DOMInUS-Distretto culturale dell’Oltrepò Mantovano: quando la cultura scorre lungo in fiume
Il nostro viaggio attraverso la storia dei Distretti Culturali promossi da Fondazione Cariplo prosegue con DOMInUS, Distretto culturale dell’Oltrepò Mantovano
Mantova. Dopo esserci confrontati con Fondazione Cariplo e le referenti territoriali dei progetti, proseguiamo il nostro approfondimento sui Distretti Culturali concentrandoci su uno dei sei territori attivi.
L’oltrepò mantovano è un’area geografica meno nota rispetto al suo omonimo pavese, ma legata ad essa per l’attraversamento del fiume “padre” di tutti i fiumi italiani, il Po, che ne segna i confini settentrionali. Va da sé che la cultura prevalente racconta di terra bassa, mani operose e callose, campi e cascine. Ma anche di patrimonio intangibile, fatto di vocazioni, come quella dell’arte contemporanea con il Premio Suzzara, oppure della musica, e il patrimonio del paesaggio.
Non è facile sintetizzare il suo volto. Noi ci abbiamo proviamo attraverso le testimonianze di alcuni attori che sul territorio stanno lavorando a diversi livelli per lo sviluppo locale, che ha come obiettivo costante la valorizzazione della storia e cultura del Novecento.
Non a caso il progetto Riserva del ‘900 punta alla “messa in scena” di questo periodo, attraverso la riqualificazione di luoghi, insediamenti, piccoli centri rurali, ma anche di paesaggi e tradizioni che sono state contaminate da tre aree geografiche (emiliana, lombarda, veneta). Tre gli assi principali: la creazione di una rete di musei del Novecento, i musei del paesaggio e il rilancio dei teatri.
Il Distretto nasce nel 2010 quando Fondazione Cariplo definisce la selezione dei sei territori rispondenti al profilo di Distretto culturale.
In 5 anni, 23 Comuni e Istituzioni locali come la Provincia di Mantova e la Camera di Commercio, hanno disegnato un progetto strategico di 11.101.576 Euro, entro le quali Cariplo ha contribuito con un’erogazione totale di 3.200.000 Euro, mentre gli altri partner hanno raccolto fino a € 7.450.000. In 5 anni sono stati realizzati 28 progetti di cui 11 rivolti al recupero beni culturali e
17 progetti immateriali di cui l’avvio di 8 imprese culturali/creative, una guida ai musei del Novecento, un Geoportale con le mappe geoemotive, un libro sul Gusto di esplorare l'oltrepò.
L’idea prende corpo con la partecipazione attiva dei Comuni dell’area, che attraverso il potenziamento di una rete di presidi culturali, lavorano sulla crescita culturale della popolazione, favorendo la crescita della riserva del ‘900 e la comunicazione della sua nuova identità.
Isabella Bergamini, coordinatrice del Distretto, racconta come tra i presidi culturali che DOMInUS ha potenziato si trovino i centri civici comunali, importanti luoghi di azione e di scambio di esperienze e saperi istituiti grazie ai continui sforzi delle Amministrazioni e dei cittadini per mantenere vivi i piccoli centri e promuovere lo sviluppo del territorio. Agiscono mediante la promozione di servizi alla popolazione di tipo formativo, culturale, museale, artistico e sociale.
“Partendo dalla constatazione che i centri civici dei piccoli comuni possono essere ricondotti ad una tipologia ben definita che interessa l’intero territorio nazionale – ci spiega Bergamini-, “ e che spesso i bisogni di cultura e promozione dell’incontro civico sono molto simili, che è sempre più importante in tempi di crisi economica sviluppare progetti risparmiando risorse e ottimizzando quelle investite al fine di ottenere la massima risonanza ed efficacia da ogni progetto e che non esiste ad oggi in Italia un’associazione aconfessionale, apartitica, civica, e senza scopo di lucro, destinata allo sviluppo non profit delle relazioni tra Centri civico culturali dei piccoli comuni italiani, si è deciso di agire”. Il 13 marzo 2015, in occasione della prima giornata del workshop organizzato dal Distretto Culturale DOMInUS “CULTURA e SVILUPPO LOCALE. Valorizzare insieme il patrimonio territoriale locale dopo il terremoto”, il Comune di Pegognaga (MN) e quello di Vigolzone (PC) – entrambi realizzatori di un centro civico e culturale – hanno battezzato la nascente Rete Italiana Centri Civici Culturali Associati (RICCCA): un’associazione senza scopo di lucro che si occuperà di mettere in connessione le migliori esperienze italiane di Centro Civico Pubblico per operare una sistematica condivisione di pratiche, di patrimoni e di progetti.
Grazie alla visione strategica del Distretto, anche un’istituzione storica come il Premio Suzzara, tra i più longevi premi di arte contemporanea in Italia, ha introdotto nell’ultima edizione (la 48ª) un’ importante innovazione. La formula scelta dai curatori per la manifestazione ha infatti ampliato la sua capacità comunicativa e la volontà di diffondere l’arte contemporanea e il pensiero degli artisti andando a interagire con l’Oltrepò mantovano per un periodo di gran lunga superiore ai mesi della mostra, dato che il lavoro si è protratto per ben due anni e anche fuori dagli spazi espositivi.
