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Final countdown: - 66 giorni all’approdo di Christo sul lago d’Iseo

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 15:18
Autore/i: 
Rubrica: 
PAESAGGI
Articolo a cura di: 
Milena Zanotti

Fervono i preparativi per The Floating Piers, l’istallazione che Christo sta allestendo sulle acque dello specchio lacustre lombardo e che inaugurerà il 18 giugno. Abbiamo incontrato l’artista bulgaro, naturalizzato americano, presso il Museo di Santa Giulia a Brescia, in due occasioni : una lecture dedicata alla comunità e all’inaugurazione della mostra ‘Christo and Jeanne Claude. Water Projects’, curata da Germano Celant.
 
 
 
Brescia, 05 e 07 aprile. Il lago d’Iseo al centro dell’interesse mondiale: il New York Times vi ha dedicato uno speciale e la Lonely Planet l’ha citato come ‘place to be’ per il 2016, al settimo posto al mondo. Il motivo di tanto interesse è da riferire all’istallazione The Floating Piers, che Christo inaugurerà il 18 giugno e che sino al 03 luglio rimarrà sulle acque del lago. L’opera è già visibile in sito, con i moduli di piers che via via si accumulano, che collegheranno Sulzano con Montisola e la piccola isola di San Paolo, quest’ultima privata e di proprietà dei Beretta. Il risultato finale vedrà la costruzione di una passerella lunga 3 km e larga 16 metri, per un totale di 70mila metri quadri, che galleggerà a ‘pelo d’acqua’ grazie a 200mila cubi di polietilene. Il progetto ha coinvolto attivamente le autorità locali, provinciali e regionali, che hanno approntato una comune strategia sul fronte della logistica, dell’ordine pubblico, della sanità, dell’accoglienza, per affrontare l’afflusso dei visitatori, con picchi stimati tra le 28mila e le 42mila visite giornaliere (dati della società Systematica srl ).
La riprova del grande interesse che sta suscitando l’evento è stato l’entusiasmo con cui la cittadinanza ha risposto all’invito per la lecture di Christo, presentata dal direttore di Fondazione Brescia Musei Luigi Maria Di Corato, alla quale hanno partecipato circa 800 persone. Questo è l’ultimo appuntamento di un’ operazione capillare di informazione sul territorio: a livello locale, che ha visto coinvolto i centri di Sebino, Franciacorta, Vallecamonica, ma anche a Bergamo (Unioncamere), Milano (Triennale) e Roma (MAXXI). L’artista entra subito nel vivo dell’esposizione, illustrando cronologicamente i suoi progetti e precisando «Io e Jeanne- Claude abbiamo collaborato per 50 anni realizzando 22 progetti e ricevendo 37 ‘no’ », a significare che questi ultimi non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione dalle autorità preposte e quindi sono rimasti ‘sulla carta’. Si inizia con Wrapped Coast, del 1969 a Sidney e si procede con  Valley Curtain, 1970 - 72  in Colorado, Running Fence, a nord di San Francisco 1972 - 76, Wrapped Walk Ways, 1978 a Kansas City nel Missouri, Surrounded Islands 1980 – 83 in Florida. Tutti i progetti sono collegati tra loro, infatti prima di realizzare l’ultimo citato Christo e Jeanne – Claude cominciano a lavorare su un’idea che è stata realizzata nel 1985, The Pont Neuf Wrapped 1975 – 85. Al 1984-1991 risale il lavoro congiunto Giappone – Stati Uniti The Umbrellas, mentre è datato  1970-95 Wrapped Reichstag a Berlino,  sino ad arrivare a Wrapped Trees del 1997-78 a Basilea Fondazione Beyeler, e The Gates messo in opera nel 2005 a Central Park.  Christo mette l’accento sull’incognita persistente di ottenere i permessi necessari per realizzare le opere, che ha necessitato di dedicarsi a 2/3 progetti contemporaneamente. Infine ecco i progetti ‘work in progress’: Over The River, in Colorado, dal 1992 e Mastaba, a sud di Abu Dhabi, che ha preso avvio nel 1977. Ed, infine, ecco le immagini del lago d’Iseo, per il quale l’artista premette che alcuni lavori rifiutati sono stati riproposti «…questa è la storia di The Floating Piers ». Le origini del progetto hanno propaggini in alcune idee degli anni ’70, con 2000 Metres Wrapped. Inflated Pier sul Rio della Plata in Argentina e nel 1996 con The Daiba Project, destinata al golfo di Tokio.  Continua Christo «Siamo nel 2014 e dicevo a mio nipote Vladimir che, dato che avrei compiuto tra poco 80 anni, desideravo realizzare un’opera velocemente», ed ecco riprendere vigore  l’idea di un pontile di collegamento tra terraferma ed acqua. L’artista specifica la familiarità con l’Italia, dato che tra il 1958 e il 1964 viveva con Jeanne-Claude a Parigi ma sovente si spostava per mostre realizzate tra Genova, Torino, Venezia. Rammentiamo le opere pubbliche di Spoleto (1978, fontana di Piazza Mercato), Milano (1970, monumenti di Vittorio Emanuele e Leonardo da Vinci), Roma (Mura Aureliane, 1974). Prosegue Christo, «Avevo bisogno di acque calme e di un luogo accessibile, la nostra ci ricerca ci ha portato alla scoperta del lago d’Iseo, nella primavera 2014.  Presentava un caratteristica eccezionale: l’isola lacustre più alta d’Europa, con 2000 abitanti che non hanno un ponte di collegamento. Abbiamo quindi avviato velocemente tutte le procedure per evitare che il progetto si arenasse com’era già successo nelle altre occasioni». Continua poi « L’idea è stata quella di collegare l’isola con la terraferma ma anche la piccola isola di San Paolo, di proprietà della famiglia Beretta e ho chiesto all’amico Germano Celant di presentarmela, per partire al più presto con la richiesta dei permessi. Ho incontrato subito dopo le autorità di bacino, il presidente Giuseppe Faccanoni, che si è reso disponibile a presentare il progetto ad altri colleghi e sindaci del luogo, in primis di Sulzano e poi di Montisola che ci hanno risposto ‘Approvato!’». Il progetto è stato testato nel settembre 2014 su scala 1:1 nel nord della Germania (16 m di lunghezza, 20 di larghezza), per il colore, tessuto e le procedure tecniche. Dal 2000 si è sviluppata una modalità che consta di cubi ad incastro e che consente di evitare il classico pontile e allo sviluppo questo concept è preposta la società di ingegneria Arup (con sede Londra – Milano). Un secondo test, importante dal punto di vista meccanico, si è svolto in Bulgaria, dove si è verificato che un kilometro quadrato di piers può sostenere sino a mille chili. I test sono proseguiti sul lago d’Iseo, allo scopo di accertare la giusta angolazione per connettere i cubi, per una larghezza totale di 16 metri (32 cubi) con bordi digradanti, allo scopo di ricreare un ‘effetto bagnasciuga’. Un sistema complesso di 160 ancoraggi, dal peso di 5 tonnellate l’una, e cavi d’acciaio garantiranno la stabilità della struttura. Per la produzione dei cubi sono state contattate 4 aziende del Nord Italia, depositati poi nella zona di Montecolino (nei pressi di Iseo).
 
