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In Europa, Cultura in Azione

  • Pubblicato il: 07/10/2013 - 09:25
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Articolo a cura di: 
Claudio Bocci
CAE Conference

Roma. Una transizione verso una nuova Europa che ponga al centro delle sue politiche la trasversalità della cultura in chiave di sviluppo economico, di coesione ed integrazione sociale, di dialogo interculturale e di benessere e partecipazione dei cittadini. E’ questo il meta-messaggio che traspare dalla appassionata due giorni di lavoro della Conferenza «It Is Not a Crisis – It Is a Transistion!» promossa a Roma da Culture Action Europe il 4 e il 5 ottobre scorsi.
Partendo dalla considerazione che la vita media si è enormemente allungata e la popolazione mondiale cresce a ritmi impressionanti, che le risorse naturali sono drammaticamente a rischio e che, infine, il modello economico dominante non è più in grado di assicurare lavoro e benessere per i cittadini, la rete europea (formata da oltre 100 Organizzazioni che rappresentano oltre 80.000 artisti ed operatori culturali su scala continentale), ha inteso porre l’accento sul ruolo della cultura come piattaforma di una nuova Europa, «intelligente, inclusiva e sostenibile» come recitano, peraltro, gli obiettivi del Trattato di Lisbona. Ai lavori sono intervenuti oltre 40 speakers, tra cui l’apprezzato Ministro del lavoro italiano, Enrico Giovannini, anche se molto del valore dell’iniziativa si è espresso attraverso alcuni interessanti e partecipati laboratori che hanno provato a dare risposta, con modalità assai stimolanti, ad alcuni quesiti di fondo: a) la cultura deve essere considerata come intrattenimento o, invece, come una necessità vitale per i cittadini?; b) il progetto europeo si avvia ad un rapido declino o deve rappresentare la speranza per un futuro migliore per gli europei? c) il potere di decidere sul destino del Continente deve rimanere nelle mani di pochi o occorre introdurre modelli di governance il più possibile allargata e partecipata?
Il tema delle risorse finanziare per la cultura (il cui ammontare è segnaletico anche dell’importanza che la politica assegna al settore) è stato affrontato in una delle tavole rotonde finali in cui si sono intervenuti l’Europarlamentare Silvia Costa, relatrice del Programma Europa Creativa, che verrà introdotto nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020, e Michel Magnier, nuovo Direttore della DG Cultura e Creatività della Commissione Europea. «Il 17 ottobre prossimo – ha precisato Silvia Costa – la Commissione Europea approverà il programma Creative Europe il cui valore dovrebbe attestarsi a 1, 462 Md di euro, un valore inferiore a quanto raccomandato dall’intero Parlamento Europeo ma comunque superiore del 9% rispetto al valore complessivo dei precedenti programmi ‘Culture’ e ‘Media’ 2007-2013». Pur lamentando che la cultura non appare più tra le 11 priorità strategiche delle politiche europee, Silvia Costa ha ricordato come la vera sfida riguarderà la declinazione regionale dei fondi comunitari attraverso i Programmi Operativi, invitando istituzioni e operatori a legare, sempre più, la cultura alle politiche di coesione (che valgono complessivamente 325 Md di euro per tutti i 28 Paesi Membri), alla ricerca (Horizon 2020 vale circa 70 Md mentre all’Agenda Digitale sono assegnati oltre 11 Md) e allo sviluppo rurale (che vale 85 Md sul totale dei 373 assegnati alla Politica Agricola Comune).
Nel suo intervento Michel Marnier ha, invece, voluto sottolineare come, accanto alle potenzialità economiche, non vada dimenticato il ruolo della cultura come potente vettore di coesione e, in questo contesto, ha ricordato alcune delle più brillanti esperienze delle Capitali Europee della Cultura, compresa quella di Marsiglia 2013. Il Direttore della Dg Cultura della Commissione ha poi sottolineato come alcuni paesi (Slovcchia, Polonia, Ungheria) abbiano con molta determinazione dichiarato di voler inserire la cultura nelle priorità strategiche dei loro programmi di sviluppo e si augura che anche un Paese come l’Italia, con un patrimonio così ricco e diffuso, sappia mettere la cultura al centro di nuove politiche di crescita e di coesione territoriale.
Si tratta di temi di straordinaria importanza che la Conferenza di Culture Action Europe lascia alla riflessione più generale e che, in un’ideale staffetta di luoghi di riflessione, verranno approfonditi e rilanciati prossimamente a Ravello Lab – Colloqui Internazionali, promossi congiuntamente da Federculture e dal Centro Universitario per i Beni Culturali di Ravello,  la cui ottava edizione è in programma, nel cuore della Costiera Amalfitana, dal 24 al 26 ottobre p.v.

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Claudio Bocci, Direttore Federculture, Consigliere Delegato Comitato Ravello Lab