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Cena d’artista per celebrare i 50 anni dalla scomparsa di Piero Manzoni

  • Pubblicato il: 22/02/2013 - 10:31
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Neve Mazzoleni
Piero Manzoni

Milano. «È forse qui riunita una ‘massoneria manzoniana’»: ha scherzato  il Vice-Presidente della Fondazione Manzoni, Giuseppe Manzoni di Chiosca, fratello minore dell’artista Piero nel suo saluto introduttivo.
L’impressione è quella di una platea attenta e nutrita di conoscitori e studiosi, di collezionisti, raccolta per commemorare i cinquanta anni dalla scomparsa di Piero Manzoni, il 6 febbraio 1963.
Moderata dalla curatrice della Fondazione, Rosalia Pasqualino di Marineo, la serata ha visto la partecipazione di Pepi Marchetti Franchi, direttrice della Gagosian Gallery di Roma , che dal 2008 collabora con la Fondazione nella ricerca e valorizzazione dell’artista attraverso mostre internazionali, come la Restrospettiva nel 2009 a New York, curata da Germano Celant, che ha ottenuto il First Art Anual Award, consegnato dal Guggenheim per la miglior mostra personale, poi approdata a Londra nel 2011. Per il 2014 si annuncia una mostra top secret.
Due importanti progetti troveranno vita nei prossimi mesi: la biografia completa di Piero Manzoni di Flaminio Gualdoni, per i tipi di Johan&Levi, e il documentario del regista Andrea Bettinetti, prodotto dalla Good Day Films.
Per Gualdoni si è trattato di allargare la conoscenza dell’artista a un pubblico ampio, che possa capirlo e apprezzarlo aldilà delle sue azioni più celebri e provocatorie, come la «merda d’artista». La ricerca ha ripercorso i pochi anni di carriera fulminante, a contatto con fragili e introvabili documenti d’archivio, per confluire in un volume che avrà distribuzione internazionale e traduzione in inglese.
Per Bettinetti è l’impresa di restituire la figura dell’uomo, i suoi pensieri, le sue intuizioni geniali, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto e lavorato con lui, come gli artisti di Azimuth gallery.
Il 2013 vede anche l’apertura della grande retrospettiva allo Städel Museum di Francoforte, in giugno, curata da Martin Engler. Parallelamente a Milano, una serie di appuntamenti in Palazzo Reale saranno promossi dal Comune, a cura di Paola Nicolin.
La Fondazione Manzoni annuncia anche l’uscita di due nuovi Quaderni manzoniani, approfondimenti, ricerche e pubblicazioni di inediti provenienti dall’Archivio dell’artista.
Molto interessante il diario giovanile che lo storico dell’arte Gaspare Luigi Marcone ha riletto, individuando i primi interessi intellettuali, che il giovane 21enne Manzoni registra nel diario fra il 1953-1954: la lettura di Proust in lingua originale, Kierkergaard, Nietsche, Jaspers, le pagine introspettive e oscure, piene di turbamenti esistenziali e pagine vitali, ricche di progetti e idee; il cinema di Visconti, la musica di Ferdinando Carulli.
Anche Francesca Pola ridisegna il rapporto dell’artista con il Gruppo Zero, ridefinendo il network internazionale che dalla fine degli Anni 50 si è intrecciato in tutta Europa, complice l’indole da globe trotter di Manzoni, in contatto con movimenti come Nulla, Azimut, Zero.
La chiusura della serata è affidata a due testimonianze affettuose. La prima del fotografo e amico Uliano Lucas, che insieme a Bonalumi, ha seguito Manzoni in tante azioni artistiche e discussioni nei giri serali per Brera: «si parlava poco di arte, ma di persone, del mondo. Piero accoglieva tutti e parlava con tutti. L’amicizia era sacra».
E quella della sorella, Presidente della Fondazione, Elena Manzoni di Chiosca , che lo descrive vitale e vivace nei giochi infantili con i fratelli e della sua informalità e accoglienza anche nelle serate di inaugurazione con pane e salame.
La cena di celebrazione intitolata «Bianco mangiare» a cura dello chef Antonietta Pasqualino di Marineo, nella Cucina dei Frigoriferi Milanesi, in collaborazione con Open Care, si è ispirata ai lavori «Achromes» di Manzoni, con un riferimento diretto alle performance, ha presentato pietanze bianche come le tele, caolino, gesso e polistirolo utilizzati dall’artista nei suoi lavori.

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