Attraversare luoghi e incrociare pensieri
A Torino, esercizi sociali di bellezza e condivisione: fra pubblico e privato, fra utopia e realtà. Il patrimonio di progettualità, pratiche ed opere di arte irregolare del territorio viene condiviso con la comunità e diventa oggetto di studio attraverso la collaborazione tra l’Assessorato alle Politiche Sociali della Città e l’Opera Barolo
Torino. In un paese orfano di strutture museali pubbliche dedicate alle arti irregolari o alle ricerche nell’ambito della scultura sociale, qui in città, nasce Singolare e Plurale: un fitto programma di mostre, performance su strada, laboratori e convegni, evoluzione della collaborazione ventennale fra l’Opera Barolo – Fondazione erede dal 1864 del patrimonio valoriale dei visionari Marchesi di Barolo – e la Direzione Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie della Città di Torino, Servizio Disabili.
Singolare e Plurale è una rassegna sbocciata nel 2015 per rinvigorire il patrimonio di esperienza della pluralità di enti, pubblici e privati, che da tempo sono dediti ad attività di contrasto alla marginalizzazione anche attraverso arte e cultura.
I due Enti, che hanno come obiettivo comune la valorizzazione del capitale umano cittadino, soprattutto nelle sue componenti più deboli ed emarginate, riconfermano una collaborazione già attiva da anni e volta a trovare un campo di progettualità culturali condivise che abbiano al centro l’arte come motore di cambiamento, crescita personale, salute pubblica e welfare sociale.
Dalla collaborazione è nato il programma - comprensivo del progetto InGenio va a Palazzo- distribuito in tre luoghi chiave che uniscono punti della città rilevanti, sia per interesse turistico sia per le arti cosiddette irregolari e partecipate: lo storico Palazzo Barolo – sede dell’Opera – che vi dedica il Legnanino, un appartamento dell’edificio barocco; InGenio Arte Contemporanea e InGenio bottega d’arti e antichi mestieri, luoghi di condivisione e confronto – in pieno centro cittadino – gestiti dall’Ente pubblico. Le performance su strada tracciano giocosi collegamenti con il territorio e rendono ulteriormente partecipe la cittadinanza.
L’attenzione ai contenuti culturali, etici ed estetici delle varie proposte è rigorosa in quanto si espongono ricerche artistiche – personali/singolari o collettive/plurali – che si svolgono prevalentemente negli ambiti della fragilità psichica o sociale: persone e situazioni che per non essere banalizzate o distorte esigono uno sguardo competente e rispettoso delle sensibilità coinvolte, compreso il pubblico.
Singolare e Plurale intende essere un’occasione per non perdere il filo di quello che avviene qui e nel mondo, mantenendo attiva e connessa l’ampia rete – costruita fra comune, scuola, fondazioni, dipartimenti educazione dei musei, associazioni e cooperative sociali – che in tutti questi anni ha saputo rendere Torino una città unica nel panorama italiano e forse internazionale. L’obiettivo è rendere visibili esistenze che vogliono essere guardate, al di là di bisogni e difficoltà, attraverso la possibilità di sognare e di immaginare – che ognuno ha – preferendo essere pensate in relazione al personale desiderio di fare, ed essere apprezzate per la capacità di dare forma a idee, emozioni, aspirazioni e progetti.
Plurale
Il programma espositivo riguarda da una parte opere plurali, frutto della collaborazione attiva tra soggetti e competenze differenti: realizzazioni a più mani nate dalla curiosità reciproca e dal desiderio di segnalare pensieri e presenze. Presenze diverse che si incontrano ed esprimono attraverso il dialogo artistico, il confronto culturale e il fare insieme. Coppie e gruppi di lavoro, classi o vere e proprie formazioni interdisciplinari, autori di ogni cittadinanza e qualità possibile, di tutte le età, persone che rispecchiano la varietà, l’incontro, la composizione e la combinazione delle differenze e delle competenze che confluisce in questo sogno ad occhi aperti che è nato dalle pratiche proposte dalla storica manifestazione internazionale Arte Plurale (www.comune.torino.it/pass/arteplurale), metodo di lavoro attivo dal 1993, che ha avuto un suo sviluppo di alto profilo con il progetto L’arte di fare a differenza, (www.artedifferenza.it) ideato dall’antropologa culturale Annamaria Pecci, curato da Arteco e promosso dal Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino[1].
Si è appena conclusa la mostra Abusi. Testimonianze da una comunità Terapeutica, a cura di Massimo Greco e Carola Lorio, organizzata da Fermata d’Autobus Associazione Onlus.
