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Fondazione CRC fa Cultura. Da 25 anni

  • Pubblicato il: 17/06/2017 - 09:25
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Sara Marceddu

Con un impegno dagli esordi in Cultura e la conferma per il futuro,  Fondazione CRC  festeggia i suoi primi 25 anni con un percorso di iniziative  artistico-culturali che da maggio a dicembre si svolgeranno tra Cuneo, Alba e Mondovì, con iImportanti nuove collaborazioni per portare l’arte contemporanea al di fuori degli spazi convenzionali. Il calendario si è aperto il 26 maggio con la mostra sulla pop-art “Io non amo la natura”, in collaborazione con la GAM, Galleria d’arte moderna e contemporanea di Torino, nel complesso monumentale di San Francesco di Cuneo e proseguirà con progettualità sulle progetti sui quali ci siamo confrontati con Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC.
 


 
Cuneo. La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo-CRC che opera nella sua provincia, prevalentemente nelle aree dell’Albese, del Cuneese e del Monregalese, a 25 anni dalla sua costituzione si conferma solida, con un patrimonio netto – al 31 dicembre 2016 – di poco più di 1,3 milioni di euro e grande investitore sociale. Nel 2016 la Fondazione ha deliberato complessivamente circa 25,6 milioni di euro, suddivisi tra progetti promossi dalla Fondazione (28,7%), bandi (34,8%), sessioni erogative (26,2%) ed impegni dagli anni precedenti. Le erogazioni su settore Arte e cultura si sotto attestate su circa 3,4 milioni di euro, il 16% del totale.
Il 18 aprile 2016 il neo Consiglio Generale ha nominato il nuovo Presidente Giandomenico Genta, tributarista, nato a Valdagno nel ’57. Prima della laurea in Economia e Gestione delle Imprese, ha conseguito, oltre al diploma di ragioneria, la maturità artistica presso il Liceo Artistico Statale di Cuneo. Uomo di cultura e di istituzioni. E’ stato in precedenza consigliere di Amministrazione della Fondazione CRT e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
Il programma di “celebrazioni” per i 25 anni della Fondazione CRC marca l’intenzione profonda di rafforzare l’intervento dell’ente in ambito artistico-culturale. Quando e come è maturata questa volontà?
La Fondazione CRC è fortemente convinta che un’offerta culturale e artistica ricca e articolata sia un elemento essenziale per favorire da un lato pluralismo, crescita culturale, coesione sociale e migliore qualità della vita per tutti, dall’altro lo sviluppo economico e l’attrattività turistica dei nostri territori. Una convinzione, presente già nel programma per il mandato 2016-2020, che è diventata poi operativa con la redazione del Programma operativo 2017. La provincia di Cuneo, in cui operiamo, può contare su numerose e importanti ricchezze artistiche, archeologiche, museali, paesaggistiche che la Fondazione, in stretta collaborazione con altri enti del territorio, intende promuovere e rendere veicolo di attrattività turistica. A fianco di questo filone d’intervento, e non meno importanti, ci sono i tanti eventi culturali e artistici, promossi dagli enti e dalle realtà che operano in questo ambito, a vogliamo garantire, come fatto fino a ora, un importante sostegno economico.
Date queste premesse, quando nella seconda metà del 2016 ci siamo interrogati su come festeggiare al meglio i nostri 25 anni, la scelta di organizzare eventi artistici durante tutto l’anno ci è sembrata la scelta migliore. Così, a fianco dell’evento del 28 gennaio scorso a Cuneo, celebrato a pochi giorni dal compleanno vero e proprio (che cadeva il 24 gennaio), abbiamo deciso di promuovere tre eventi artistici a Cuneo, Mondovì e Alba, le tre città a cui fanno capo, da Statuto, le aree di tradizionale intervento della Fondazione CRC.
Altro “segnale” di innovazione che abbiamo voluto lanciare proprio per i 25 anni è stato il rinnovamento del nostro logo: la nuova immagine istituzionale della Fondazione CRC, realizzata grazie alla collaborazione con lo studio Armando Testa, sintetizza in un gioco di cerchi il legame con il passato e la volontà di proiettarci, in maniera dinamica, verso il futuro.
 
La presentazione della scultura Light Signs di Maimouna Guerresi che, grazie alla collaborazione con lo Studio Copernico di Milano, sarà a Cuneo per qualche mese, ha aperto la stagione delle iniziative dedicate al 25° anno dalla nascita della Fondazione CRC.
Proprio così: grazie allo studio Copernico, la Fondazione ospita nel proprio cortile la scultura di Maimouna Guerresi, un’opera in bronzo che rappresenta due mani unite, un riferimento simbolico al ruolo di sostegno che la Fondazione intende svolgere. E in più, come ha spiegato bene l’artista durante l’inaugurazione, e come testimonia la sua storia personale, le mani che si uniscono rappresentano anche la possibilità e l’auspicio che sempre più, in questi tempi difficili, sia possibile costruire ponti e occasioni d’incontro e arricchimento tra culture e tradizioni diverse.
 
