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Da Bray una tirata di Recchia

  • Pubblicato il: 12/07/2013 - 09:13
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Edek Osser
Antonia Pasqua Recchia

Roma. Per adesso la bomba pare disinnescata da un immediato intervento del ministro per i Beni culturaliMassimo Bray che vanifica la circolare n. 30 del segretario generale del Ministero, Antonia Pasqua Recchia (nella foto), arrivata con fragore il 18 giugno scorso sui tavoli delle Direzioni regionali del Mibac. Contiene «misure urgenti» in applicazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione 2013-15 (legge 190 del novembre 2012). In pratica, dice il documento Recchia, per evitare il consolidarsi di «posizioni dominanti» e quindi il rischio di corruzione, gli incarichi di tutti i direttori di musei, aree archeologiche, complessi monumentali, ma anche i funzionari di zona, da adesso sono a termine: ogni tre anni devono «ruotare». Il provvedimento deriverebbe la sua necessità (dice la circolare) dalla «azione di contrasto della corruzione promossa da Onu, Consiglio d’Europa e Ocse a cui l’Italia ha aderito» e in applicazione della stessa legge 190. Il testo era stato varato dall’ex ministro Lorenzo Ornaghi nell’aprile scorso, pochi giorni prima dell’arrivo di Bray. Immediate le reazioni a questo diktat: il direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, a «Il Giornale dell’Arte» ha definito la circolare «un insulto ai direttori dei musei»; «mi sento offeso», ha detto poi a «la Repubblica», «perché dietro questa scelta c’è il pensiero che un funzionario debba essere sostituito per non essere corruttibile». Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese di Roma, ha commentato come sia «singolare che si colpiscano quelle figure (i funzionari, Ndr) che nel Ministero non hanno facoltà di spesa. È davvero strano che si imponga a noi la rotazione e non a figure dirigenziali che negli ultimi anni si sono moltiplicate a dismisura». Drastico il commento di Salvatore Settis che ha parlato di «colpo di grazia ai musei italiani».
Il pasticcio è stato risolto dall’intervento del ministro Bray: «Voglio assicurare che tutti coloro che hanno lavorato bene resteranno al loro posto. È un impegno che intendo onorare». Adesso sarà necessario modificare la circolare sotto accusa.

da Il Giornale dell'Arte numero 333, luglio 2013