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Expoelette. Le donne nella stanza dei bottoni

  • Pubblicato il: 28/06/2016 - 11:35
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

1° Forum internazionale delle donne al governo della politica e dell’economia, dal 30 giugno-2 luglio - Castello di San Giorgio Canavese 3 giorni, 9 seminari, libri, concerti, mostre, proiezioni e più di 50 ospiti. Il Giornale delle Fondazioni condurrà il seminario su Finanza e Filantropia.

 
Politica, finanza, economia, ricerca: qual è lo sguardo femminile sulla nostra società? Quali risorse, sfide e opportunità caratterizzano oggi il percorso delle donne in Italia e in Europa?
Sono alcuni dei temi protagonisti di Expoelette, 1°Forum internazionale delle donne al governo della politica e dell’economia, in programma dal 30 giugno al 2 luglio al Castello di San Giorgio Canavese, a pochi chilometri da Ivrea nella Città metropolitana di Torino. 3 giorni di evento, 9 seminari, libri, concerti, mostre, proiezioni e più di 50 ospiti, per confrontarsi su aspettative e prospettive, approfondendo il punto di vista delle elette e delle donne impegnate nell’economia e nella società civile su temi d’attualità.
Dalle nuove sfide per l’accoglienza di profughi e migranti a quelle per la costruzione di città intelligenti, fino all’evoluzione di Città Metropolitane e piccoli Comuni. Sotto la lente di ingrandimento anche il modello di governance femminile per la finanza, le società partecipate e la cultura (ne esiste uno?), le donne come innovatrici sociali e motori di progresso scientifico, fino al rapporto con la natura e la montagna, un legame quasi simbolico che le vede protagoniste di scalate difficili in tanti ambiti della vita. Focus anche sul tema della rappresentanza femminile nei CDA, con una finestra sul progetto “Il Rosa e il Grigio”, finanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e finalizzato a creare rete e scambio intergenerazionale tra senior in ruoli di governance e  giovani donne in carriera. Tra gli ospiti Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, le eurodeputate Mercedes Bresso, Lara Comi Cécile Kyenge. Il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa è atteso invece in chiusura di lavori, sabato 2 luglio, per la Tavola Rotonda “Il governo delle donne per costruire un buon futuro”. Durante l’incontro, al quale sono stati invitati anche il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi e alla Salute Beatrice Lorenzin, verrà sancita la “Carta di Expoelette”, con obiettivi e strategie per rendere più forte e riconoscibile la voce delle donne nella nostra società. Expoelette è organizzato dalla cooperativa S&T, in collaborazione con un Comitato promotore al quale hanno aderito 110 esponenti della società civile, e grazie al sostegno di numerose imprese del territorio. L’evento ha ricevuto l’alto patrocinio del Parlamento Ue, oltre ai patrocini della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Camera dei Deputati, Regione Piemonte, Consiglio regionale del Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Métropole Nice Côte d’Azur, United Nations Women Italy, Anci, Legautonomie Piemonte, Uncem, Università degli Studi di Torino, Camera di commercio di Torino, Ordine degli Architetti di Torino, ASSIFERO, TAI, Fondazione Medicina a misura di donna, Opera Barolo, Il Giornale delle Fondazioni e Rai Piemonte.
 
Alla vigilia del primo Forum Internazionale delle donne, Expolette, conversiamo con l’ideatrice, Alberta Pasquero, Presidente della Fondazione Ruffini in uscita e AD del BioIndustry Park

Come nasce la piattaforma Expoelette?
Abbiamo rilevato dal Consiglio Regionale un marchio che avevamo ideato insieme nel 2004, ritenendo utile recuperare l'idea dell'esposizione universale, Expo, per dare visibilità alle potenzialità delle donne nei ruoli di governo.
Era un momento diverso dall’attuale. Nel 2004 era attiva una programmazione comunitaria che dedicava risorse copiose attraverso i fondi strutturali per sostenere progetti che favorissero la parità tra uomini e donne. Nel regolamento comunitario successivo quest'elemento era andato dissolvendosi all'interno di un quadro generale che raccomandava le pari opportunità per tutti. La rarefazione di risorse a mio avviso ha arrestato una possibilità di crescita di iniziative che avrebbero probabilmente accompagnato meglio una fase di più significativa presenza delle donne in posizioni chiave nella società civile come in luoghi di decisione, partendo dall’educazione civica primaria e secondaria e comunicando.
Ad esempio i danni incalcolabili della violenza nei confronti delle donne non possono certamente essere arginati da un intervento educativo, ma sono il punto di partenza nell’accompagnamento culturale verso per una maggiore consapevolezza, per basi di cultura della legalità.

