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Come sarà il padiglione della Santa Sede alla Biennale d’arte di Venezia

  • Pubblicato il: 16/05/2013 - 13:46
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NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Edek Osser
Monsignor Gianfranco Ravasi

Venezia. La prima partecipazione della Santa Sede con un suo padiglione è la vera novità della 55ma edizione, della Biennale d’arte veneziana. Ieri, in una conferenza stampa molto affollata, è stato rivelato in parte il contenuto dell’esposizione e i nomi degli artisti invitati. Hanno parlato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Micol Forti, direttore della collezione d’Arte Contemporanea dei Vaticani e il presidente della Biennale Paolo Baratta che ha sottolineato il ruolo della Biennale come «luogo di incontro e di dialogo».
Aprirà il padiglione della Santa Sede, nelle Artiglierie dell’Arsenale, un’opera di Tano Festa, creata per la Biennale del 1964.
Il padiglione avrà un titolo semplice, «In Principio», ma un sottotitolo complesso e ambizioso: «Creazione, De-Creazione. Ri-Creazione». Ci si ispira alla prima parte del  racconto biblico, la Genesi nella quale, si riflettono i tre momenti essenziali del progetto divino: l’atto creativo, la «scelta dell’uomo di contrapporsi a questo progetto originario», che porta alla distruzione etica e materiale e quindi, dopo il Diluvio Universale, alla «creazione rinnovata», alla nascita di una «Nuova Umanità». Questo il tema di fondo, affidato dalla commissione scientifica vaticana (presieduta da Antonio Paolucci e con l’alta regia di Gianfranco Ravasi) a tre gruppi di opere e di artisti: la prima, «la Creazione», a Studio Azzurro che ha realizzato un percorso luminoso con stimoli sensoriali, esperienze interattive, un uso pieno dei «nuovi media».
Il secondo tema è il caos, la distruzione, il peccato, denuncia «un mondo in abbandono e ferito»: a rappresentarlo, le fotografie di Josef Koudelka. Sono 18 immagini di epoche diverse, 9 delle quali molto grandi, 2,5 metri di base.
Infine il momento della ri-creazione affidata all’australiano Lawrence Carroll, con larappresentazione concreta e simbolica della Nuova Umanità, una nuova Origine, attraverso elementi semplici, a cavallo tra Arte povera e Concettuale: legni, tele arrotolate, scarpe, bastoni da passeggio spezzati, oggetti sospesi. «Non una soluzione definitiva, ma una possibilità che dobbiamo offrire alle nostre vite».

Durante la conferenza stampa è stato precisato che il costo del padiglione Vaticano è di 750mila euro, donati da diversi sponsor tra i quali Eni e Intesa San Paolo.

da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 15 maggio 2013