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Erano 7, ora sono 1,6 i milioni per la cultura

  • Pubblicato il: 14/02/2014 - 09:22
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Silvia Mazza

Palermo. «La soluzione è giusta, ma avrebbe dovuto essere finanziata»: così Angelo Piscitello, notaio presidente in prorogatio della Fondazione Mandralisca di Cefalù (ha concluso il suo secondo mandato il 31 dicembre), commenta per noi il via libera, con una delibera della Giunta regionale del 9 dicembre scorso, ai fondi per le attività culturali gestite da enti privati, quelli della controversa ex Tabella H, un «non-sense che ha creato una casta di fondazioni» (parole dell’assessore dei Beni culturali e dell’Identità sicilianaMariarita Sgarlata), che per anni ha foraggiato organizzazioni di sagre e carnevali o società sportive dilettantistiche accanto a fondazioni importanti come quella di Cefalù, appunto, o il Museo del Papiro di Siracusa. Nonostante le polemiche, la famigerata lista era stata mantenuta anche all’interno della finanziaria 2013 approvata dall’Ars l’aprile scorso (cfr. n. 332, giu. ’13, p. 6), salvo l’impugnazione della stessa da parte del Commissario dello Stato che non ha concesso più deroghe al riordino della materia. Le somme, adesso, sono state assegnate in base a una graduatoria di merito stilata da un’apposita Commissione nominata dall’assessore, e in modo proporzionale al punteggio di qualificazione, con un tetto massimo di 200mila euro per richiedente e una premialità del 10% ai titolari di museo fruibile. Due gli elenchi di enti ammissibili: uno riguardante i soggetti (40, tra cui le fondazioni Famiglia Piccolo del Calanovella, Mandralisca, Federico II, Istituto Internazionale del Papiro, Officina Studi Medievali, Società siciliana di Storia patria di Palermo) che hanno priorità in quanto destinatari di precedenti norme di riconoscimento di specifici contributi; un secondo pertinente altri soggetti (8, tra cui Museo Vivente di Custonaci, Fondazione Verga, Amici della Pittura dell’800 Fabbriche Chiaramontane, Onlus Salvare Palermo) che, pur non godendo di quest’ultimo requisito, sono «promotori di attività culturali di altissimo livello». «Le valutazioni della Commissione sono andate nella direzione meritocratica che avevo auspicato», ha commentato l’assessore Sgarlata, aggiungendo che «è sembrato opportuno evitare l’individuazione di poche istituzioni beneficiarie, come le scarse risorse avrebbero consigliato, con la conseguenza di scongiurare la fine di molte attività culturali». Ma per Angelo Piscitello «si tratta indubbiamente di fondi insufficienti, con cui al Mandralisca non si coprono le spese del 2013, ed è chiaro che quest’anno si dovranno prendere dei provvedimenti». Ritorna lo spettro della chiusura(cfr. n. 331, mag. ’13, p. 23). Stiamo parlando, infatti, di risorse per complessivi 1,6 milioni per 48 soggetti ammessi, a fronte dei 4 milioni richiesti da 63 istituti, mentre nel 2012 i milioni erano 7.
Alla Fondazione Mandralisca vanno 99.500 euro, contro i 300 che attendeva. Nel 2012 erano 142, l’anno prima 250. Soltanto alla Whitaker, che gestisce il museo di Mozia, è andato il contributo più alto di 200mila, ma l’attesa era di 646mila. In tempi di crisi nera, in cui non si può sperare nei privati, per Piscitello non resta che ricorrere a una più drastica selezione: «Un museo, anche se di natura privata, è un patrimonio della collettività e il pubblico deve farsene carico, compiendo scelte di merito che devono portare fosse anche a privare di fondi associazioni che svolgono solamente attività, per quanto meritorie, ma che non hanno il carico di spese di gestione come quelle di un museo». Questa l’altra faccia della medaglia di una Sicilia che fa la voce forte con i musei statunitensi in tema di prestiti (cfr. articolo a p. 6), ma che quando si è trattato di ripartire i fondi tra tutte le attività della Regione ha scelto ancora una volta di penalizzare la Cultura.

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