Sono stati compiuti grandi passi sulla parità di genere nei centri di decisione.
Abbiamo raggiunto importanti risultati, da parte delle donne in posizioni di governo, ma occorre valorizzarli e cotruire su questi elementi. Risultati che dobbono essere conoscere tutto questo ad una platea di uomini, ma ─ mi permetta di dire ─ soprattutto di donne, perché il fuoco amico è quello principale.
Il cambiamento legislativo importante introdotto dalla legge Golfo-Mosca ha di fatto obbligato le società quotate, le società partecipate e le altre imprese di grandi dimensioni, a rispettare il principio di uguaglianza e di opportunità all'interno della costituzione dei consigli di amministrazione.
Questo ha dato sicuramente una spinta che per noi si è tradotta nel corso degli anni nell'idea di formulare un progetto, “Il Rosa e il Grigio” curato da Monica Andriolo. In un percorso partecipato che ha coinvolto molte persone abbiamo cercato di comprendere come transitare da un'epoca in cui un blocco di persone aveva in mano le leve del potere alla democrazia e alla meritocrazia nelle imprese pubbliche o private.
Trasferire capacità, competenze, ma anche stimolare nelle donne in posizioni di comando le propensioni ad occuparsi di temi che non necessariamente generano benefici diretti, ragionando in un'ottica di servizio, pur essendo nei luoghi di decisione, o proprio perché siamo nei luoghi di decisione.

Quale il futuro di Expoelette?
Vorremmo farne una piattaforma stabile di ricerca, formazione, informazione e comunicazione, sul fronte dell’economia, con “Il Rosa e il Grigio”, e sul versante della pubblica amministrazione e supportare i territori nelle loro progettualità. Per esempio con la Provincia di Alessandria stiamo pensando ad un evento a settembre.
La ripartenza di Expoelette ha avuto patrocini molto significativi istituzionali, a partire dall’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e dalla Rappresentanza italiana alla Commissione Europea, per arrivare appunto al Parlamento italiano, alla Cameria dei Deputati, la Camera di Commercio, la ; ANCI, nazionale e Piemonte, la Camera di Commercio di Torino, la Città Metropolitana di Torino, il Consiglio Regionale del Piemonte, la Lega Autonomie del Piemonte, la Metropoli Nizza Costa Azzurra, l'Ordine degli Architetti, Paesaggisti e Conservatori di Torino, la RAI del Piemonte, la rappresentanza italiana nella Commissione Europea, la Regione Piemonte, l'UNCEM, l'Università degli Studi di Torino e UN Women, che è l'Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata ai diritti delle donne, Assifero. Questo elenco dei patrocini per noi rappresenta una condivisione istituzionale molto importante.

Un endorsment che può aprire prospettive di lavoro comune.
Oltre 110 personalità hanno aderito al Comitato Promotore. Nomi di grande spessore, come Silvia Costa, Francesco Profumo, Mercedes Bresso, Maria Luisa Coppa. Un "mi piace", come si direbbe oggi nella logica social, che è un buon livello di incoraggiamento.

