Cultura: innovazione, partecipazione e accessibilità. La Capitale Europea della Cultura RUHR.10
SPECIALE CULTURA DIGITALE. Questo articolo prosegue la riflessione del precedente evidenziando gli elementi salienti che hanno caratterizzato il processo di Capitale Europea della Cultura RUHR.10 che aveva due obiettivi ambiziosi: «Creating experience» e «Developin Infrastructures»
Realtà virtuosa dal punto di vista dei network attivati e delle progettualità sul territorio, il Forum d’Avignon 2015 rappresenta un momento di incontro molto importante tra diverse realtà provenienti da tutta Europa.
Per comprendere a fondo le ragioni e gli obiettivi di questa iniziativa è però necessario indagare le origini culturali di questo territorio.
Le radici dei Creative Quarters della Ruhr[1] – così viene chiamato dal punto di vista culturale il territorio di questa zona composto da 53 Municipalità – sono strettamente legate all’iniziativa European Capital of Culture[2]. Il progetto Capital of Culture RUHR.2010 è stato infatti il primo esempio europeo che ha visto collaborare operatori culturali e industrie creative in un processo bottom – up per la costruzione di un’identità di open culture (European Centre of Creative Economy, 2011), strettamente connessa ad un concetto di cultura aperta che accorcia le distanze territoriali favorendo la costruzione di reti locali ed internazionali attraverso processi di progettazione partecipata e people raising[3].
L’obiettivo primario di questo percorso convergeva infatti verso due direzioni principali: lavorare con le comunità affinché esse stesse di sentissero parte integrante del processo, e sviluppare le infrastrutture materiali e immateriali del territorio per la creazione di network tra cittadini e policy maker. Il report che descrive il processo di costruzione della European Capital of Culture – EcoC - usa a tal proposito l’espressione «eliminate any obstacles» con riferimento ad un concetto ampio di partecipazione a tutti i livelli di governo e di territorio.
«Creating experience» e «Developin Infrastructures» diventano così non solo i brand della Kulturhauptstadt Europas RUHR.2010[4], ma anche leve per un cambiamento che riguarda non una città nello specifico ma l’intera regione nel suo complesso.
L’orizzonte temporale non è solo quello della creazione di eventi in vista dell’iniziativa ECoC, ma anche e soprattutto di lungo periodo verso l’implementazione di obiettivi e progettualità sostenibili nel tempo e nello spazio.
Lo slogan Change through Culture – Culture through Change - utilizzato come sinonimo di questa trasformazione - sottolinea proprio la centralità, la trasparenza e l’apertura del concetto di cultura. La cultura diventa un mezzo di comunicazione e di sviluppo di una strategia, ma anche volano in grado di innescare un cambiamento e rivedere i significati del termine stesso.
Per la buona riuscita di questo percorso fondamentale è stato il supporto degli stakeholder pubblici e privati: The city of Essen, The Ruhr Regional Association, The federal state of North Rhine Westphalia e The Ruhr Initiative Circle hanno giocato un ruolo molto importante. Anche risorse economiche dell’Unione Europea e del German Government Deputy for Culture and the Media hanno reso economicamente sostenibile il framework delle attività.
In ottemperanza ai criteri dell’iniziativa ECoC, il progetto RUHR.2010 ha anche garantito un insieme specifico di valori legati alla partecipazione: l’accessibilità trasversale a tutti gli utenti dei contenuti e della comunicazione; l’accessibilità fisica di tutte le aree dedicate agli eventi e lo sviluppo di un programma di manifestazioni a cui potessero prendere parte anche i cittadini con disabilità. Questa attenzione al pubblico è stata tradotta ad un’attenzione trasversale alla comunità attraverso una «social participation» (Zentrum für Kulturforschung, ICG Culturplan, 2010) volta a coinvolgere sempre meglio e di più i disabili, i bambini e le loro famiglie, e i volontari, attori chiave del processo.
Sono stati avviati così dei progetti di networking - come Local Heroes e Shaft Signs - che sono stati sostenuti dal governo che ha elargito simbolicamente 2€ per ogni cittadino delle città coinvolte. Questo ha portato ad un budget totale di 11 milioni di Euro che sono stati allocati direttamente ai singoli Comuni della regione. Questa cifra ha sostenuto le progettualità di RUHR.2010 e allo stesso tempo ha garantito alle città le possibilità di partecipare attivamente alle iniziative messe in atto in questo contesto.
Bibliografia essenziale
M. Bolzan (2009), La Tecnica Delphi.
Council of European Union (2014), Conclusions of cultural heritage as a strategic resource for a sustainable Europe and on participatory governance of cultural heritage, Brussels.
ECORYS (2011), Ex-post evaluation of 2010 European Capitals of Culture.
European Centre of Creative Economy (2011), Urban Change – Cultural Players and Placemaking in the Ruhr Region.
European Commission (2014), Towards an integrated approach to cultural heritage for Europe, COM(2014) 477 final.
European Union (2015), European Capital of Culture – 30 years, Bruxelles.
UNESCO, United Nations Development Programme (2013), Creative Economy Report – 2013 Special Edition, United Nations Development Programme, United Nations.
Zentrum für Kulturforschung, ICG Culturplan (2010), Mit Kultur zur Metropole? Evaluation der Kulturhauptstadt Europas RHUR.2010, Zentrum für Kulturforschung, Berlin.
[1] La Ruhr è un agglomerato di 53 comuni della Germania occidentale, di cui Essen e Dortmund sono il più grande, con una popolazione di oltre 5 milioni di persone. Nel 19esimo secolo, la Ruhr ha visto un massiccio sviluppo delle industrie del ferro, del carbone e dell'acciaio, che hanno attratto i lavoratori di tutto il continente. Il declino industriale dal 1970 in poi ha creato alti livelli di disoccupazione e di emigrazione, come pure un retaggio di locali industriali obsoleti.
[2] Ciascun anno il titolo di "Capitale europea della cultura" è assegnato a città che esemplificano la ricchezza e la diversità della cultura europea. L'iniziativa, nata nel 1985, rappresenta oggi una delle manifestazioni culturali più prestigiose e di alto livello in Europa. Le città possono essere designate come Capitali europee della cultura non solo in forza delle proprie caratteristiche intrinseche, ma in primo luogo per il programma di lavoro che intendono porre in essere durante l'anno di selezione, volto a valorizzare la molteplicità e la ricchezza delle culture presenti in Europa, a rafforzare i legami culturali che tengono unita l'Europa, a promuovere il contatto tra cittadini provenienti da differenti aree europee al fine di favorire la comprensione reciproca e così rafforzare la cittadinanza europea (Fonte: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, 2015).
[3] Il peopleraising può essere definito come «la ricerca di fondi attraverso una serie di azioni che riguardano la relazione con il donatore» (Associazione Italiana fundraising, 2015).
[4] Kulturhauptstadt Europas RUHR.2010: Capitale Europea della Cultura RUHR.2010