Il lavoro dovrà essere minuzioso: occorrerà agganciare le 200mila viti ai 200mila cubi. I piers sono già sul lago d’Iseo, visibili, si dovrà realizzare una lunghezza totale di 3 km, che verrà ricoperta di un tessuto giallo luminoso con il quale, inoltre, verranno coperti ulteriori 2,5 Km di strada pedonale. Christo puntualizza che le sue opere non sono tutte inseribili entro la ‘land art’, per esempio il Reichstag o il Pont Neuf, più che altro si può parlare di progetti pubblici che si sviluppano sul territorio rurale od urbano, sempre realizzati in ambienti abitati «Vi è un’estetica che mi fa realizzare delle opere dove ci sia una presenza umana che dia l’idea delle dimensioni, dove ci siano pali della luce, delle case, dei ponti..sono uniche e se ne andranno per sempre perché non possono essere acquistate, non possono essere possedute, non si staccano biglietti, sono l’espressione della libertà».
 
Aggiunge l’artista «Tutti i nostri progetti sono fisici, non si parla di realtà virtuali, quindi esiste davvero qualcosa di bagnato, asciutto…tutto ciò che è reale. Occorre essere coinvolti, quindi percepire, ecco quindi che su questo progetto lavoriamo sul contrasto tra la terra ed acqua, ecco che abbiamo deciso di utilizzare lo stesso tessuto che copre i piers per coprire 2,5 km di strada pedonale, per percepire sotto i propri piedi la rigidità della terra ferma. Altresì occorre camminare sopra l’acqua, non semplicemente guardare, percepirne il movimento. L’ideale sarebbe camminarci a piedi nudi. Sul materiale che rimane, anche quando l’opera non è più in essere, precisa «Conosco il marxismo perché sono stato istruito nell’Europa dell’Est ma personalmente utilizzo il sistema capitalista, quindi tutto il materiale necessario alle nostre opere viene da noi acquistato e poi venduto», come è accaduto, per esempio, con le 5000 tonnellate di acciaio di The Gates. Ed ancora, The Floating Piers sarà fruibile 24 ore al giorno, il periodo di fine giugno è stato scelto in quanto quello dotato di maggiore luce solare. Dalle 10 di sera sino alle 5 del mattino saranno posizionate un centinaio di luci (prodotte negli Stati Uniti), alte circa di due metri come quelle che illuminano le vie. Infine, «Prendiamo in prestito lo spazio alle persone che ci vivono, esso diventa parte della nostra opera d’arte, il progetto ha a che fare con la quotidianità delle persone che vivono quei luoghi, che prendono il traghetto» e «Jeanne Claude diceva che è un disturbo lieve, e poi ce ne andiamo…».
 
