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A come Ambiente

  • Pubblicato il: 23/03/2012 - 03:38
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Articolo a cura di: 
Stefania Crobe

Catania. E’ stata presentata negli spazi del Rettorato dell’Università di Cataniauna nuova Fondazione universitaria per la promozione delle attività didattiche e di ricerca in campo ambientale. E’ la Fondazione Cutgana e coadiuverà l’omonimo Centro interfacoltà dell’Università di Catania, fondato nel 1996, nelle attività di promozione e sostegno alle iniziative didattiche formative e di ricerca.
 
Ricerca, tutela, gestione di ambienti naturali e di agro ecosistemi, di particolare valenza naturalistica e culturale e interesse pubblico: queste le linee che guideranno l’attività della fondazione.
Alla giornata di presentazione, nel corso dell’incontro sul tema «La Fondazione Cutgana e l’impegno dell’Università per la tutela dell’ambiente», hanno partecipato – moderati dal giornalista Piero Maenza - il governatore della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, il prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, il rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca, il presidente della Fondazione, Angelo Messina, e alcuni componenti del Cda della Fondazione, Paolo La Greca e Giuseppe Vecchio.
Tutti d’accordo (viste anche le recenti denunce di Legambiente sul degrado ambientale di alcune tra le più importanti risorse storiche e paesaggistico-ambientali della regione, forse) sulla necessità di tutelare e  valorizzare l'enorme patrimonio ambientale di cui dispone la Sicilia, unendo però alla salvaguardia una visione strategica di sviluppo: gestione sostenibile delle risorse ambientali e grande attenzione al bilancio per generare profitto e crescita.
Ovviamente passando per formazione e  ricerca: l’università come unica  vera risorsa del territorio per generare innovazione.
Tra gli scopi della Fondazione, infatti, la promozione e lo svolgimento di attività integrative e sussidiarie alla didattica ed alla ricerca dell’Università, la realizzazione di servizi e iniziative mirate a favorire le condizioni di studio, la promozione ed il supporto delle attività di cooperazione scientifica e culturale con l’obiettivo di trasferire i risultati di ricerca per la creazione di nuove imprenditorialità e per una loro valorizzazione economica.
 «La costituzione della Fondazione Cutgana - ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo - rappresenta un passo importante che consentirà potenziamento dell'opera avviata dall'omonimo centro per la salvaguardia e per la gestione di alcune aree protette e riserve naturali.  Avvalendosi delle numerose e provate competenze di cui dispone la fondazione, anche attraverso nuove convenzioni, può  aspirare ad un potenziamento della sua attività al quale la Regione guarda  con attenzione e attesa».
E lo strumento giuridico della fondazione, nata grazie alla sinergia tra la Regione, l’Università e la Prefettura, è funzionale allo scopo di valorizzare  al  meglio le risorse naturalistiche e culturali  per lo sviluppo del  territorio. Sorpassando l’impasse burocratica la Fondazione opererà come persona giuridica di diritto privato e potrà promuovere campagne di raccolta di fondi pubblici e privati creando rapporti di cooperazione sia con le pubbliche amministrazioni che con aziende per il raggiungimento degli scopi prefissati.
Sulle particolarità giuridiche della Fondazione si è espresso il  prof. Vecchio: «La maggiore novità è rappresentata dal fatto che il  Cutgana, un centro universitario, sarà affiancato da una struttura con  personalità giuridica a tutti gli effetti. Inoltre, la Fondazione è una forma  che permetterà la maggiore partecipazione e la sinergia tra diversi enti,  anche esterni all’Ateneo, che sempre nell’ambito delle loro  specificità e delle loro competenze, collaboreranno insieme per dare una  risposta organizzativa adeguata alle esigenze scientifiche e gestionali  legate alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale  siciliano».
Se di fronte alla crisi, i governi reagiscono con decisioni di breve periodo attraverso tagli e una ridistribuzione delle risorse che escludono l’università e l’istruzione in generale, l’esperienza siciliana potrebbe essere un buon segnale di rilancio per porre le basi di una società futura, capace di  pareggiare i conti impari di oggi attraverso la cultura.

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