Cambio di rotta per Fondazione Brescia Musei
Fino a settembre sarà impegnato anche a Siena, per portare a termine in maniera ottimale il suo percorso alla direzione di Fondazione Musei Senesi, ma in parallelo garantirà la sua presenza a Brescia, fresco di nuova nomina come direttore di Fondazione Brescia Musei, che nasce come società per azioni nel 2003 per volontà di Comune di Brescia, Fondazione CAB, Fondazione ASM e di Camera di Commercio, mentre nel 2007 si registra il passaggio fondamentale a fondazione di partecipazione.
Stiamo parlando di Luigi Maria Di Corato, 43 anni, selezionato in virtù del suo curriculum e background, dopo aver vinto un bando che prevedeva una prima fase di vaglio (41 i curricula presentati, tutti di alto profilo)ed una successiva, effettuata dalla commissione nominata dal Consiglio Direttivo della Fondazione.
Il neo – direttore è già stato presentato ufficialmente in una emozionante cerimonia tenutasi il 1 luglio scorso, alla presenza del sindaco Emilio Del Bono, del vicesindaco ed assessore alla cultura Laura Castelletti e del presidente di Brescia Musei, Massimo Minini.
Abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo mentre era (neanche a dirlo..!), in viaggio da Brescia a Siena:
Dr. di Corato, come descrivere la sua professionalità?
Vorrei poter essere letto per quello che concretamente faccio, ovvero il museologo e il manager. Quest’ultima, in verità, è una figura forse abusata anche se, in concreto, non siamo in molti nell’ambito della cultura e dei musei. Sottintende una professionalità particolare che integra le competenze museologiche, con una preparazione strutturata in ambito economico – gestionale». Continua il nuovo direttore «Ho una laurea in storia dell’arte, ma anche un MBA, che mi consentono una visione di dettaglio sia nel settore culturale e museale, che in quello più prettamente aziendale. Personalmente non concepisco il ruolo del management inteso come ‘capitano d’impresa’, preferisco l’immagine del direttore del coro, del facilitatore, capace di coordinare programmi e progetti che richiedono, oggi più che mai, parole chiave come sostenibilità e partecipazione su tutte. Non mi interessa il ‘verticismo’ o l’autorialità, ma rivolgere la mia attenzione ai processi strutturati e alla programmazione strategica, a partire dalle specifiche peculiarità museali, per dare una mano concreta allo sviluppo del territorio.
Quale realtà è, oggi, la Fondazione Brescia Musei?
Negli ultimissimi mesi la Fondazione ha avuto una radicale revisione, a partire dal suo statuto, anche tramite l’introduzione della figura del ‘direttore’. Prima esisteva la figura del segretario, coadiuvato da soggetti con responsabilità scientifica. Ora le competenze previste sono quelle del direttore amministrativo sommate alle responsabilità del direttore di museo: la sintesi è sicuramente innovativa. Di conseguenza i compiti divengono sfidanti, anche in considerazione della consistenza del patrimonio: dal complesso di Santa Giulia, al Nuovo Eden (struttura che produce cultura nell’ambito dell’audio – visivo), l’area archeologica del Capitolium, sino al Castello ed i suoi musei». Non tralasciando la Pinacoteca Tosio Martinengo che, specifica il neo – direttore Di Corato «costituisce per me una priorità assoluta, la prima sfida, con la sua riapertura alla collettività» (la storica sede della Pinacoteca Civica è chiusa da anni per lavori di adeguamento strutturale, di restauro e di riallestimento,interrotti da parecchio tempo per mancanza di fondi, e versa in una situazione di generale degrado, ndr).
Quale il bilancio dell’esperienza Fondazione Musei Senesi?
Positivo! Lascio un’organizzazione moderna ed efficiente, che ha saputo fronteggiare e vincere il momento di crisi della città. Ho consapevolezza di aver contribuito alla reinterpretazione di Musei Senesi, per una direzione futura. Ormai sono una realtà importante, un punto di riferimento non solo italiano, soprattutto nel sistema di gestione territoriale di area vasta (unico esempio di rilievo), capace di proporre servizi innovativi e di alta qualità.
Quale sinergia è attuabile con il presidente della Fondazione Brescia Musei, il gallerista Massimo Minini?
Il rapporto non può essere che proficuo. Minini rappresenta la locomotiva di Brescia Musei, non solo in termini di indirizzo generale e di creatività, ma anche nell’ internazionalizzazione e modernizzazione di un tessuto connettivo che vuole e può diventare davvero internazionale anche grazie alle opportunità di Expo.
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