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Di che pasta è fatto il mondo?

  • Pubblicato il: 04/04/2013 - 23:42
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva
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Polignano a Mare (BA). Per il terzo appuntamento della rassegna «Il Museo e il suo territorio» la Fondazione Museo Pino Pascali ospita nella Project Room del Museo, dal 27 marzo al 21 aprile prossimo, la mostra personale di Maria Grazia Carriero dal titolo «At home 1578» a cura di Nicola Zito. La rassegna presenta al pubblico le nuove realtà artistiche pugliesi realizzando mostre e workshop a cadenza mensile durante le quali giovani artisti emergenti presentano il proprio percorso formativo e artistico «in diretta» dimostrando il personale processo di trasformazione di un’idea in materia.
L’artista in mostra vive a Palagiano (TA) ed ha fatto delle sue radici un marchio distintivo del suo lavoro, ma è nel viaggio, e nel relativo incontro con culture differenti, che meglio si esprimono le sue potenzialità creative: il progetto «At home 1578», infatti, nasce da un’esperienza molto forte compiuta dall’artista nel 2005 in Marocco, a Marrakech, dove, immersa in una realtà di disagio e povertà, a contatto con i bambini dell’orfanotrofio e del carcere minorile, si è ritrovata a lavorare nei laboratori organizzati dall’associazione Amjart con un materiale inusuale ma dalla forte valenza identitaria, la pasta. Al rientro in Italia Maria Grazia ha quindi iniziato un percorso di ripensamento di quanto vissuto in Nord Africa: a partire dalle collane realizzate dai ragazzi, ha iniziato a creare, nel 2009, grandi installazioni di collane e anelli, lavori temporanei destinati per la loro intrinseca natura a deteriorarsi, secondo quello che è l’approccio tipico dell’arte-natura.
Da qui sono nati, infine, i due cicli esposti al Pascali, «Nature» e «Circle», che rappresentano un momentaneo punto di arrivo: i lavori sono realizzati con pasta di grano duro bruciata e fissata su forex attraverso l’uso della resina, e si pongono come il risultato di un percorso di riflessione e creazione artistica, intrapreso a casa e durato 1578 ore. Trattasi di opere bidimensionali, nelle quali l’artista compone motivi geometrici e figure, mimetiche rappresentazioni naturali di pasta di grano dura che, sottoposta a un processo di bruciatura, dall’artista stessa definita «mutazione non solo estetica ma anche di natura simbolica», viene assicurata sul supporto con l’uso della resina, che fissa le forme e, insieme, altera decisamente la percezione visiva, contribuendo a modificare l’aspetto della pasta, che è trasformata ormai in qualcosa di altro da sé. Oltre ai «cerchi», rappresentati in una serie di varianti, che virano dall’idea di mandala a veri e propri «cerchi col grano», i 12 pezzi del ciclo «Nature» si rifanno prevalentemente agli esseri che popolano i fondali marini: spaghetti che ricordano grappoli di attinie, mezze maniche che sembrano celenterati, mezze penne come coralli e via di seguito.
Lo scorso 27 marzo si è svolto al Pascali un workshop, collegato a questa mostra, che ha visto la partecipazione di circa 35 studenti della classe di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Bari e del liceo artistico «Ciardo-Pellegrino» di Lecce. Con i ragazzi Maria Grazia Carriero ha realizzato una scultura site specific che resterà visibile per tutta la durata della mostra. «Ho voluto riprendere il tema della serie Circle» commenta l’artista«ed ho dato ai ragazzi dei pezzi di lavoro da realizzare in piccoli gruppi; successivamente il tutto si è composto in una installazione che è stata collegata anche alla location, calandola dall’alto dal soffitto. Questi lavori risentono dell’influenza di un periodo della mia infanzia vissuto in campagna che si è poi legato all’esperienza in Marocco».
La presentazione ufficiale della mostra si terrà venerdì 5 aprile alle ore 18.30: in quest’occasione sarà possibile conversare con l’artista.

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