Il secondo appuntamento riguarda la preview della mostra Christo e Jeanne-Claude. Water projects. Germano Celant, il curatore dell’esposizione nonché project director di The Floating Piers, ne espone il concetto «Un viaggio di oltre 50 anni sull’avventura di Christo e Jeanne-Claude e il tentativo di collocare l’ultimo progetto all’interno di una storia complessa e ricca». Aggiunge poi «Per me, come curatore ma anche amico di Christo, è un viaggio personale nella memoria, che evoca i nostri incontri, discussioni, ma anche operazioni in comune». Celant definisce l’operazione «Una cornice complessa in cui il grande quadro sarà il lago d’Iseo, con l’idea sottesa di narrare una storia ma anche una sperimentazione».

medium_the_floating_piers_4.jpegLa mostra è l’occasione, per la prima volta, di riunire i progetti di Christo e Jeanne-Claude legati all’elemento acqua, nei quali gli artisti hanno lavorato in stretta relazione con paesaggi rurali e urbani connotati dalla presenza di mare o lago, oceano o fiume. Tramite un percorso di più di 150 tra studi, disegni e collage originali, ai quali si aggiungono i modelli in scala, le fotografie dei progetti realizzati, i video e i film relativi, l’esposizione - allestita nello spazio di 2.000 metri quadrati del Museo - presenta una cronologia dei progetti monumentali dai primi anni Sessanta e sviluppa i sette Water Projects, da Wrapped Coast, One Million Square Feet, 1968-1969, in Little Bay, Sydney, Australia, 1968-1969, a The Floating Piers, Project for Lake Iseo, 2014-16, Lago d’Iseo, Italia.
 
Significativamente il percorso espositivo si apre con una grande fotografia di Christo  e Jeanne- Claude, in questa occasione ancora insieme. E’ l’artista stesso a rievocare l’unione forte creatasi con la moglie, incontrata a Parigi nel ’58 e l’amore che li ha uniti per 50 anni.
Chiarisce il ruolo fondamentale del tessuto nei proprio lavoro,  riesce a trasmetterne la caratteristica cromatica che nel caso di The Floating Piers è giallo intenso, ma che sarà cangiante al mattino quando l’aria densa di umidità lo colorerà di rosso per mutare, con lo scorrere delle ore, in giallo dorato. Non si compone solo del tessuto della passerella ma comprende un tessuto extra, per coprirne i bordi digradanti a contatto dell’acqua, dove il colore muterà ulteriormente.
 
Riguardo all’aspetto più prettamente economico inerente l’opera, Christo ricorda che 45-50 fa, negli Stati Uniti, un avvocato aveva suggerito a lui e a Jeanne-Claude di istituire una corporation, una società, che chiamano CVJ (Jeanne-Claude Christo Javacheff), con sede a New York. La corporation è stata costituita allo scopo di vendere i progetti originari, costruire il progetto stesso, per riscattare dal mercato le loro opere per poi rivenderle. Su ogni progetto specifico, poi, viene costituita una corporation ‘ad hoc’, nel caso specifico The Floating Piers, con amministratore unico Marcella Ferrari e con sede a Milano. Si occupa dell’ambito relativo all’amministrazione (tasse e fatture) oltre che alle questioni legate alla conformità con le leggi amministrative italiane. La società ha affidato ad un’agenzia di risorse umane la selezione di candidature per effettuare circa 500 assunzioni necessarie allo scopo di garantire la riuscita del progetto (i colloqui sono in corso ed ora è il turno di piloti barche, addetti al flusso dei visitatori e bagnini). I contratti offerti sono a tempo determinato ed il bando è uscito sul sito relativo. Continua Christo «All’inizio della nostra carriera facevano mostre ma nessuna galleria voleva stipulare alcun contratto d’esclusiva, quindi Io e Jeanne-Claude siamo i più grandi collezionisti delle nostre opere». Ne esistono depositi in varie parti del globo, il più rilevante in Europa sito a Basilea, Josy Kraft ne è il curatore. «Nel milieu artistico troviamo artisti, dealer, collezionisti, musei ed istituzioni private..che pagano piuttosto bene, tuttavia abbiamo bisogno di liquidità per garantire i nostri progetti e la otteniamo tramite fidi con banche». A tal proposito cita Citybank, LGT Banca del Liechtestein, Deutsche Banck, e Credit Suisse per il progetto del lago d’Iseo. L’artista conclude, divertito, ricordando di essere diventato per tali ragioni, insieme a Jeanne-Claude, un case-study della Harvard Business School.

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