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Che cosa ha imparato la Triennale di Milano dalla XXI Triennale in vista del 2019

  • Pubblicato il: 10/10/2016 - 19:40
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Grazie all’esperienza di Expo e del grande evento internazionale appena concluso, la Triennale di Milano si considera oggi un’istituzione più accogliente, reattiva e coinvolta nella città, attenta alla comunicazione e con partner aziendali sempre più protagonisti

Milano. Della XXI Triennale, si è parlato molto sia prima che durante che subito dopo la chiusura della manifestazione. I numeri sono in effetti imponenti: 5 mesi di evento, 20 sedi, una lunga serie di eventi tra cui 22 mostre che hanno attratto nel complesso 476.068 visitatori per 146.479 biglietti emessi. Il grande sforzo comunicativo e l’inedita campagna pubblicitaria hanno avuto un ottimo riscontro mediatico e di pubblico. Abbiamo, quindi, chiesto a Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano, di raccontarci le riflessioni in corso in vista della XXII Triennale del 2019.
In che cosa è stata utile l’esperienza di Expo2015 e delle due mostre allestite in Triennale (Arts & Foods e Cucine e ultracorpi) in vista della XXI Triennale?
Expo2015 è stata, tra le altre cose, una palestra utilissima che ci ha permesso di affrontare tutto il lavoro legato alla XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano con maggiore consapevolezza e preparazione. In particolare, per quanto riguarda l'accoglienza di un pubblico tanto vasto ed eterogeno.
Al fine di permettere ai visitatori di fruire al meglio l’ampia proposta culturale, abbiamo sviluppato nuovi servizi di guida, ci siamo serviti delle più moderne applicazioni tecnologiche, abbiamo monitorato i gradimenti e le criticità dei visitatori, e siamo stati quindi più reattivi negli interventi migliorativi durante la manifestazione.

Che cos’è oggi la Triennale dopo la XXI Triennale in termini di rapporto con il territorio, le aziende partner e le sue community di riferimento?
Il coinvolgimento di larga parte della comunità culturale e del progetto di Milano attorno alla Triennale è tra i migliori risultati ottenuti dall’Esposizione.
Abbiamo presentato mostre in venti sedi, museali e non, comprese le università, mettendo in primo piano l’area di Milano e le zone limitrofe; tutti i soggetti che producono e comunicano il design hanno lavorato con noi con progetti paralleli, come rassegne cinematografiche, performance, convegni, workshop, concerti e spettacoli.
Le aziende partner della Triennale sono state tutte coinvolte, in varie forme, partecipando con i loro progetti allo sviluppo tematico dell’evento, così da passare da semplici, benché importanti, finanziatori a protagonisti attivi
Lavorare con tutti questi soggetti è stata un’impresa difficile, ma anche esaltante che, a nostro avviso, ha incrementato la reputazione della Triennale come struttura aperta e inclusiva, come deve essere una innovativa istituzione culturale.
E ora che l’esperienza è conclusa, le nostre attività hanno ripreso il loro corso a pieno regime, con l’inaugurazione di nuove mostre e nuove iniziative, anche sull’onda del successo della manifestazione.

Quali sono le mostre che hanno incontrato di più il favore del pubblico?
In qualche modo, tutte le mostre della XXI hanno raccolto consensi: i successi maggiori li abbiamo riscontrati negli allestimenti a ingresso libero, come Architecture as Art, negli spazi del Pirelli HangarBicocca, e City after the City, una collana di sei mostre che ha rimesso in gioco l'ex Area Expo. Mentre fra quelle a ingresso a pagamento, hanno suscitato particolare interesse le mostre in Triennale, come Stanze, realizzata grazie al coinvolgimento del Salone del Mobile, o W. Women in Italian Design, che ha inaugurato la Nona Edizione del Triennale Design Museum riflettendo sulla questione del genere nel design italiano, e Neo Preistoria. 100 verbi. Da sottolineare anche il successo di Sempering al MUDEC e di New Craft alla Fabbrica del Vapore.

Focalizzandosi sulla comunicazione, che feedback avete avuto sulla campagna pubblicitaria? Che ruolo hanno svolto i social media?
La
campagna pubblicitaria è stata molto più ampia rispetto a quanto normalmente riesce a fare la Triennale di Milano, con la creazione di un soggetto fortemente "spiazzante" come quello ideato dall’agenzia creativa KesselsKramer. L’oggetto misterioso, simbolo della XXI, ha suscitato un grande interesse e curiosità (come ci eravamo proposti), diventando virale.
Nell’arco di questi sei mesi, le informazioni relative alla manifestazione sono apparse sulle pagine dei principali quotidiani e settimanali della stampa italiana e all’interno dei siti online, specializzati e non. Il pubblico è stato quindi costantemente informato su tutte le iniziative dell’Esposizione, in un aggiornamento dinamico e in continuità all’evolversi della XXI Triennale. Concerti, summer school, performance e spettacoli teatrali, sono stati comunicati, attraverso newsletter settimanali e social network, alla nostra community, che si è ampliata notevolmente nel corso della manifestazione: dal 6 aprile al 12 settembre, i fan della pagina Facebook sono aumentati del 9%, con 282 post prodotti e oltre 40.000 interazioni, mentre la pagina Instagram della Triennale ha avuto un incremento di follower pari al 77%.
Abbiamo inoltre sviluppato un nuovo sito internet che si è aggiudicato l’Argento ai Lovie Awards, prestigioso premio europeo che celebra annualmente i più innovativi progetti di ambito web.

In previsione della candidatura per la XXII Triennale del 2019 che cosa va valorizzato dell’esperienza della XXI Triennale e che cosa invece c’è da ritarare?
Sicuramente nel 2019 vi sarà meno dispersione di interventi e mostre sul territorio perché una diffusione così ampia ha, nei fatti, impedito a tutti di vedere tutto e di capire il complessivo sforzo che è stato prodotto. Lo sviluppo del tema della XXII Triennale sarà affidato a un curatore unico, coadiuvato da un comitato scientifico, affinché il palinsesto delle mostre abbia maggiore organicità, mentre il legame con il mondo della ricerca, italiana e internazionale, sarà ulteriormente rafforzato, per affermare il valore tematico del progetto culturale.

La Triennale è uno dei quattro interventi accreditati dell’Art Bonus. A che punto è il progetto di manutenzione del Palazzo dell’Arte?
Chi frequenta la Triennale può quotidianamente constatare che è un cantiere sempre aperto, dove gli interventi sul Palazzo si mischiano con quelli per l'allestimento delle mostre.
Grazie a questa manutenzione continua, oggi la Triennale di Milano ha ottenuto tutte le autorizzazioni relative alla sicurezza degli spazi per le attività espositive e istituzionali, per la prima volta nella sua ormai lunga storia.

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