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Da Sanpietroburgo a Ferrara e oltre

  • Pubblicato il: 28/11/2011 - 14:06
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
 Il Castello Estense

Ferrara. Calendario “serrato” per le attività della Fondazione Ermitage Italia, concentrate ora sugli scambi del grande museo pubblico di San Pietroburgo con Padova per  una rassegna “bilaterale”, prima in Russia e a seguire a Pavia.
Nel 2007 inaugurava a Ferrara “Ermitage Italia”, sede italiana del prestigioso museo per avviare una presenza stabile dell’istituzione russa nel nostro Paese volta a un lavoro programmatico di ricerca, studio, confronto e produzione culturale italo-russa.
Con una sede di rappresentanza nel Castello estense, quella operativa e la foresteria nel complesso di Parco Figlioli, Ermitage Italia ha un’anima diversa dalla altre filiali estere del museo a Londra, Amsterdam, Las Vegas e Kazan, grazie all’ampio patrimonio d’arte italiana del museo.
Una candidatura di Ferrara città avanzata e fortemente voluta dalla Provincia di Ferrara e dallo storico direttore del Museo russo Michail Piotrovsky si è realizzata con la cooperazione degli enti locali - Provincia, Comune e Regione Emilia-Romagna -, affiancate da una vasta piattaforma: Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, Confindustria Emilia-Romagna, Direzione Regionale per i Beni Artistici, Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna del Mibac, Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia-Romagna, Istituto di Studi Rinascimentali, Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze e Università di Ferrara.
Oggi il Consiglio di amministrazione è presieduto da Marcella Zappaterra e il comitato scientifico è costituito dal presidente Michail Piotrovsky, dalle direttrici scientifiche Irina Artemieva e Francesca Cappelletti e da Cristina Acidini, Sergey Androsov, Andrea Emiliani, Carla Di Francesco, Gabriele Finaldi, Sergey Karpov, Vladimir Matveev, Antonio Paolucci, Giuseppe Pavanello e George Vilinbakhov.

Tra le numerose attività in corso vanno citate nel 2011, anno delle celebrazioni della cultura e della lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia, il ciclo di conferenze “Il Collezionismo e la formazione dei grandi Musei” che indaga, ai 500 anni della nascita la figura e l’opera di Giorgio Vasari, nonché il convegno dedicato alla pittura del Seicento che trae spunto dalla recente catalogazione delle 285 opere dell’Ermitage, che fornisce un quadro quasi completo delle vicende della pittura seicentesca in Italia.
Pubblicata “La pittura italiana tra XIII e XVI secolo”, terzo volume delle collezioni del Museo Statale Ermitage, un complesso lavoro di studio e di ricerca curato da Tatiana Kustodieva con la collaborazione di studiosi italiani e russi.
In preparazione due protocolli di intesa con Gorizia e gli enti territoriali della Regione Friuli Venezia Giulia e con Torino, Comune e musei civici di Palazzo Madama. Poi ci sono gli appuntamenti di cui si diceva all’inizio.
A Padova da San Pietroburgo, arrivano due capolavori di Rembrandt esposti con stampe del maestro provenienti dalle collezioni civiche e dalla  Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova (in cambio andrà in Russia l’Eterno Padre di Giotto proveniente dalla Cappella degli Scrovegni). Fino al 30 gennaio 2012 si potranno vedere il Ritratto di vecchia e il Ritratto di vecchio ebreo, due tele intensissime e toccanti del 1654, dal valore assicurativo di oltre 30 milioni di euro, che pervennero al grande Museo sulla Neva per volere di Caterina II nel 1781, insieme a tanti altri capolavori della prestigiosa collezione del conte Silvain-Raphaël Baudouin (1715-1797), un militare dei circoli dei curieux parigini che nel 1780 era possessore di 119 opere. L’esposizione dei due dipinti dell’Ermitage offre l’occasione per mostrare per la prima volta al pubblico anche una quarantina di stampe, fogli originali e copie, attinte dalle ricche collezioni patavine, quelle civiche (Museo d’Arte e Museo Bottacin) e quella del marchese Federico Manfredini conservata presso la Biblioteca del Seminario Vescovile. La mostra, curata da Davide Banzato, Elisabetta Gastaldi, Mari Pietrogiovanna, Irina Sokolova, è promossa dal Comune di Padova, dai Musei Civici agli Eremitani, dal Museo Statale Ermitage, in collaborazione con la Fondazione Ermitage Italia, con il contributo di Fischer Italia e della Fondazione Antonveneta.
A Ferrara è aperta la rassegna “La pittura italiana del XIX secolo. Dal Neoclassicismo al Simbolismo”, a conclusione dell’anno Italia-Russia (per questo la mostra, curata da  Susanna Zatti e Fernando Mazzocca, che si trasferirà al Castello Visconteo di Pavia dall’11 febbraio al 18 marzo 2012), nell’ambito del protocollo siglato nel 2009 tra il Museo Statale Ermitage, il Comune di Pavia e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
La grande rivalutazione e valorizzazione della pittura italiana dell’Ottocento, condotta in questi ultimi anni nelle sue diverse declinazioni tematiche e stilistiche e nelle sue differenti scuole regionali, ha determinato dunque la volontà di mostrare al pubblico russo una selezione di circa ottanta opere dell'arte figurativa italiana del XIX secolo: dal nitore neoclassico al pathos romantico, dalla forza del colore dei macchiaioli al sensualismo dei decadenti, dalle vedute e paesaggi che descrivono le meraviglie del Bel Paese ai ritratti scapigliati con opere di Appiani, Hayez, Piccio, Faruffini, Morbelli, Fattori, De Nittis, Segantini, Pellizza, Zandomeneghi provenienti da numerose collezioni private e pubbliche di Firenze, Torino, Milano, Genova, Bergamo, Brescia, Carpi, Vercelli, Rovereto (catalogo Skira).