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Cultura e salute. Mettere in scena la cura

  • Pubblicato il: 14/01/2015 - 16:34
Rubrica: 
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Articolo a cura di: 
Anita Valentina Fiorino

Il progetto interdisciplinare di ricerca scientifica Co-Health dell’Università di Torino, grazie al sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, si occupa di dimostrare scientificamente che l’arte teatrale è uno strumento formativo efficace per costruire competenze professionali di medici ed infermieri nella relazione di cura. Una migliore relazione con il paziente rende migliore il percorso di cura, come sostiene la letteratura scientifica. Il progetto accoglie la sfida di in un nuovo incontro tra arte e medicina, tra welfare e cultura, tra professionisti della Cura e Comunità dei cittadini, una sfida che anche in Europa coinvolge artisti, medici, studiosi.

Co-Health mette insieme 9 partner italiani tra Università, centri di ricerca, ospedali, ASL e collabora con studiosi e centri internazionali in tutta Europa.

Per la prima volta in Italia viene così realizzata un’accurata valutazione qualitativa del potenziale formativo della metodologia del “Teatro Sociale e di Comunità” – già riconosciuta a livello europeo dal primo premio del Bando Cultura 2011 con il progetto Caravan Artist on the road (capofila Fondazione CRT), e ideata dal Social Community Theatre Centre|Unito, diretto da Alessandra Rossi Ghiglione.

Studenti di Torino e Cuneo dei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, Infermieristica e Ostetricia così come professionisti degli ospedali Mauriziano e Giovanni Bosco di Torino e dell’ASL TO 3 sono coinvolti in laboratori teatrali finalizzati all’acquisizione di soft skills fondamentali per un buon curante: consapevolezza corporea, empatia, comunicazione efficace, cooperazione interprofessionale, gestione dello stress lavoro correlato. Il Forum Teatro Salute Benessere (vedi il video sul canale youtube del SCT Centre), realizzato in collaborazione con Dors e Asl Cn1, ha aperto nell’ottobre del 2013 il progetto di ricerca che si concluderà nell’ottobre del 2015 con un convegno internazionale e la presentazione di seminari metodologici e performance dei partecipanti.

 

Per saperne di più

Teatro e salute

Le pratiche dell’arte e il teatro in particolare -come emerge anche dagli studi scientifici di sanità pubblica, neuroscienze, medical humanities possono offrire alla scienza medica e alle organizzazioni socio-sanitarie metodologie, pratiche e strumenti efficaci nel contribuire all’innovazione di alcuni importanti processi di promozione della salute e relazione di cura, dalla formazione del personale sanitario al coinvolgimento responsabile della comunità nella comunicazione, prevenzione e cura.

Un teatro attento alla dimensione sociale e di comunità sviluppa competenze e risorse utili per la salute e il benessere, quali la conoscenza del corpo come luogo relazionale e simbolico (con la sua profonda interconnessione tra dimensione corporea, emozionale, cognitiva e performativa), l’allenamento della creatività come risorsa non solo personale ma professionale, la valorizzazione della dimensione di gruppo e della cooperazione d’équipe, le pratiche di addestramento della comunicazione verbale e soprattutto non-verbale, la capacità di costruzione di riti partecipati e di capitale sociale nelle organizzazioni e sul territorio, l’efficacia dell’arte nel dare dimensione universale alle esperienze individuali costruendo valori e simboli condivisi.

Nel 2006 il SCT ha avviato un’area di ricerca e progettazione su Teatro e Salute in collaborazione con numerosi enti pubblici e privati italiani e istituzioni europee che operano a livello di ricerca scientifica e cura negli ambiti della formazione del personale sanitario, della relazione di cura, della promozione della salute, della prevenzione e della comunicazione sanitaria. Il progetto di ricerca-azione Co-Health si inserisce quindi in continuità con progetti che hanno visto il Social Community Theatre Centre direttamente impegnato.