La vostra progettualità ha situazioni analoghe sul territorio domestico o sul territorio comunitario?
Non ne conosco, ma il Piemonte è sempre stato un laboratorio, anticipatore su alcune questioni e soprattutto su quelle che riguardano proprio la capacità auto organizzativa delle donne. All'avanguardia. La prima Consulta femminile è nata nella nostra Regione nel 1976, cioè 40 anni fa. L'A.I.D.D.A, il Consorzio Terziario Donne, l'Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti sono nate in Piemonte.
Questa progettualità nasce in un contesto fertile

Oltre al patrocinio come si rende sostenibile questa progettualità?
Su risorse private e la collaborazione di amministratori e amministratrici e su contributi tecnici. Operiamo in regime di estrema sobrietà, con uno stile sabaudo consono ai tempi. Il Castello di San Giorgio ci viene offerto da parte del Sindaco del paese. Un lavoro di condivisione di significati.

Come avete scelto i temi di riflessione?
Sulla base di quelli che, a nostro modo di vedere e anche a partire dalle nostre esperienze più recenti, sono gli elementi più significativi di ripartenza. Sono temi complessi per i quali occorrono più punti di vista, non un pensiero unico. Occorre una visione lunga.
Alcuni fenomeni del presente sono malattie degenerative di un sistema molto complicato, da leggere con attenzione per capire come intervenire e non bisogna perdere di vista che il fine ultimo è che le donne più forti si impegnino per aiutare altre a diventarlo.

Un momento delicato anche dal punto di vista politico.
Siamo in un momento di svolta che, come tutti i momenti di svolta, può avere anche degli aspetti positivi, opportunità di ricostruzione
In base alla mia esperienza ho la sensazione che ora stia cominciando a venire al pettine un nodo, quello della mancanza di organismi intermedi e la fragilità dei partiti politici che tra i vari ruoli intermediano interessi, ma soprattutto interpretano gli interessi generali, per trasformarli poi in proposte politiche, ovviamente con punti di vista differenti.
Nel nostro campo sono sopravvissute le organizzazioni femminili di categoria, ma le altre, quelle cosiddette generaliste, si sono dissolte o sono meno visibili nell’azione perché in un certo periodo, probabilmente, non c'è più stato bisogno del loro intervento. L’attività che svolgevano era stata trasferita all'interno delle istituzioni, ma è il caso di ripensarci: si tratta di un grande patrimonio di storia e di storia delle donne.
Dobbiamo combattere tutte assieme per far riemergere anche il ruolo delle donne come soggetto politico, perché i risultati ottenuti ne sono il frutto. Non avremmo ottenuto nulla se non ci fosse stata la capacità di rappresentare gli interessi e la visione delle donne, neanche la legge Golfo-Mosca. Occorre creare il clima altrimenti le cose non si autofanno.
Expoelette riparte da un evento per cercare di costruire un ambiente favorevole a sviluppare pensiero, a scambiarlo, a proporlo, a rendere evidente il contributo delle donne, con le loro capacità, le loro esperienze e il loro modo d'essere, il loro sentire, ma soprattutto la possibilità di incidere in senso positivo, nel campo dell'economia, della politica, delle istituzioni e nelle organizzazioni afferenti, che le donne possono portare attraverso le loro

In linea prospettica, quali terrreni di lavoro legge?
Intravedo come necessità futura, quella di lavorare per contribuire a dare maggiore autorevolezza a ciò che viene fatto, laddove questa sia meritata e visibilità a ciò che le donne in ogni campo sono in grado di fare, affinchè finisca l'epoca in cui se una donna è capace sia intesa come un fenomeno da baraccone, ma diventi un elemento di normalità apprezzabile.
Occorre evitare il rischio di essere inutilmente elitarie. Il tutto questo deve riverberarsi su un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle donne.
Abbiamo un sogno nel cassetto di riprendere l’idea dell'École des femmes, non per fare la scuola femminile di vecchia memoria, ma per creare un luogo che permetta di avere scambi, approfondimenti, stimoli di natura intellettuale e conoscitiva, di alto livello e anticipatori.
Ritengo importante che le persone, in generale uomini e donne, abbiano la possibilità di sganciarsi ogni tanto dal contesto in cui operano e avere dei luoghi in cui confrontarsi con altre persone, con altri saperi e acquisire elementi di conoscenza, che sono poi quelli che creano capacità innovativa.
E la vera capacità innovativa determina anche una capacità di governo di situazioni complesse.

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