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CIAC, si riparte dall’arte contemporanea

  • Pubblicato il: 08/07/2011 - 09:17
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
CIAC

Foligno (PG). Pensando all’Umbria vengono subito in mente le verdi colline, i paesaggi mozzafiato, la sua preziosa tradizione eno-gastronomica e ovviamente le sue meraviglie medievali.
Certamente fonte di attrazione per un turismo internazionale ma che troppo spesso si rivela “mordi e fuggi”.
L’Umbria però è anche altro, o meglio sta diventando anche altro.
Un crescente interesse verso la creatività contemporanea la porta fuori da un immobilismo e da cuore verde d’Italia la elige a cuore pulsante, fermento continuo.
Dal connubio tra le forti ambizioni di crescita e di innovarsi da parte di chi le idee le produce e dall’illuminata volontà di chi in queste idee crede, ha preso vita a Foligno il CIAC - Centro Italiano d’Arte Contemporanea per volontà della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Risale al 2009 l’inaugurazione del CIAC, fortemente voluto dalla Fondazione Carifol di Foligno, che ha posto l’arte e la cultura tra i suoi più significativi settori di intervento e che ha voluto apporre un incisivo segno contemporaneo – a partire dalla sua architettura - nel cuore del centro storico della città: un incontro dialettico tra antico e nuovo nel segno della continuità della storia. Il CIAC sorge infatti sulle rovine di un edificio che fu Centrale del latte e poi Ufficio Postale, e che ora si configura come contenitore di contenuti, come fulcro di energie culturali e creative.
La fondazione con il CIAC e con il sostegno alla sua programmazione, rinnova lo stimolo allo sviluppo di una produzione culturale innovativa in funzione della crescita di chi la fruisce.
Il centro rappresenta il punto d’arrivo – e di ri-partenza - di una attenzione diffusa e crescente della Città verso la ricerca artistica contemporanea iniziata negli anni Sessanta con importanti mostre e cresciuta arricchendosi di nuove potenzialità, che trovano ora finalmente dimora.
Protagonista della scena del CIAC è ora Giuseppe Uncini con una retrospettiva curata da Bruno Corà e Italo Tomassoni, direttore artistico del centro, dal titolo «Giuseppe Uncini: i primi e gli ultimi», in corso fino al 15 settembre.
Dopo le importanti antologiche effettuate allo ZKM di Karlsruhe (2008), al MART di Rovereto (2008-2009) e alla Neue Galerie am Landesmuseum Johanneum di Graz (2009),
l’esposizione di Foligno riporta Uncini nell’amata Umbria, terra scelta dal Maestro per trascorrere gli ultimi anni di vita, e crea una invisibile linea che unisce in modo inedito le opere che ne segnano l’esordio, i primi Cementarmati (1957), con le opere dei cicli Architetture e Artifici, concepite e realizzate dall’artista negli ultimi anni della sua vita.

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