Sono stati realizzati alcuni innovativi progetti in oncologia, nei reparti di Neuropsichiatria Infantile e Terapia Intensiva, con gli anziani per favorire un invecchiamento attivo, di riabilitazione e inclusione di persone afasiche, con i giovani sulla promozione della salute e gli stili di vita, con cittadini e pazienti sulla salute mentale e la salute di comunità (vedi sito del SCT Centre|Unito www.socialcommunitytheatre.com).

Un confronto con le esperienze europee è stato avviato dal 2009 con il progetto Europeo Art and Healthcare (Grundtvig) e proseguito con The Art of Wellbeing (Malta’s Art Council and Mater Dei Hospital), e attraverso un ininterrotto lavoro di rete tra soggetti.

Dal 2006 la metodologia di SCT è stata utilizzata all’interno di corsi accademici e di formazione della Scuola di Medicina di Torino e più di 180 studenti di Infermieristica e Medicina sono stati formati attraverso la metodologia TSC come mezzo per favorire la costruzione di équipe, la comunicazione con i pazienti e migliorare la relazione di cura.

 

Il Teatro Sociale e di Comunità e la formazione dell’uomo

La formazione secondo l’approccio TSC è un processo pedagogico e andragogico che, avvalendosi di specifici principi e tecniche del teatro, ha come finalità per i singoli partecipanti l’apprendimento sia di specifiche skills (con particolare riferimento all’area della creatività e della resilienza e a tutte le life skills, oltre che a specifiche soft skills individuate dal programma formativo in oggetto), sia il potenziamento dell’attitudine all’apprendimento esperienziale proprio della formazione permanente degli adulti. Inoltre la formazione TSC produce apprendimenti nel sistema relazionale del gruppo di partecipanti coinvolto, con particolare riferimento alle capacità di inclusione, connessione e cooperazione. La formazione inoltre intende produrre un impatto sul benessere soggettivo percepito dei partecipanti, che è favorito dagli effetti di decontrazione fisica e mentale, integrazione psico-corporea, socialità e resilienza sviluppati.

In quest’ottica il TSC utilizza la creatività e la rappresentazione in azione psicocorporea con la sospensione dei processi di apprendimento logocentrici e i comportamenti psicomotori abituali come una risorsa per cambiare gli schemi mentali con cui si approccia la life knowledge (trasformazione dell’esperienza in saper essere e saper fare) e la professional knowledge (trasformazione dell’esperienza e del sapere teorico in saper fare).

La formazione TSC fa riferimento per razionale, framework, finalità e strumenti in modo organico e storico a un’area disciplinare umanistica, sia con riferimento a studi accademici e scientifici sia alle teoresi dei maestri teatrali del Novecento, e in particolare a:

  • Pedagogie dell’attore
  • Teorie della performance e antropologia teatrale
  • Teoria del gioco e della mimesi (come se)
  • Pratiche di teatro nel sociale e arti terapie
  • Discipline del corpo/mente orientali e occidentali

 

Vi sono inoltre connessioni con altri fondamenti teorici afferenti ad altre aree disciplinari, con particolare riferimento alle teorie dell’apprendimento e della creatività, alla psicologia dei gruppi e delle comunità, agli studi di neuroscienze

