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Cambiare il mondo. Un'artista che ritocca le catastrofi

  • Pubblicato il: 31/08/2012 - 10:58
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Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Becci Manson

New York. Becci Manson, lavora come ritoccatore di immagini anche per Annie Leibovitz. Come ci fa conoscere Le Monde Week end, che ha intercettato e ci racconta la sua storia, è un artista al servizio dell'immagine. Trentasei anni, inglese, immigrata a NY, viso acqua e sapone e capelli tagliati alla «maschiaccio», è profonda e dolce.  Nell'ombra della camera oscura rende pelli lisce più lisce e donne magre più magre, ma da quando ha incontrato All Hands, una ONG che accoglie volontari non specializzati per progetti nei luoghi di emergenza,  cerca la sua realizzazione in campo umanitario. E' stata ad Haiti dopo il sisma del 2010, ha abbattuto muri, sollevato pietre, in un'azione di ricostruzione a suo avviso «terapeutica, per la sua realtà, immediatezza e spirito di servizio» . Ora «ritocca», un po', le catastrofi. Ma è in Giappone, dove l'acqua è salita di 24 metri e ha distrutto la terra per quattro chilometri, dove le persone sono state inghiottite o da dove sono fuggite,  che buttando le mani della distruzione, ha recuperato, come tesori, in scatole e scatole, le fotografie rovinate delle loro vite rovinate: immagini di matrimoni, di baci, di viaggi.
In pochi giorni ha creato via facebook  e linkedin un enorme lavoro a catena: «le foto dovevano essere ripulite. Erano imbevute d'acqua salata, coperte di batteri e petrolio». In cinque giorni 80 «ritoccatori» professionisti, come volontari, hanno risposto all'appello. Ora sono 500 in più di 25 paesi per far resusciitare le fotografie e con loro le memorie. «E' la traccia di qualcuno, di un momento. Di qualche cosa che è esistito. Sono i guardiani della nostra memoria. Della nostra storia. Questo progetto ha restaurato momenti di umanità e ha dato al possibilità a qualcuno di riconnettersi con la propria storia e, fors, di togliere qualche cicatrice del giorno del disastro».
A giugno 135.000 fotografie sono ritornate in Giappone grazie a un'armata di 1100 volontari e 1000 dollari per contenitori e scanner.
Becci si è mantenuta con i suoi risparmi, ma i suoi clienti non l'hanno attesa a Ny. E ora deve ricominciare, ma nella consapevolezza di aver dato al ritoccatore, che per professione tradisce la realtà, la possibilità di mettere un volto su una tragedia.

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