Fondazione LIA e la loro pubblicazione sia sulla rete Intranet che nella sezione Sostenibilità del sito internet istituzionale. In prospettiva la collaborazione dovrebbe proseguire nella rielaborazione della enorme mole di informazioni presenti nella Intranet aziendale e nel sito Internet del gruppo bancario, non duplicando i documenti presenti online, ma elaborando i contenuti esistenti per renderli leggibili a tutti. I documenti dovranno essere accessibili, ma non per questo diversi o meno gradevoli dal punto di vista grafico.
Inoltre la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Fondazione Lia è orientata ad attivare percorsi di formazione che consentano alle strutture del gruppo di redigere autonomamente documenti accessibili.
Ecco dunque un interessante esempio di convergenza tra no profit e for profit, resa possibile grazie al know how - tecnologico e non solo - messo a disposizione dalla fondazione e alla consapevolezza dell'ente economico che l'accessibilità ai sistemi e alle applicazioni della banca è rilevante sia per i collaboratori che per i clienti. E questo tema sta acquistando importanza in uno scenario socio-demografico che nei paesi sviluppati registra un crescente invecchiamento della popolazione, con gli effetti che ne conseguono sul mercato di riferimento. Uno sguardo quindi alla responsabilità sociale, ma senza dimenticare gli obiettivi economici...
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[1] Si veda il precedente articolo su Il Giornale delle Fondazioni del 12 maggio 2014