In un approccio TSC al partecipante vengono proposte una serie di attività concrete, corporee ed artigianali di sperimentazione e allenamento di pratiche finalizzate alla creazione e alla messa in scena –dalla esplorazione di condizioni specifiche attraverso esercizi fisici che rimandano a temi quali la fiducia, l’equilibrio, la cooperazione, la leadership, etc.; alla creazione di brevi performance con elementi verbali e non verbali; alla costruzione di scene, opere, oggetti; alla invenzione di storie o personaggi; all’improvvisazione di situazioni e di ruoli. Queste pratiche coinvolgono contemporaneamente la sua dimensione corporea, emozionale, mentale e mirano in particolare a integrare in modo costante tra loro queste tre dimensioni. Ogni “esercizio/pratica” -anche se con pesi diversi e collocato secondo una specifica progressione prevista dal metodo e rivalutata dal trainer anche in base all’obiettivo formativo specifico- chiede al soggetto una contemporanea azione fisica, emozionale e mentale, e ne allena l’integrazione coerente e funzionale al benessere personale e al benessere relazionale. Questo è possibile perché l’approccio TSC si rivolge non al singolo individuo ma all’individuo in gruppo e al gruppo stesso con stimoli specifici. Tali stimoli per tipo e per setting (lavoro io in gruppo, in coppie, in piccolo gruppo, in cerchio, in scena vs platea, etc.) favoriscono la natura sociale delle risposte individuali, ovvero la capacità di mettere in atto azioni efficaci di cui si è in grado di prevedere l’impatto relazionale, e rimandano costantemente il gruppo alla sua appartenenza ad una specifica comunità elettiva e/o reale (territorio, organizzazione, etc.).

Nella formazione TSC, la dimensione ludica –con una forte connotazione senso motoria- è la condizione scelta per l’apprendimento esperienziale proposto: il fare per gioco rimanda a una gratuità del fare, a una non finalizzazione produttiva della performance, al piacere come elemento chiave dell’apprendimento. Nel gioco del ‘come se’ in particolare è possibile esplorare in modo autentico ma non rischioso condizioni che rimandano alla vita personale e professionale sia individuale che collettiva e rivisitarle con un cambio di sguardo e di prospettiva, muovendosi con azioni ed emozioni nelle possibilità ulteriori dell’immaginazione. La condizione di liminalità del setting, che sospende lo spazio tempo e le regole di comportamento dell’ordinario, rimanda a possibilità di esplorazione libere e anche potenziale sovversive rispetto all’ordine quotidiano personale, sociale professionale. In quest’ottica la vita quotidiana come rappresentazione è rimessa in gioco e ridisegnata secondo il principio antropologico del liminoide.

Il processo implica stili differenti di apprendimento e richiede infatti sia una dimensione esperienziale centrata sul corpo in azione (training e improvvisazione), attività di osservazione (etero osservazione nei momenti di messa in scena e auto percezione nel lavoro di ascolto corporeo durante il training), astrazione e concettualizzazione (sia con inviti durante il training sia in momenti specifici di feedback in cerchio), sia di sperimentazione (tanto nella ripetizione/variazione di esercizi di training tanto nei processi di creazione individuali o in piccolo gruppo di rappresentazione, storytelling o costruzione di opere).

Ogni forma di giudizio legata alla prestazione in atto è sospesa, il giudizio viene sostituito da una osservazione costante con rimandi al partecipante finalizzati ad un approfondimento progressivo dell’esperienza. Il fare non è mai valutato in termini di giusto o sbagliato ma in termini di esperienza all’interno della quale è possibile apprendere. L´allenamento all’osservazione e all’auto-osservazione costante permette di affinare nel tempo un processo di auto-valutazione finalizzata ad un accrescimento della propria consapevolezza in termini di saper essere e saper fare.

Il TSC ha un suo specifico rispetto ad approcci che utilizzano il teatro in ottica terapeutica poiché richiede una dimensione estetica dei processi e dei prodotti della creazione e della rappresentazione - persegue cioè la bellezza di ciò che si fa e si crea. Nelle attività di TSC il partecipante è invitato a guardare e a creare con un’attenzione specifica al valore estetico/artistico e non solo espressivo ovvero a ricercare forme metaforiche pregnanti, densamente simboliche e stilisticamente coerenti. In termini formativi il riferimento alla dimensione estetica intende sviluppare le seguenti competenze di base che promuovono un agire umano libero, costruttivo ed efficace: il senso di integrazione e di coerenza (armonia) e la disponibilità a immaginare e praticare nuovi punti di vista (visionarietà) e nuove forme di legami (interconnessione).

 

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