Doppietta Milano-Roma: tre ore di alta velocità per vedere la mostra completa di Rosalind Nashashibi
In tempi di crisi la capacità di fare network è fondamentale. Non si tratta della sempre più contorsionistica ricerca di sostegni finanziari, pochi sponsor tante bocche da sfamare, piuttosto della necessità di condividere il pensiero, migliorare il confronto, affinare la selezione. Se c’è una cosa positiva che la crisi ha portato – dicono in tanti – è la possibilità di rimettere in discussione schemi prestabiliti, l’opportunità di inventare e di re-inventarsi. Positivo, dunque, che il circuito delle istituzioni culturali che lungo il Paese sviluppano una ricerca simile si rafforzi nella co-progettazione per una proposta al pubblico più ricca, più approfondita.
La Nomas Foundation di Roma è uno dei punti di riferimento e, in questo senso, tra i migliori aggregatori delle istituzioni culturali che presidiano le diverse città italiane.
Con il progetto «La visione di Carlo» dell’artista inglese Rosalind Nashashibi la Nomas inaugura l’esperienza di mostra diffusa: il film sarà proiettato alla Nomas Foundation (in mostra dal 20 settembre al 25 novembre 2011 con la curatela di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni) e allo spazio Peep-Hole di Milano (14 settembre – 6 novembre 2011 a cura di Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva) insieme a due allestimenti diversi che vedranno a Milano la proiezione di «Shelter for a New Youth», un’opera installativa realizzata in occasione della Biennale di Sharjah e una serie fotografica a Roma.
Per eludere fraintendimenti, la mostra dalla duplice faccia possiede anche due nomi: Vizi di Forma per la tappa romana e Sacro e Profano per quella milanese. Fulcro centrale rimane «La visione di Carlo» un cortometraggio in 16 mm realizzato con il supporto della Collezione Stefano e Raffaella Sciarretta e basato su un episodio di «Petrolio», il romanzo incompiuto di Pier Paolo Pasolini.
Entro fine anno la Nomas Foundation presenterà anche «Fucking Good Art: Italia. Issue #28» del duo artistico olandese composto da Rob Hamelijnck e Nienke Terpsma che dal 2003 studia i sistemi artistici e culturali in Europa e nel mondo.
In Italia, guidati dalla Nomas, Hamelijnck e Terpsma hanno fatto un’esperienza di residenza diffusa fermandosi a Bologna (Nosadella.due), Milano (Careof), Torino (Progetto Diogene), Napoli (Fondazione Morra Greco), Palermo (Francesco Pantaleone Arte Contemporanea) e Lecce (Archiviazioni).
I due artisti hanno affermato che nello stivale non hanno riscontrato modelli nuovi o rivoluzionari di fare arte, ma che «hanno incontrato molte persone che trovano spazi o nicchie per produrre cose interessanti laddove si percepisce una mancanza». Per colmare la mancanza di sinergie tra istituzioni culturali siamo sulla buona strada.
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