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Cattive compagnie cercasi per imprese memorabili

  • Pubblicato il: 13/09/2016 - 10:13
Autore/i: 
Rubrica: 
WAITING FOR ARTLAB
Articolo a cura di: 
Simona Martini

Grazie ai bandi promossi dalle fondazioni di origine bancaria e d'impresa è emersa in questi anni una nuova geografia dell'innovazione culturale, che trova per la prima volta un'occasione di confronto in uno degli appuntamenti chiave dell'appuntamento mantovano di ArtLab 16
 

In un contesto di profonde e rapide trasformazioni del mondo culturale sono emerse negli ultimi anni numerose esperienze e progettualità che tentano di esplorare nuovi territori e sperimentare strade alternative per produrre, diffondere e fruire cultura. Questi tentativi si nutrono di modalità inedite di operare, lontane dalle prassi delle istituzioni culturali più consolidate, e più consone alla realtà di oggi. Una trasformazione interna alle organizzazioni necessaria per rispondere a cambiamenti del contesto esterno, una evoluzione che produce in qualche modo delle organizzazioni geneticamente modificate, che sono poi quelle più capaci non solo di sopravvivere ma anche di produrre innovazione e impatti.
E’ stato il settore privato a reagire più rapidamente a questo fermento e, tra gli altri, diverse fondazioni di origine bancaria e di impresa che hanno dato vita a bandi, programmi e premi per sostenere queste sperimentazioni. Pur nella diversità di obiettivi specifici, tali opportunità di supporto focalizzano l’attenzione sullo sviluppo di innovazione, imprenditorialità e nuove forme di relazione con le comunità territoriali. In pochi anni migliaia le proposte progettuali, centinaia le realtà finanziate, sempre più spesso con servizi di accompagnamento e supporto allo sviluppo: una grande occasione di leggere e interpretare una geografia dell’innovazione e di nuova imprenditoria culturale in Italia.
Quelle che emerge è un panorama estremamente variegato, che in parte rispecchia anche la varietà nell’offerta di bandi, ognuno dei quali risponde alle politiche e alle priorità dei soggetti promotori. Alcuni programmi infatti sostengono la fase iniziale di sviluppo dell’idea progettuale, aprendo così la porta anche a singoli individui o team informali, mentre altri concentrano le risorse su organizzazioni già esistenti andando a supportare processi di empowerment organizzativo, sviluppo di nuove aree di attività o ricerca di nuovi pubblici e mercati. Altre distinzioni riguardano la sfera d’azione dei progetti finanziati che rispondono effettivamente a finalità eterogenee: dall’attivazione di processi di rigenerazione territoriale a base culturale allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e scalabili, da progetti a forte dimensione sociale in cui centrale è il ruolo di engagement delle comunità al lancio di prodotti e format in cui a farla da padrone è invece l’innovazione tecnologica.
Nonostante la diversità di soluzioni proposte e di strade percorse, queste esperienze evidenziano alcuni elementi di convergenza. Dal punto di vista dei soggetti finanziatori emerge chiaramente un tentativo di superare il classico modello di grantmaking, affiancando ai contributi economici di varia entità percorsi di formazione, accompagnamento, mentoring e talvolta incubazione. I progetti e le esperienze selezionate, parallelamente, evidenziano l’urgenza di un approccio multisettoriale, trasversale alle tradizionali filiere produttive, con la conseguente necessità da parte dei progettisti e degli imprenditori culturali di sviluppare competenze eterogenee, bilanciando competenze afferenti a diversi ambiti disciplinari, sapersi muovere in contesti complessi e dialogare con attori e stakeholder che spesso hanno percorsi e obiettivi estremamente diversificati.
Un tema caldo riguarda la distinzione tra profit e non profit, laddove le definizioni di “fare impresa” spesso divergono a seconda degli ambienti di provenienza. Se fare impresa è possibile anche nel mondo del non profit, gli strumenti e i vincoli a cui questo mondo è soggetto impongono limitazioni severe nella possibilità di sviluppare nuovi mercati e nella capacità di dialogare con il mondo delle aziende e, ad esempio, il sistema del credito. Sebbene l’insistenza sullo sviluppo di un profilo imprenditoriale sia diretta conseguenza del legittimo tentativo di smarcarsi da un modello fortemente basato su fondi pubblici, non sempre però il mercato sembra in grado di rappresentare la panacea per tutti i mali. Molto dipende dalla tipologia di attività e servizi che si propongono piuttosto che dalla filiera di riferimento, ma spesso la ricerca di sostenibilità passa la costruzione di un funding mix composito.
Sono evidenti le sfide che molte di queste organizzazioni e imprese culturali stanno affrontando. All’interno dei percorsi di accompagnamento proposti dai singoli programmi di sostegno hanno avuto la possibilità di confrontarsi nella ricerca di soluzioni e vie possibili, ma sempre all’interno di gruppi ristretti ai vincitori di singoli bandi o edizioni. Non sono state molte, al contrario, le occasioni per superare queste suddivisioni e incontrarsi per un confronto più ampio e trasversale.
Queste le ragioni che hanno spinto Fondazione Fitzcarraldo a promuovere un incontro dal titolo emblematico, “Cattive compagnie cercasi per imprese memorabili”, dedicato a questi imprenditori e progettisti visionari, il 29 settembre a Mantova nell’ambito di ArtLab 16. La sessione di lavori, pur seguendo un metodo di lavoro ampiamente sperimentato in altri settori e con l’aiuto di un facilitatore esperto, non prevede un programma predefinito con temi decisi dall’alto; per dare a ogni partecipante la possibilità di dettare l’agenda, definire le priorità rispetto ai propri bisogni e approfondire i temi che davvero ritiene utili. Un appuntamento per sentirsi un po’ meno soli nelle proprie ambizioni, sviluppare ragionamenti fuori dagli schemi usuali, trovare nuovi compagni di viaggi, magari “poco raccomandabili” ma sicuramente stimolanti per lo sviluppo della propria impresa.

L’incontro è promosso da Fondazione Fitzcarraldo in collaborazione con ACRI, Associazione cheFare, Compagnia di San Paolo, Creative Business Cup Italia, Fondazione Cariparo, Fondazione Cariplo, Fondazione con il Sud, Fondazione Unipolis. In particolare sono stati coinvolti i vincitori e finalisti dei seguenti bandi e premi: Funder 35, CheFare, Open, Ora!, Creative Business Cup Italia, Culturalmente Impresa, iC – innovazione Culturale, Bando storico-artistico e culturale.

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