Competenze digitali: quando, come, perché
SPECIALE CULTURA DIGITALE. Prosegue la ricerca de Il Giornale delle Fondazioni nell’ambito della cultura digitale. In particolare, visti i recenti documenti di piano e di finanziamento emanati a livello nazionale ed europeo, si propone qui una lettura riassuntiva delle strategie che si stanno sviluppando in relazione a digitalizzazione e patrimonio culturale. Tutti i documenti fanno riflettere circa la necessità di avere a disposizione competenze digitali per attivare processi virtuosi sul territorio
Il contributo costituisce una parte delle riflessioni presentate al convegno “OPEN YOUR DATA – Nuove opportunità per la cultura e i musei” che si è svolto il 30 ottobre a Bergamo presso il Teatro Donizzetti. In questa sede Il Giornale delle Fondazioni è stato invitato a discutere del rapporto tra digitalizzazione, musei e tourism management. Il convegno, organizzato dall’Associazione InNOVA Bergamo, è stato il secondo incontro di un ciclo di seminari volti a sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sul tema della digitalizzazione.
La digitalizzazione del patrimonio culturale è un fenomeno recente che si sta configurando sul panorama nazionale ed internazionale come uno delle principali leve del cambiamento in quanto coinvolge la domanda e l’offerta dal punto di vista della fruizione del patrimonio, della comunicazione dei musei e dell’intero processo di tourism management di una destinazione.
Già dal 2010 l’Unione Europea intravede, a partire dal documento “Europa 2020”, la possibilità di costruire una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In questo documento, all’interno delle sette principali priorità, si propone infatti di costituire un’Agenda Digitale Europea.
Negli anni seguenti attraverso le politiche legate proprio alle linee guida di “A Digital Agenda for Europe” (2014) e alle indicazioni di “A Digital Single Market” dell’estate di quest’anno, emerge la consapevolezza che il digitale possa innescare processi virtuosi di sviluppo del territorio legati alla digital economy, così come viene definita dai documenti ufficiali (European Commission, 2015).
Per fare ciò sono necessarie quelle che la Commissione Europea chiama digital skills che in Europa vanno sicuramente potenziate. Secondo il Digital Economy Society Index[1] - DESI, infatti, ad oggi (2015) solo il 2.8% degli Europei possiede le competenze digitali adeguate alle richieste di mercato e tali da poter avviare progettualità specifiche sul territorio.
Nel particolare l’Italia non si è ancora messa al passo con questo processo posizionandosi – rispetto agli altri paesi europei - agli ultimi posti della classifica rispetto ad un Nord Europa trainante relativamente a competenze e progettualità[2].
Per quanto riguarda il tema della digitalizzazione applicata all’ambito culturale, l’Unione Europea recepirà solo di recente l’importanza di appoggiare anche dal punto di vista economico le attività in questo ambito, proponendo linee di finanziamento dedicate.
Ci si muove dunque nell’ambito di Europa Creativa – Sotto programma Media – e di Horizon2020. Per quanto riguarda quest’ultimo, il recentissimo Work Programme “Europe in a changing world” ha come obiettivo quello di comunicare il patrimonio culturale attraverso politiche e azioni operative - «3D modelling, opengovernment, ICT» (European Commission, 2015).
In Italia solo a marzo di quest’anno nel documento “Strategie per la Crescita Digitale 2014 – 2020” si tratta per la prima volta il tema di «nuove modalità di fruizione - attraverso il digitale - dei beni culturali del nostro paese». Qui si parla infatti di “Ecosistema Digitale della Cultura”, per «valorizzare il patrimonio italiano attraverso la digitalizzazione di dati e servizi con una mappatura e digitalizzazione dei punti e siti d’interesse storico-artistico che può consentire un riuso efficiente delle informazioni sul patrimonio storico, artistico e culturale» (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2015).
Contestualmente a questo tema esiste anche quello che riguarda il tourism management - l’”Ecosistema Digitale Turistico” - volto allo sviluppo di competenze digitali per la promozione e la commercializzazione delle destinazioni del nostro paese. Ultimo ma non per importanza è uno degli elementi essenziali dell’EGovernment, il “Riuso”, volto a stimolare la collaborazione, lo scambio di best practice e il riutilizzo di tecnologie applicate dalle singole Regioni sui propri portali.
Tali obiettivi dovranno essere promossi da un team integrato a supporto del coordinamento e della gestione delle strategie digitali nazionali e locali sul turismo e sulla promozione dei beni culturali in un processo in cui l’Agenzia per l’Italia Digitale lavorerà insieme al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e all’Agenzia Nazionale per il Turismo. Ancora una volta si insiste qui sulle digital skills. I documenti di piano affermano che in questo processo verranno infatti intercettati sul territorio soggetti con competenze digitali idonee a supportare e a realizzare operativamente le azioni proposte.
Concludendo è importante sottolineare che l’Unione Europea ci chiede di superare il gap legato alle competenze digitali - secondo il quale il 32% dei lavoratori ha delle bassissime competenze legate ai temi del digitale e delle ICT – attraverso lo slogan «A Digital Economy needs a digitally – skilled workforce» (DESI, 2015).
Deve però partire dai territori la volontà di attivare processi virtuosi in grado di valorizzare le risorse presenti verso le politiche e le priorità nazionali ed internazionali.
Ci si auspica che le strategie che ne deriveranno accolgano le indicazioni del World Tourism Organization che invita i territori e le istituzioni a promuovere programmi di sviluppo sostenibile dei territori in cui porre al centro l’esperienza e il benessere del visitatore.
Bibliografia essenziale
Agenzia per l’Italia Digitale (2015), Strategia della Coalizione Nazionale per le competenze digitali, Agenzia per l’Italia Digitale, Roma.
Council of European Union (2014), Conclusions of cultural heritage as a strategic resource for a sustainable Europe and on participatory governance of cultural heritage, Brussels.
European Commission (2015), A Digital Single Market Strategy for Europe, COM(2015) 192 final, European Commission, Brussels.
Gasca E. (2015), Digitalizzazione centrata sull’utente, competenze in ambito di cultura digitale e azioni infrastrutturali trasversali. La Strategia per la Crescita Digitale 2014 – 2020, in “Il Giornale delle Fondazioni” edito da Fondazione Venezia, Venezia, 11 settembre. ISSN 2421-2466
European Commission (2015), Horizon 2020 section Social challenges.
Museum Association (2012), Museums 2020 Discussion Paper.
OECD (2015), Digital Government performance, in OECD, “Government at a Glance 2015”, OECD Publishing, Paris.
Presidenza del Consiglio dei Ministri (2015), Strategia per la crescita digitale 2014 – 2020, Roma
R. Parry (2010), Museums in a digital age, Routledge, Oxon.
Sitografia essenziale
A Digital Agenda for Europe: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en
A Digital Single Market: http://ec.europa.eu/priorities/digital-single-market/
Digital Economy Society Index: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/desi
World Tourism Organization: http://www2.unwto.org/
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[1] Il Digital Economy Society Index è un indicatore composito che rileva l’attitudine degli Stati Europei rispetto al digitale evidenziando l’andamento di cinque aree di indagine: connettività, capitale umano, uso di Internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.
[2] Queste considerazioni derivano da una lettura critica dei dati proposti dall’Organisation for Economic Co-operation and Development relativamente alle performance dell’EGovernment.