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EUSALP: al via il nuovo piano di azione per la Macroregione Alpina

  • Pubblicato il: 15/03/2016 - 23:45
Autore/i: 
Rubrica: 
VOCI DALL'EUROPA
Articolo a cura di: 
Andrea Archinà

Si è tenuta il 25 e 26 gennaio scorsi a Brdo (Slovenia) la presentazione ufficiale della  strategia UE che mira ad assicurare una nuova centralità ad una delle aree più attrattive in Europa. Una reale occasione per sfruttare al meglio potenzialità e cogliendo nuove opportunità per uno sviluppo sostenibile e innovativo. Un esempio unico di strategia avviata con un approccio dal basso verso l'alto dai cittadini e sostenuta dagli Stati e dalle Regioni a cui però è richiesta una maggiore coesione nella programmazione degli interventi

La Commissione Europea ha adottato con propria comunicazione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni di data 28 luglio 2015 la strategia dell’Unione Europea per la Regione Alpina – EUSALP ed il relativo Piano di Azione
Si tratta della quarta strategia macroregionale istituita a livello europeo, dopo quella del Mar Baltico, quella del Danubio e quella della Regione Adriatico- Ionica a cui partecipa anche l’Italia.
Le strategie macroregionali costituiscono un’importante novità nell’ambito della collaborazione e della coesione territoriale europea. Grazie a questi strumenti introdotti dall’UE nel 2009 nel quadro della politica di coesione, si vuole identificare meglio il potenziale di determinate regioni fornendo un’occasione di promuovere la collaborazione con i Paesi confinanti.
Le strategie macroregionali non sono finalizzate a introdurre nuovi fondi di finanziamento, nuove leggi o nuovi strumenti, ma a favorire un impiego più mirato ed efficiente dei mezzi a disposizione quali, tra gli altri, i Fondi strutturali e di investimento europei. Il fine ultimo è quello di affrontare le sfide comuni di un'area geografica specifica relative agli Stati Membri e ai Paesi Terzi localizzati nella stessa area geografica che traggono beneficio da una cooperazione rafforzata contribuendo al raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale.
 
Non stupisce quindi se dopo l’area del Mar Baltico, quello del Danubio e la più recente area Adriatico-Jonica sia stata istituita una macroregione Alpina che interessa 5 Stati UE (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e 2 Stati non UE (Svizzera e Liechtenstein) e le rispettive 48 Regioni. Per l’Italia ad essere interessante sono Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le due province autonome di Trento e Bolzano.

La regione alpina è composta da territori con trend demografici, sociali ed economici diversi e un'ampia diversità culturale e linguistica. Questa diversità si accompagna ad un'ampia varietà di sistemi di governance e tradizioni. Sia le specificità comuni della regione alpina che la sua varietà e diversità richiedono pertanto una profonda cooperazione.
La regione alpina rappresenta lo spazio di vita e di lavoro per una popolazione residente di oltre 70 milioni di persone e una destinazione turistica che attrae milioni di visitatori ogni anno.
Le Alpi costituiscono un serbatoio d'acqua per l'Europa e sono note in tutto il mondo per la loro bellezza naturale, paesaggi variegati, ricca biodiversità e patrimonio culturale. Pur essendo dotata di un potenziale di dinamicità importante, forse proprio in ragione della sua unicità, la macroregione alpina si trova oggi a far fronte a grandi sfide.
In primis si pensi alla globalizzazione economica, che richiede che il territorio si distingua per competitività e innovazione sviluppando la società della conoscenza e dell'informazione. Il tutto a fronte di trend demografici, caratterizzati in particolare dagli effetti combinati dell'invecchiamento della popolazione e dei nuovi modelli d'immigrazione.
I cambiamenti climatici e i loro prevedibili effetti sull'ambiente, la biodiversità e le condizioni di vita dei suoi abitanti impongono un nuovo modello di sostenibilità energetica sia su scala europea e mondiale, che consistono nel gestire e soddisfare la sostenibilità della domanda, in modo sicuro e accessibile a livello economico.
La specifica posizione geografica delle Alpi in Europa ,  la configura come regione di transito ma anche come area con caratteristiche geografiche e naturali uniche, che definiscono il quadro per tutti gli sviluppi futuri.
 
