Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Cultura, come ti finanzio. Qual è lo stato di salute delle organizzazioni culturali?

  • Pubblicato il: 31/01/2014 - 13:27
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

MM. In linea generale in difficoltà. Io vedo soprattutto le non profit: teatri, musei. La dipendenza dal denaro pubblico è ancora tale da colpire la loro «salute operativa». Nell’ultimo biennio le organizzazioni sono cresciute numericamente, ma hanno ridotto gli organici per mantenere un equilibrio gestionale. Questa è l’anticamera di una spirale senza ritorno. Eppure negli altri settori il non profit cresce in attività, giro d’affari, addetti.
Come vede il futuro?Ritengo che il settore culturale sia alla vigilia di una epocale riorganizzazione, in cui il non profit farà da protagonista, anche per la difficoltà del Pubblico di gestire la propria situazione finanziaria e organizzativa. Ciò non significa «consolidare arretrando». Ci sono territori in cui il mondo della cultura può generare nuove progettualità. Gli stanziamenti di Europa Creativa, nel nuovo ciclo di programmazione comunitaria potranno sostenere questa fase, ma dovranno essere affiancati da impegni pubblici e privati per la gestione corrente, fronte sul quale le imprese debbono migliorare altrimenti non arriverà neppure il denaro europeo. Ci sono opportunità per coalizzare iniziative attorno a un impulso pubblico, come abbiamo visto per la sfida verso la Capitale Culturale Europea 2019, percorso che a prescindere dagli esiti, porta una rilettura e una nuova progettualità sulle proprie risorse.

Ci sarà bisogno di aiuto, e come pensate di intervenire?
In due modi: finanziario e operativo. Non erogazioni liberali - che non rientrano nella nostra politica - ma con la disponibilità a finanziare sia la gestione corrente che gli sforzi di costruzione di attività e acquisizione di cespiti. Non è facile a farsi: tradizionalmente le organizzazioni potevano contare su contributi pubblici che tenevano tranquille le banche anche in assenza di garanzie reali. Oggi bisogna valutare la capacità di agire sui ricavi, attraverso servizi a valore aggiunto, raccolta fondi, erogazioni, ma anche sui costi. L’efficienza è la nuova frontiera: un museo a posto con i consumi di energia è più sostenibile, quindi ha anche più titolo per chiedere contributi e donazioni, perché non li «brucia» nelle sue inefficienze. Per Banca Prossima il settore culturale pesa per il 10% del giro di affari e stiamo cercando di focalizzare come servirlo meglio. Un modo è farlo accedere al mondo del crowdfunding: attraverso Terzo Valore, il nostro portale di prestiti collettivi, le organizzazioni possono ridurre gli interessi sui finanziamenti (anche di 3 volte!) e sviluppare una comunità di sostenitori e prestatori. Dopo i risultati ottenuti in ambito formazione/istruzione, le prime applicazioni alla cultura sono più vicine.

E dal lato gestionale?
Dal 2012 agiamo anche attraverso FITS! (Fondazione Per l’Innovazione del Terzo Settore), un soggetto nato per sostenere le organizzazioni non profit costruendo «ecosistemi» di vari operatori, ottimizzando i servizi necessari e finalizzando progetti. Oggi ci concentriamo sull’efficientamento energetico, formazione manageriale e marketing e sulla messa a punto di un sistema di valutazione delle organizzazioni che tenga conto delle specificità del settore culturale. FITS! è un incubatore: dopo la sperimentazione su casi pilota modellizza e moltiplica.

Dal XIII Rapporto Annuale Fondazioni, in Il Giornale dell'Arte, 338, gennaio 2014