Ci vuole descrivere com’è nata la mostra “Io non amo la natura”, inaugurata il 26 maggio e promossa con la GAM, Galleria d’arte Moderna di Torino? Come nascono questa e le altre collaborazioni che avete messo in piedi e quali altre attività sono previste?
La mostra sulla Pop art italiana nasce da un incontro avuto mesi fa con la direttrice della GAM, Carolyn Christov-Bakargiev: in quell’occasione le chiesi se non fosse possibile pensare a eventi grazie a cui “far uscire” dal museo, e portare in provincia di Cuneo, opere mai viste, di proprietà della GAM stessa. Da questa proposta, e dalla collaborazione che subito la GAM ha garantito, è nata la mostra che svela 50 capolavori della Pop art italiana: sarà aperta fino al prossimo 22 ottobre all’interno del Complesso di San Francesco a Cuneo, annesso al Museo Civico. La mostra, curata dal Vice direttore della GAM Riccardo Passoni, merita di essere visitata non solo per le opere esposte, ma anche per il “contenitore” che la ospita: il Complesso monumentale di San Francesco, un luogo di grande significato per i cuneesi che la Fondazione ha “restituito” nel 2011 alla città con uno straordinario contributo.
A questo primo appuntamento faranno seguito altri due eventi da non perdere: presso il Museo della Ceramica di Mondovì è prevista l’anteprima mondiale, post restauro, di un’opera straordinaria di un impressionista francese, che sveleremo presto e ha una storia davvero curiosa da raccontare a tutti i visitatori. E, per chiudere, la possibilità di ammirare due opere di Enzo Cucchi, pittore transavanguardista italiano, sempre nell’autunno ad Alba.
Insomma, un trittico di eventi di rilevanza nazionale, che pensiamo lasceranno il segno e inaugureranno una nuova volontà di portare “in provincia”, fuori dalle abituali sedi espositive, patrimoni d’arte in grado di produrre nuovi flussi di visitatori, valorizzare il nostro territorio e fornire ricadute in termini economici per gli operatori del settore turistico.
Eventi che costituiscono anche occasioni per iniziare a collaborare con musei di riconosciuta importanza, non solo a livello nazionale: la GAM Torino, e la Fondazione Torino Musei, per la mostra di San Francesco a Cuneo; la GAM Milano  e il Centro di Conservazione e restauro di Venaria Reale, per l’opera che sarà esposta ad Mondovì; e, infine, il Castello di Rivoli per le opere di Cucchi ad Alba.
 
 Il 9 maggio scorso sono stati presentati i progetti vincitori del bando Musei Aperti 2016, mad musei e audience development, e il 31 maggio si è chiusa la call per la nuova edizione. Potreste tracciare un bilancio dal 2015 in termini quantitativi e qualitativi rispetto alle application pervenute e all’evoluzione dei progetti finanziati?
Il bando Musei Aperti è giunto quest’anno alla terza edizione: nato nel 2015 da un’analisi condotta sul patrimonio museale della provincia, si rivolge agli istituti culturali e propone loro un percorso di crescita che punti a coinvolgere nuovi pubblici, comunicare in maniera più efficace e costruire piani strutturati finalizzati alla ricerca di fondi.
Il bando si articola, fin dalla prima edizione, in due fasi: la prima selezione viene realizzata sulla base di un’idea progettuale, in cui i richiedenti presentano una relazione descrittiva della base da cui partono (collezioni, organizzazione, tipologie e numeri degli utenti, attività in corso, iniziative di comunicazione, ecc.) e del traguardo a cui tendere. Le 10 migliori idee passano alla seconda fase: i referenti dei progetti hanno così accesso a una formazione, tenuta da esperti di comunicazione, fundraising, project management in ambito culturale, audience development. Un percorso che in questa fase diventa un valore aggiunto non solo per gli argomenti trattati, ma anche per il confronto tra i soggetti e l’arricchimento reciproco che ne scaturisce.
Al termine della formazione, le idee progettuali vengono ripresentate e implementate, sulla base delle conoscenze acquisite, in vista della selezione finale che individua i tre progetti beneficiari del contributo.
Con l’edizione 2016 è stata introdotta la figura di un tutor, dedicato ai 10 progetti che approdano alla seconda fase, e che rimane a loro disposizione prima, durante e dopo la formazione. Con questa novità, vogliamo aiutare i referenti ad identificare chiaramente i punti di forza e di debolezza dei progetti (e forse anche delle istituzioni, in una visione più ampia) e individuare in maniera precisa gli obiettivi finali.
Inoltre, è emerso che il percorso seguito fa sì che tutti e 10 i progetti raggiungano alla fine un grado di maturità e completezza tale da essere credibili anche per altri soggetti finanziatori: solo tre vengono finanziati dalla nostra Fondazione, ma il risultato complessivo è una crescita e una maturazione apprezzabile da parte di tutti i partecipanti.
L’obiettivo ultimo della Fondazione è diffondere i processi virtuosi e le soluzioni adottate dai soggetti vincitori per superare gli ostacoli che man mano incontrano: i progetti finanziati potranno così diventare modelli di riferimento per altre realtà museali “provinciali”: non solo “della nostra provincia”, ma anche enti che operano con un raggio di azione e su un territorio simili.
 
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