Sulla base delle criticità riscontrate e degli obiettivi prefissati è stato elaborato un piano di azione articolato in tre obiettivi tematici ed interdipendenti (  crescita economica ed innovazione, mobilità e connettività, ambiente ed energia) a loro volta suddivisi in nove azioni correlate. Queste vanno dall’implementazione del mercato del lavoro, della formazione e dell’istruzione nei settori strategici, alla promozione dell’intermodalità e interoperabilità del trasporto passeggeri e merci passando per uno sviluppo di una maggiore connettività tra ecosistemi all’interno dell’intera Regione Alpina. Si tratta comunque di uno strumento di indirizzo e attuazione in continua evoluzione (rolling document) e quindi soggetto a future revisioni e aggiornamenti. Obiettivo costante e trasversale riguarda un solido modello di governance volto a migliorare la cooperazione e l’attività di coordinamento.
Proprio su questo fronte si sta concentrando il dibattito nazionale che mira a sensibilizzare le regioni ad una strategia interna realmente sinergica.
L’Italia ospita sul suo territorio il 42% dello spazio Alpino e se per la Germania le Alpi rappresentano un luogo principalmente di turismo e loisir per il nostro Paese si tratta di una realtà che ospita comunità, ricerca e sviluppo a 360 gradi. Le sollecitazioni che vengono da più parti quindi sono quelle di declinare correttamente il principio di sussidiarietà e di ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni perché le ricadute di un programma ambizioso come questo siano effettivamente utili ai territori interessati con progetti che non si sovrappongano ma si integrino pienamente tra loro seppur con declinazioni proprie.
 
Il rischio che si corre è infatti quello che separazioni anche di natura politica ed amministrativa minino la coesione richiesta per creare all’interno della strategia un effettivo portato a favore delle realtà alpine italiane. In tutto ciò certamente non aiuta la frammentazione istituzionale venutasi a creare con la trasformazione delle Comunità Montane in Unioni dei Comuni già attuate solo in alcune Regioni senza tuttavia garantire nell’immediato un’operatività fondamentale per impostare efficacemente le richieste ai programmi di finanziamento europeo. La partita dei fondi Fesr deve infatti giocarsi proprio su questa pianificazione che rimanda al collegamento tra Unioni montane e città del fondovalle, uno strumento per legare territori montani e pianura.
Eusalp può essere realmente l’occasione per capitalizzare anche tutti gli sforzi del settore non profit in questo ambito. Basti pensare a “Torino e le Alpi” programma della Compagnia di San Paolo che già da alcuni anni segue con attenzione le iniziative che alimentano il legame tra la popolazione cittadina e quella montanara con l’obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza a uno stesso vissuto storico e culturale con scambi di idee e di esperienze tra i due ambienti, soprattutto con l’obiettivo di cogliere migliori opportunità sul piano economico e sociale; un obiettivo ambizioso che mira a raccogliere ricerche e studi di fattibilità su modelli operativi innovativi, buone pratiche di gestione e pianificazione territoriale, esperienze di rivitalizzazione comunitaria e di sviluppo economico, sociale e culturale nell’arco alpino. Non a caso negli espressi intendi della Fondazione torinese l’iniziativa intende essere di supporto proprio ad enti e istituzioni locali per favorire l’accesso a strumenti di finanziamento europeo utili per la crescita economica e rurale delle aree alpine.
 
Risulta pertanto evidente come una chiara pianificazione degli interventi in un’alleanza tra mondo pubblico e privato a vari livelli può tradursi in un vero e proprio motore di crescita per i territori interessati che superino una concezioni delle Alpi come patrimonio statico trasformandolo in una realtà dinamica fondata sull’innovazione.
 
http://www.alpine-region.eu
http://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/cooperation/macro-regional-strategies/alpine/
www.torinoelealpi.it
 
 
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 ph. Veduta del Forte di Exilles di Federico Myles