Cittadellarte-Fondazione Pistoletto rinnova l’appuntamento con «Arte al Centro»
Giunta quest’anno alla XIV edizione, la rassegna «Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile» è l’appuntamento annuale che accende i riflettori su Cittadellarte, la Fondazione Pistoletto di Biella, un’opera d’arte essa stessa, un’estensione della poetica dei quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto che quest’anno hanno viaggiato in mostre antologiche dal Philadelphia Museum of Art al MAXXI di Roma.
Così l’ha pensata il maestro dell’arte povera quando l’ha istituita nel 1998: una cittadella in cui fermarsi e una città aperta al mondo, capace di riflettere il ruolo innovatore e trasformatore dell’arte se posta al centro delle diverse pratiche sociali, come la politica, l’economia, l’architettura, l’educazione.
Ospite d’eccezione dell’edizione 2011 di «Arte al Centro» è il poliedrico Alessandro Bergonzoni che, con la mostra personale «Grembi: soglie dell’inconcepibile», ci porta a esplorare il significato di nascita. «Rimetteremo i peccati. Al loro posto. Tra gli strati al cubo, come fossero ere. D’oro in poi dissemineremo il tragitto di trappole per scopi, e, tollerando solo l’incesto stellare, controlleremo che non ci portino via la roba stesa tra due momenti. Sapremo se la morte è una forma di evasione o il portento un modo per non accontentarsi d’esser vivi. Faremo come certe ciglia: sorvoleremo in silenzio. Siamo nati per nascere». Queste le frasi che trovano un nuovo senso nell’esercizio di opposizione alla linearità del senso comune, scelte da Bergonzoni per illustrare le sue installazioni nella Sala delle Colonne.
Sembra che le imprevedibili esplorazioni linguistiche dell’artista bolognese abbiano in qualche modo contagiato anche le altre mostre. Così, la tradizionale collettiva allestita negli spazi di Nova Civitas – l’Ufficio Architettura di Cittadellarte – prende lo stesso nome, ma scomposto, della Fondazione: «Artecittà. Arte e trasformazione urbana», un’indagine curata da Juan Esteban Sandoval e Sara Conforti su casi emblematici di contesti urbani rinnovati attraverso la ricerca artistica.
Come una mappa universale, la mostra ci porta dalla Colombia a Sanremo, dalla Norvegia ai Balcani, dimostrando che la capacità di rinnovamento di un contesto urbano locale, europeo o internazionale, non dipende tanto dalla geografia politica e architettonica, quanto piuttosto dalla geografia sociale, da quell’insieme di relazioni umane che, sollecitate dal lavoro degli artisti, possono spingere una comunità ad aprirsi al cambiamento e a partecipare attivamente a una trasformazione positiva dello spazio.
«Artecittà. Arte e trasformazione urbana» descrive otto esperienze artistiche che hanno coinvolto la popolazione di un luogo in un ri-pensamento, una ri-elaborazione del significato di vivere lo spazio comune: a Bordeaux il collettivo italo-olandese Cohabitation Strategies ha dato vita a laboratori/cantieri partecipativi di trasformazione urbana; a Medellin, in Colombia, El puente_lab crea centri culturali ad alta accessibilità; a Montevarchi (AR) Artway of thinking, Love Difference – l’Ufficio Politica di Cittadellarte – e Snark space making disegnano «Identità al centro», un articolato progetto di riqualificazione del centro storico della cittadina basato sull’esplorazione dei reali bisogni di chi vi abita. Ancora, a Sanremo il collettivo 5 Stones, nato nel 2010 durante la residenza di Unidee - Università delle Idee di Cittadellarte, stimola la sopita comunità del quartiere La Pigna con il progetto «Casinò»; a Stavanger, in Norvegia, l’artista Jeanne van Heeswijk esplora la comunità dell’ospedale universitario. Torino è rappresentata da due progetti: «situa.to» delle A.titolo in occasione di Your Time / Torino 2010 European Youth Capital e «Il tappeto volante» a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli per lavorare sull’integrazione e la coesione sociale del quartiere San Salvario.
La mostra si conclude nei Balcani con «Open Futures», l’indagine del collettivo STEALTH.unlimited sulle trasformazioni urbane delle capitali dell’Est.
La scelta curatoriale di dedicare questa edizione di «Arte al Centro» alla riflessione sul ruolo e sul potenziale dell’arte all’interno delle nostre città, si declina anche con la mostra «FRAC. Dialoghi sull’architettura». Curata da Francesco Manacorda, Direttore della fiera d’arte torinese Artissima, la terza mostra presenta un allestimento in progress.
Costituita in parte da una selezione di opere della Collezione FRAC - il Fondo Regionale per l’Arte Contemporanea della Regione Piemonte conservato in modo permanente a Cittadellarte – che indagano le relazioni tra arte e architettura e la possibilità di esplorare sentimenti e significati dello spazio pubblico, la mostra presenta anche un ambiente vuoto. Questo sarà riempito dal 15 giugno al 15 ottobre dai 15 artisti che risiederanno a Cittadellarte per la residenza Unidee-Università delle Idee 2011.
Questa è la reale capacità specchiante di Cittadellarte: la continua ricerca di nuove idee, di confronto e dibattito costruttivo, per generare non solo l’inedito ma per spostare il pensiero sempre oltre, in quell'utopia tra naturale e artificiale che il maestro chiama «Terzo Paradiso».
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