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Cinemovel, un circo di cinema ambulante per la promozione sociale

  • Pubblicato il: 24/02/2012 - 18:36
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Cecilia Conti
Mboro Film Festival

 «C’è un moderno gruppo di saltimbanchi che sta portando il cinema, la magia del cinema, là dove non c'è più o non c'è mai stato.»
Cinemovel nasce nel 2001 in Mozambico: per alcuni mesi il circo di cinema ambulante attraversò il paese, proiettando film mozambicani, europei ed americani per adulti e per bambini nelle scuole, nei mercati, negli ospedali.
Dopo i primi anni di attività, i risultati ottenuti superiori ad ogni aspettativa, il consenso, l’entusiasmo, la visibilità internazionale suggeriscono ai fondatori Nello Ferrieri ed Elisabetta Antognoni di trasformare l’associazione in una fondazione culturale partecipata, con la presidenza onoraria di Ettore Scola. Anche grazie all’incontro con goodwill e al piano strategico elaborato con la direzione scientifica di Pier Luigi Sacco, l’esperienza di Cinemovel confluisce, così, nella forma giuridica fondazionale, nella convinzione che essa possa fornire gli strumenti giusti per dialogare con il mondo culturale e, al tempo stesso, con quello della promozione sociale.
«Un elemento per noi fondamentale alla base di questa trasformazione è che la fondazione si presenta a livello nazionale e internazionale come un organismo di grande trasparenza, in cui la governance è chiara a tutti ed è possibile, attraverso di essa, dare vita a nuove attività in linea con il nostro scopo, ovvero formare i giovani e sviluppare progetti di cinema itinerante come strumento di promozione sociale e di sensibilizzazione su emergenze legate alla tutela delle persone e dei loro diritti fondamentali.»
E Cinemovel prende davvero sul serio il ruolo che una fondazione deve avere, ovvero quello di generare un cambiamento duraturo e sostenibile. «Non apriamo uffici in giro per il mondo, come fanno le ong; il nostro obiettivo è rimanere in un paese il tempo necessario per lo sviluppo di un progetto pilota, per formare le persone coinvolte e dare vita ad una attività autonoma. Da questo punto di vista, la fondazione è lo strumento giusto, in virtù della sua indipendenza e flessibilità.»
«L’altro aspetto che perseguiamo tramite l’istituto della fondazione è il dialogo con un mondo che sta cambiando, in cui gli strumenti tradizionali della cooperazione e dello sviluppo si stanno trasformando e in cui la fondazione rappresenta un interlocutore privilegiato. In questa ottica, la forma giuridica della fondazione è stata la scelta vincente. In particolare, essa diviene un elemento strategico per la raccolta fondi e la pianificazione degli aiuti in giro per il mondo poiché, grazie alle sue caratteristiche gestionali, finanziarie e di governo, permette, anche ad una piccolissima realtà come la nostra, di aprire un dialogo con soggetti di grande importanza.»
In particolare, Cinemovel sviluppa con la Fondazione Unipolis, suo partner istituzionale per almeno quattro anni, un percorso sulla legalità in collaborazione con Libera (Associazione contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti), ma anche altre iniziative sullo stesso tema, dando vita ad una condivisione di valori e ad uno scambio di competenze, di modi di operare, di progettualità innovative.
Per quanto riguarda le iniziative realizzate in alti paesi, in particolare nel continente africano, esse partono sempre da un parternariato con realtà della società civile e con loro si analizzano bisogni e necessità per costruire un progetto ad hoc. Con i partner locali si avvia, così, un percorso di progettazione comune, grazie al quale l’iniziativa può poi proseguire in autonomia. «Dal Mozambico al Marocco i gruppi con cui abbiamo lavorato oggi sono autonomi, poiché Cinemovel ha fornito loro gli strumenti per essere indipendenti, pur continuando a seguirne l’attività.»
 
Per quanto riguarda l'aspetto scientifico, anche la scelta dei titoli dei film proiettati viene condivisa, insieme alla definizione di ogni aspetto del progetto.
«Una delle caratteristica di Cinemovel è mettere le persone, soprattutto coloro che non hanno mai visto un film sul grande schermo e immagini in movimento, nelle condizioni di poter assistere in un sera sola alla storia del cinema. Per questo le proiezioni iniziano sempre con il cinema muto, che è comprensibile a tutti, anche a quelle persone che parlano solo la propria lingua di origine, funzionando come un «pifferaio magico» che raccoglie tutti intorno al grande schermo.»
La caratteristica dei film proiettati è corrispondere alla cinematografia del paese in cui ci si trova, attraverso una ricerca sulle produzioni locali. «La scelta dei titoli si concentra, in particolare, sul tema sviluppato: in Marocco, ad esempio, la tematica sociale affrontata era il nuovo diritto di famiglia, e per questo abbiamo cercato  film che avessero a che fare in qualche modo con l’ emancipazione femminile e che fossero al tempo stesso film di riferimento del modo arabo.»
Uguale percorso viene fatto, in Italia, nella scelta dei titoli proposti per Libero Cinema in Libera Terra, festival di cinema itinerante sui beni confiscati alle mafie e restituiti alla legalità. I film sono condivisi con tutti i partner del progetto e con le cooperative che gestiscono i beni confiscati. «In questo caso il tema è più ampio: non scegliamo solo titoli che hanno a che fare strettamente con la mafia, ma anche con la tematica della legalità, e quindi con i diritti fondamentali, l’immigrazione, la tutela dei diritti delle donne e dei bambini.»
La stessa cosa avviene per il Mboro Film Festival (Senegal), primo progetto stanziale di Cinemovel, durante il quale lo scorso anno è stato affrontato il tema della scolarizzazione delle bambine. Quest’anno il festival sarà dedicato all’immigrazione e, in particolare, ai due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze. Durante la manifestazione viene, inoltre, realizzato un corso di formazione audiovisiva dedicato ai giovani, che sviluppa la tematica prescelta attraverso la realizzazione di un reportage sociale.
 
Oggi Cinemovel lancia a Castelfranco Emilia il nuovo progetto Schermi in Classe, un percorso didattico realizzato nelle scuole medie e dedicato alla legalità, che sviluppa un cross over tra cinema e social network. Per la prima volta studenti e insegnanti sperimentano le nuove tecnologie, affrontando il tema della legalità; non sono lezioni frontali, ma le comunicazioni di magistrati, giudici, giornalisti ed esperti di antimafia avvengono attraverso skype, con la mediazione di un giornalista presente in aula. E’ un percorso completamente nuovo e originale, un prototipo nazionale, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, che, una volta terminato, continuerà ad essere alimentato dal contributo dei ragazzi sulla piattaforma www.cinemovel.tv/percorsidilegalita.
 
In tutti i progetti realizzati in Italia e all’estero il cinema itinerante diviene una piattaforma di comunicazione, che offre gli strumenti per la realizzazione di vere e proprie campagne sociali. In particolare, nei paesi stranieri «Cinemovel non fa campagne di sensibilizzazione perché questo rappresenterebbe una nuova forma di colonialismo culturale. Le campagne sono fatte dalle persone del posto, garantendo in questo modo la continuità nel tempo del progetto e il suo sviluppo. In Marocco erano le donne arabe, alcune velate e altre no, che parlavano alla platea dei nuovi diritti acquisiti grazie alla legge sui diritti di famiglia. In Mozambico era il mediatore culturale mozambicano che trattava, nelle diverse lingue locali, le problematiche relative all’AIDS.»
 
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