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Fondazione «bilaterale». Debutta a ottobre il «nuovo» ente Ermitage Italia

  • Pubblicato il: 27/09/2013 - 10:58
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
La nuova sede della Fondazione Hermitage Italia

Venezia. Vedrà la luce a ottobre, nella sua nuova sede presso le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, nei locali dell'ex sede delle Assicurazioni Generali posti accanto agli uffici del Consiglio d'Europa, la nuova Fondazione Ermitage Italia. Tecnicamente, secondo i responsabili dell'ente diretto da Irina Artemieva e Francesca Cappelletti, con lo spostamento dalla sede di Ferrara a quella veneziana dell’ente di riferimento in Italia del Museo statale russo deciso nella scorsa primavera, nulla cambia. Insomma, nessuna sconfitte e programma scientifico che procede. La continuità dei progetti scientifici già intrapresi nella città emiliana è stata garantita durante una conferenza stampa a Venezia tenuto l'8 giugno scorso e ora, dal punto di vista puramente formale, agli enti locali ferraresi subentreranno quelli veneti. In ogni caso il «terremoto» dell'ente nato a Ferrara nel 2007 è stato notevole visto che la sede originaria è stata messa all'asta e si è dovuti correre ai ripari appunto con la scelta veneziana. «L’Ermitage a Venezia, spiega il sindaco della città Orsoni, fa parte della strategia atta a portare in Laguna le grandi istituzioni culturali internazionali. Questa iniziativa è nell’interesse di tutto il Paese, nell’ambito dell’accordo bilaterale Italia-Russia, sottoscritto nel 2007 da Prodi e Putin». Il bilancio dei primi cinque anni di vita di Ermitage Italia è di tutto rispetto, è composto da novanta di borse di studio assegnate a ricercatori russi, italiani ed europei, la catalogazione delle opere italiane presenti all’Ermitage attraverso quattro cataloghi e tre libri di approfondimento già pubblicati, cinque convegni internazionali e un centinaio tra conferenze e incontri. «Stiamo lavorando a Roma, annuncia il sottosegretario alle Finanze Pier Paolo Baretta, a un fondo per il sostegno di iniziative culturali particolarmente rilevanti indicate dal Parlamento, tra cui sicuramente rientra anche Ermitage Italia». Problemi futuri per l'ente non ce ne saranno neppure secondo il segretario generale della Fondazione Ermitage Italia Maurizio Cecconi: «Il motivo della chiusura del rapporto a Ferrara è dettato dal fatto che sono venuti a mancare i 250mila euro di finanziamento che garantiva lo Stato. Ciò ha coinciso con il noto taglio generale delle finanze degli enti locali e inoltre a Ferrara si sono aggiunti lo scorso anno i problemi del terremoto. I progetti scientifici, numerosi dalla fondazione dell'ente, continuano, anche perché il protocollo culturale che si è firmato a suo tempo tra Italia e Russia è unico e di grande importanza». Ma se qualcuno dei protagonisti in campo pensava che lo spostamento da Ferrara a Venezia della Fondazione Ermitage Italia fosse sufficiente a mettere fine alle polemiche evidentemente si sbagliava. Nella città romagnola, mano a mano che passano i mesi dalla decisione di «sbaraccare» la struttura scientifica che nel corso di sei anni ha prodotto una sola mostra, ma decine di appuntamenti e libri, escono nuovi particolari sulla vicenda. Il quotidiano «La Nuova Ferrara» riferisce di una serie di mancate sponsorizzazioni, promesse in precedenza, da parte di «giganti» quali Eni e Gazprom: «Sappiamo bene che dopo il patto Prodi-Putin (Cfr. ai tempi allora premier italiano e presidente russo firmarono a Bari, durante un vertice bilaterale il 14 marzo 2007, il protocollo d’intesa ufficiale tra le istituzioni coinvolte, Ndr.) il vero investimento doveva venire dai privati, spiega a La Nuova Ferrara l’assessore provinciale al Bilancio di Ferrara. Ossia da parte di Eni che era attesa investire parte degli incassi della turbogas, e il colosso russo Gazprom: si parlò di milioni di euro mai arrivati». Insomma un affare che andava ben al di là dei finanziamenti previsti da parte delle istituzioni locali e dallo Stato, mancanza di denari che poi sarebbe stata la «colpa» della chiusura (i responsabili preferiscono il termine «spostamento») della sede in Romagna di Fondazione Ermitage e del suo passaggio in Laguna. La Fondazione ferrarese, su cui era critico anche il vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto che parlò di concorrenza con Ferrara Arte («L’unica mostra organizzata da Ermitage al Castello Estense, ha detto Maisto in Consiglio comunale un paio di mesi fa, fu quella dedicata a Garofalo, ma non fu pienamente soddisfacente perché si sovrappose alla mostra di Mirò ai Diamanti già programmata da tempo. La concorrenza Ferrara Arte – Fondazione Ermitage era nei fatti, non nelle malevole volontà di qualcuno»), sarebbe dunque stata messa in liquidazione a causa del mancato arrivo di alcuni milioni di euro ma anche problemi relativi alla politica culturale della città. L’ex sede ferrarese, la storica Palazzina Giglioli, intanto passa all’Università: «Attraverso un’intesa per un affitto all’Università, dice la presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra, che ha confermato il suo interesse per costruire un polo unico assieme a Palazzo Strozzi e al giardino». Qualche media, in particolare «Artribune.com» e il «Fatto Quotidiano» hanno anche calcolato quale sarebbe stato lo sperpero di denaro: il primo cita consiglieri del centro destra del Consiglio comunale ferrarese che parlano di due milioni di euro, mentre il Fatto in una recente inchiesta calcola circa 300mila euro l’anno durante i quasi sei anni di attività dell’ente tra il Museo di Stato russo e l’Italia. Ora, in ogni caso, si riparte da Venezia: il 18 luglio 2013 a San Pietruburgo è infatti stato firmato, dal sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e dal direttore del Museo statale Ermitage Michail Piotrovsky, un protocollo d’intesa per la costituzione del «Centro Scientifico Culturale Ermitage Italia» con sede appunto presso le Procuratie Vecchie. «Confermiamo, spiegano i protagonisti, la volontà e la scelta che le attività scientifiche culturali e organizzative della Fondazione Ermitage Italia si rinnovino attraverso la costituzione del Centro Scientifico e Culturale Ermitage Italia». Il documento firmato ha durata quinquennale e il Comune si è assunto l’impegno «A garantire una sede operativa e di rappresentanza e ad assicurare direttamente o indirettamente una foresteria idonea e direttamente o indirettamente e in maniera congrua il funzionamento e le finalità del Centro», in favore del quale c’è anche l’impegno del Governo al sostegno finanziario, ribadito dal sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta. Il Museo Statale Ermitage e il Comune di Venezia hanno concordato che il nascente Centro abbia in primis, tra gli altri, i seguenti scopi scientifici e culturali: una approfondita catalogazione delle collezioni d’arte italiana dell’Ermitage che dia vita a prodotti editoriali librari e informatici; l’organizzazione di un centro di raccolta dati sulla storia del collezionismo in Italia nei rapporti con le collezioni del Museo Statale Ermitage; l’organizzazione di stage e borse studio di aggiornamento nel campo della storia, della cultura, della museologia, del restauro e conservazione, servizi e gestione dei beni culturali.
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