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Femminile e potere

  • Pubblicato il: 09/03/2013 - 00:18
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Chiara Tinonin

MILANO. Si è tenuto mercoledì, nella Sala degli Arazzi di Palazzo Reale, il primo dei due incontri dedicati a Sant'Elena, l'imperatrice madre di Costantino il Grande, curati dalla Fondazione Bracco in occasione della mostra «Costantino 313 d.C.» (Milano, Palazzo Reale fino al 24 Marzo 2013 e Roma, Colosseo, 11 Aprile 2013 fino al 15 Settembre 2013).
Main partner della mostra, la Fondazione ha ideato il primo appuntamento «Elena, una donna di fede, cultura e potere» per celebrare la festa della donna riscoprendo una grande figura femminile della storia[1] e presentando al pubblico il libro «Elena. All'ombra del potere» (Electa, 2012), un’approfondita ricerca iconografica a cura dell'archeologa Elena Calandra.
All’incontro sono intervenute Diana Bracco, Presidente del Gruppo Bracco e dell'omonima Fondazione, Gemma Sena Chiesa, co-curatrice della mostra «Costantino 313 d.C.» e Francesca Zajczyk, Consigliera per le Pari Opportunità al Comune di Milano, incalzate dalla giornalista Elisabetta Soglio sugli aspetti più ambigui di questa insolita biografia, sfiorando con cautela alcuni aspetti delle differenze di genere nel nostro Paese.

Secondo il World Economic Forum, l’Italia ricopre l’80ma posizione del Global Gender Gap Report[2], subito dopo l’Uruguay, il Botswana, il Perù e Cipro, scendendo di ben 6 posizioni rispetto al 2011. Il tasso di occupazione femminile in Italia è pari al 46,8%, il più basso d’Europa dopo Malta, mentre quello di disoccupazione è del 13%, due punti più alto di quello maschile[3]. Se si osservano i dati sui giovani, il divario di genere è ancora più alto: la disoccupazione giovanile delle donne è del 41,6%, rispetto al 37,1% degli uomini.

Un ritardo che si accumula per l’Italia, se si considera – come ha spiegato Francesca Zajczyk – che il dibattito sulla leadership femminile è uno dei più accesi a livello globale, perché «apre la possibilità di esercitare il potere con la cura, di esercitare un potere «morbido» e inclusivo». Che cosa interrompe la libera parificazione dei sessi rispetto al potere? Secondo Diana Bracco, giocano un ruolo fondamentale le relazioni sociali, la scolarizzazione e lo sviluppo delle competenze. «Il potere degli uomini poggia su una rete molto più forte di quella delle donne. Ma credo molto nella potenzialità delle donne come motore del cambiamento; un cambiamento culturale che genera un cambiamento sociale. Con Fondazione Milano Expo 2015, per esempio, abbiamo creato il progetto "Jeunes Filles pour l'Agro", un programma triennale di scolarizzazione di giovani donne del Togo, per lo sviluppo professionale nella filiera agro-alimentare del pomodoro, incentivando un cambiamento sociale positivo».

Certamente le attitudini personali, caratteriali, non possono essere dimenticate e tutte le relatrici convergono nell’interpretare la grande ambizione, la perseveranza e la forza di Elena come virtù esemplari. Non dimentichiamoci, però, «quanto Costantino ed Elena costituiscano un esempio interessante di interazione maschile e femminile» ha chiuso Gemma Sena Chiesa.
Perché solo nella qualità di questa relazione, in ultima analisi, può realizzarsi il vero azzeramento del gender gap.

Prossimo appuntamento:
Giovedì 14 marzo 2013 ore 17
Museo Diocesano di Milano
«Alla ricerca del volto di Elena»

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[1] Di umili natali, Elena, dopo aver dato alla luce Costantino, fu ripudiata dal marito Costanzo Cloro, tetrarca dell'imperatore Diocleziano, vivendo ai margini di una società che la misconosceva. Con la morte di Costanzo e l'ascesa di Costantino, Elena risalì al potere, fino a essere nominata nel 324 d.C. «Imperatrice Augusta». A lei, il figlio affidò importanti incarichi rappresentativi, coniando monete auree e bronzee in cui Elena impersonificava la «Securitas» dell'impero.

[2] Rapporto 2012. Le proiezioni OCSE mostrano che – a parità di altre condizioni – se nel 2030 la partecipazione femminile al lavoro raggiungesse i livelli maschili, il PIL pro-capite crescerebbe di 1 punto percentuale l’anno.

[3] Istat, gennaio 2013.