Paola Boccaletti, curatrice e fautrice di questa innovazione ci racconta l’evoluzione nata dal terremoto del 2012: “La terra si muove con il senso è il titolo dell’edizione del 2013, che ho curato con Elisabetta Modena e Marco Scotti. Abbiamo incentrato la riflessione sul terremoto che ha provocato ingenti danni sul patrimonio e le strutture del territorio e soprattutto ha scosso gli animi dei suoi abitanti. Questo episodio è stato il pretesto per coinvolgere gli artisti, chiamati a raccontare attraverso i loro occhi esterni in grado di esprimere la natura effimera e provvisoria di ciò che si immaginava stabile e duraturo. Si è dato vita a un’importante mostra, Progettare il momento. Dell’effimero e del suo contrario all’interno della Galleria del Premio Suzzara, attraverso la produzione di opere pensate per l’occasione da artisti di respiro internazionale quali Mario Airò, Elisabetta Di Maggio, Eva Marisaldi e Liliana Moro”.
Al contempo è stato promosso il concorso a inviti per la realizzazione di progetti per il territorio RIGENERAZIONE, dove sono stati chiamati tredici artisti nati dopo il 1970, tutti con esperienze nazionali e internazionali, a presentare un’idea per diversi musei e location dell’Oltrepò e per la sua comunità. Come prosegue Paola Boccaletti: “Quattro di questi progetti sono stati finanziati dal DOMInUS per essere realizzati sul territorio e nello specifico per il Museo Galleria del Premio Suzzara, per l’Ecomuseo delle Bonifiche di Moglia, per il Museo Civico Polironiano di S. Benedetto Po e per il Sistema Parchi dell’Oltrepò Mantovano. Abbiamo realizzato anche un catalogo(Fortino Editions), che vale anche come prontuario per le amministrazioni che volessero cercare spunti di rigenerazione o finanziare gli altri progetti ancora sulla carta, altrettanto importanti ed efficaci, mentre i lavori sono rimasti a disposizione dei cittadini e dei visitatori dell’Oltrepò”.
Le opere realizzate, in totale otto, sono state finanziate dal DOMInUS e sono entrate a far parte del patrimonio di opere del Museo Galleria del Premio Suzzara. Un’operazione resa possibile soprattutto grazie alla grande generosità degli artisti.
Sonic Design rappresenta un esempio di come il Distretto sia riuscito a catalizzare energie e supportare la generazione di sviluppo economico grazie all’integrazione della filiera creativa. Si tratta di uno studio di registrazione dotato di attrezzature ad alto livello tecnologico ed informatico, aperto al pubblico .
Come ci racconta Marco Malavasi, imprenditore creativo di Sonic design: “L'impresa sta diventando un punto di riferimento non solo per i musicisti della zona, ma anche per le scuole di musica che possono usufruire della realizzazione di supporti multimediali e delle attività di formazione e specializzazione sull'uso delle nuove tecnologie dedicate alla registrazione musicale”. Lo studio di registrazione si trova all'interno di una struttura che ospita attività complementari, come ad esempio la scuola di musica moderna di Sermide e una sala prove.
Secondo Malavasi: “L’intero Oltrepò mantovano in generale è molto attivo dal punto di vista della didattica musicale ma anche della sperimentazione, esistono infatti numerose scuole di musica sul territorio, bande e gruppi di cui è stata fatta una vera e propria mappatura all’interno del progetto Emblematici collegato al Distretto culturale. Inoltre sono state realizzate importanti occasioni di scambio e sperimentazione come RADICI / ROOTS: Concorso rivolto alle realtà musicali del mantovano per un’appropriazione creativa delle musiche della tradizione popolare”.
Per vivere e raccontare il paesaggio di queste aree, Roberto Pavani presidente della cooperativa e impresa creativa Zerobeat, ci racconta del progetto Fitzcarraldo-Avventura fluviale per menti creative attraverso l’Oltrepò Mantovano. Un viaggio di tre giorni con 40 ragazzi per esplorare il territorio a piedi e via fiume: “Tre giorni indimenticabili nell’Oltrepò Mantovano per quaranta ragazzi, che hanno esplorato luoghi e vissuto esperienze uniche, e che insieme ne hanno fatto un racconto, costruendo in due intensi weekend di lavoro una performance che restituisce agli occhi del pubblico ciò che hanno vissuto e voluto condividere. Lo spettacolo itinerante che ha coinvolto diverse piazze e teatri dell’Oltrepò è stato il frutto di workshop tematici con l’illustratore Alessandro Sanna, il fotografo Cristian Alberini e con lo scrittore Vincenzo Costantino Cinasky.“
In seguito a questa esperienza è nata per iniziativa di Zerobeat, la Staffetta del Po: il primo servizio di noleggio natanti sul grande fiume. Un’idea per ampliare ancora di più l’offerta turistica del territorio fluviale e rivierasco, alla scoperta della natura, della cultura e delle sue genti, con il mezzo più efficace per fruirle.
Il Distretto affronta ora il prossimo corso forte del suo bagaglio di esperienze maturate nell'integrazione fra Cultura e sviluppo locale, con la consapevolezza che 'fare sistema' puo' davvero fare la differenza. La Cultura corre sul fiume.
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