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Diventerò. Fondazione Bracco misura l’impatto sociale

  • Pubblicato il: 17/06/2017 - 14:09
Rubrica: 
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Dopo 5 anni di attività dal lancio del progetto “Diventerò”, Fondazione Bracco tira le fila del suo programma pluriennale per accompagnare i giovani di talento. Multidisciplinarietà e percorsi su misura, pratica e mentoring gli elementi vincenti.
 
 
In un Paese in cui il tasso di disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) è da tempo sopra il 35% e crescono i NEET, accanto alle sperimentazioni di politiche attive del lavoro promosse dall’ Anpal, l’investimento sulla formazione dei ragazzi promosso da molti operatori del Terzo Settore diventa sempre più un’azione di importanza strategica per prepararli ad affrontare un mondo del lavoro in continua evoluzione. 
 
Nel 2017 compie 5 anni ProgettoDiventerò, il programma pluriennale di Fondazione Bracco per accompagnare i giovani di talento nel loro iter formativo e professionale, promuovendo percorsi innovativi di consolidamento tra il mondo accademico e quello del lavoro.
 
Lanciato nel febbraio del 2012 e rivolto a giovani tra i 19 e i 35 anni, neolaureati o impegnati in un percorso formativo post laurea, il programma si propone come un’azione concreta e coerente con la mission della fondazione d’impresa, da sempre attenta a favorire l’istruzione e la formazione professionale dei giovani.
Le iniziative promosse nell’ambito del progetto (borse di studio, premi di laurea, percorsi formativi) hanno ambiti di riferimento diversi (dalla scienza all’economia, dall’ingegneria all’arte), coerentemente con la natura multidisciplinare della fondazione.
Il vincitore del programma viene affiancato da un mentore con il quale stipula un vero e proprio patto formativo, sancito dalla carta del mentoring del progetto Diventerò. Il mentore è un professionista che opera nell’ambito di riferimento del giovane, che, nell’accettare questo ruolo, offre la propria esperienza e competenza a servizio del mentee. Quest’ultimo, a sua volta, è tenuto a rispettare i termini del documento sottoscritto, concepito quale vero e proprio impegno al dialogo. Particolare enfasi e posta sullo sviluppo delle soft skills, patrimonio di competenze trasversali che rappresenta ormai un bagaglio essenziale nel percorso di carriera.
 
Dopo 5 anni di vita i numeri del programma cominciano ad essere importanti: oltre 1 milione e 300 mila euro investiti in cinque anni, 1.100 candidature di giovani neolaureati in cerca di occupazione oppure impegnati in un percorso formativo, 235 vincitori italiani e stranieri. Tra questi più della metà sono donne (56%), provenienti soprattutto dal Nord (80%). Interessante il dato della partecipazione di giovani stranieri (38%) che arrivano in particolare dalla Cina (42%) e da Haiti (38%), due paesi in cui la fondazione opera con altri progetti in partnership.
 “I racconti dei nostri bravissimi giovani premiati, ci confermano che il progetto Diventerò-Fondazione Bracco per i giovani, è stata un’intuizione vincente che ci ha permesso di accompagnare tanti ragazzi nel percorso di creazione del loro futuro” - ha affermato Diana Bracco -E’ un progetto a cui sono molto legata e che si arricchisce di anno in anno di nuove opportunità.
 
Elemento distintivo del progetto è la misurazione dell’impatto sociale sull’ecosistema: con il supporto di Tiresia si è potuta misurare la qualità delle azioni realizzate rispetto alle esigenze degli stakeholder e al contesto sociale: il 65% degli alumni ha un’occupazione e di questi il 62% ha un lavoro da dipendente a tempo determinato o indeterminato. L’86% dei giovani ricercatori intervistati ha dichiarato che grazie al supporto del progetto è stato possibile portare avanti e concludere il loro percorso di ricerca (e pubblicazione su riviste internazionali).
A questo si associa la crescita personale che i Diventerò esprimono con un rafforzamento in termini di indipendenza e autostima dopo aver partecipato al progetto, due caratteristiche essenziali per fare dei giovani dei veri protagonisti dello sviluppo della società.
 
Il progetto è nato dalla consapevolezza che la crisi economica iniziata nel 2008 grava soprattutto sulle spalle dei più giovani – racconta Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco - Per questa ragione la Fondazione ha ideato e costruito un progetto che offrisse opportunità concrete a giovani desiderosi di impegnarsi nel loro futuro. E’ stato uno dei primi grandi programmi della fondazione che nel tempo non si è sottratto alle sfide del presente come l’integrazione degli stranieri e la creazione di impresa.
 
All’interno del programma a fine maggio è stato lanciata la seconda edizione del bando sull’economia circolareStart to Be Circular”, in collaborazione con Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria e Banca Prossima, che si propone di promuovere la transizione verso una crescita sostenibile attraverso iniziative imprenditoriali innovative che impattino su importanti fasi del ciclo economico-produttivo.  Il progetto vuole favorire anche l’imprenditorialità tra i giovani e diffondere i valori dell’economia circolare tramite la promozione e realizzazione di nuove catene di valore nelle quali le risorse naturali restano all’interno del sistema economico. Il bando, dal valore complessivo di oltre 130 mila euro, comprende un percorso d’incubazione per le startup vincitrici presso l’incubatore Speed MI Up dell’Università Bocconi, di Camera di Commercio di Milano e Comune di Milano comprensivo dei servizi di formazione, tutoring offerti dalla Faculty Bocconi.
  
Il progetto è cresciuto nel tempo e ha catalizzato un numero crescente di risorse aggiunge Diana Bracco -  Adesso, dopo 5 anni di attività ha raggiunto una stabilità senza perdere la tensione a massimizzare l’impatto sociale in termini di competenze e occupazione generata. Resta l’ambizione o forse meglio l’aspirazione a sperimentare per produrre innovazione sociale che ben sappiamo dipendere da esperienze e dal bagaglio socio culturale dei destinatari del progetto. Ed è per questo che ogni percorso del Diventerò viene “vestito” sui talenti dei vincitori, su misura del singolo non puntando su grandi numeri ma sulla qualità.
 
Il programma nel corso del tempo ha ampliato il suo raggio di azione dal tema della promozione dell’imprenditorialità giovanile a quello della formazione come strumento di inclusione.
Tra le storie raccontate durante la cerimonia di premiazione del 27 maggio scorso c’era ad esempio quella di Nadia Mohamud Mohamed, giovane somala parte di un gruppo di venti ragazzi e ragazze rifugiati (con Protezione Internazionale) che, grazie all’Università di Pavia, Fondazione Bracco e altri partner ha potuto continuare il percorso scolastico che aveva iniziato nel suo Paese e diplomarsi.
 
“E’ un progetto che serve a dare pari opportunità a tutti – l’ha definito Elena Centemero, Presidente della Commissione Equality and non Discrimination del Consiglio d’Europa –permette a ragazzi e ragazze di investire e di credere nel loro futuro”.
 
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