Le immagini esposte nelle sale del Legnanino e le ceramiche a InGenio Arte Contemporanea ci mostrano il risultato – in chiave estetica – dei vissuti dolorosi delle autrici della Comunità Fragole Celesti. Vissuti portati in superficie dalla pratica artistica ed espressiva, liberata e organizzata nel contesto comunitario e affidati al nostro sguardo. Il salone d’onore ha ospitato il convegno internazionale “Corpi infranti e Figure sublimi. Arte contemporanea in un luogo di cura: riferimenti ed esperienze” che ha trattato di corpo e anima: sia della fragilità di persone abusate, ma anche della grandezza culturale di donne dalle vite difficili e intense come le artiste Unica Zurn, Luise Nevelson e Bona Tibertelli Pieyre De Mandiargues. Mostrandone i meccanismi artistici, le strategie di sopravvivenza o i crolli definitivi, in particolare grazie ai preziosi contributi di esperte – professioniste che lavorano sul campo da decenni – quali Raffella Bortino (psicologa, arteterapeuta, psicoterapeuta, fondatrice di Fermata d'Autobus); Anne Marie Dubois (medico psichiatra, Docente Université Paris Descartes, Responsabile Scientifico della Collezione Sainte-Anne), Laurie Wilson (psicoanalista, storica dell'arte, arteterapeuta, docente New York University) e la più giovane Sibylle Pieyre De Mandiargues (cineasta, storica dell'arte).
Una preziosa occasione per riflettere e pensare su quanto sia difficile mostrare la ferita e – nello stesso tempo – restituire le potenzialità allo sguardo per scoprire che la bellezza può essere insita in ogni dove ed espressa da ogni perché.
In corso è la mostra dal 31 marzo al 26 Aprile I fantasmi dello spettro a cura di Sara Boggio di ANGSA Piemonte, sez. Torino (Associazione Nazionale Genitori di Soggetti Autistici).
L’inaugurazione è stata movimentata dalla Performance su strada con gli Optimism filters di Corrie Baldauf (Detroit, Usa) e dalla Pittura murale nel cortile di InGenio a cura di Pietro Campagnoli, l’opera permanente è visibile su richiesta. Accompagnamento musicale del marching duo Emanuele Aldini (percussioni) e Luca Zennaro (sax baritono).
La mostra, dedicata alla persone con autismo e al tema della loro invisibilità sociale, ne attesta la presenza attraverso i ritratti e le architetture "subacquee" di Andrea Castelluzzo, i luoghi e i volti di Lorenzo Filardi, i garbugli di uomini e cose di Antonino Mancuso, i mille piccoli oggetti di Mauro Marchese, autori dagli atelier delle cooperative sociali e della Città.
Nell’atrio, a premessa del percorso espositivo, una selezione di illustrazioni a cura di Circolarte sul tema dell’invisibilità dell’autismo, realizzate dai corsi di Illustrazione e Animazione IED Torino.
Prosegue la programmazione – dal 3 al 15 maggio – una retrospettiva dedicata a Luigi Nervo dal titolo L’ultimo della fila: uno sguardo alla storia torinese e al lavoro svolto dall’artista e didatta, che ha operato dagli anni ’70 al 2006 coinvolgendo attivamente il territorio, la scuola e i servizi della Città di Torino. In mostra disegni, appunti, video, automi e scenografie. Una collaborazione fra Gli Amici dell’Albero in Gioco, del centro diurno di Via Pianezza, Circoscrizione 5 e l’Associazione Culturale Luigi Nervo.
Singolare
Parallelamente al percorso espositivo dedicato all’arte collettiva/plurale, i vari spazi ospitano anche delle mostre dedicate al lavoro e alla ricerca di artisti singolari, alle esperienze di studio, alle indagini su luoghi e alle pratiche insolite che abitano nel più grande ambito dell’arte irregolare: uno splendido territorio di frontiera, animato da un intenso andirivieni – tra il mondo insider e outsider – di personaggi e autori e dove gli stessi protagonisti possono compiere, volontariamente o no, transiti di senso, di scelta e di collocazione tra un campo e l’altro.
Qui, in particolare, la proposta avviene in stretta cooperazione con il progetto di valorizzazione dei patrimoni piemontesi in ombra Mai Visti e Altre Storie (www.maivisti.it) a cura di Annalisa Pellino e Beatrice Zanelli di Arteco in collaborazione con Gianluigi Mangiapane dell’Associazione Culturale Passages che lavora anche presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino[2].
Il 19 maggio sarà inaugurata la personale di Rosaria Carpino, fra gli artisti promossi dal progetto Mai Visti, le cui opere sono visibili sull’omonimo archivio on line, in passato già esposte a The Others (2014) e soprattutto diventate fonte d’ispirazione per un progetto di stampa serigrafica in tiratura limitata, con il quale l’Opera Barolo inaugura la sua collezione di arte irregolare che verrà esposta nel nuovo housing sociale Giulia in via Cigna a Torino. Il progetto si chiama My Print e costituisce un modo alternativo di valorizzazione delle opere che riescono a dialogare con spazi ora più istituzionali, ora più ordinari, ma in ogni caso entrando nell’immaginario visivo delle persone che hanno la fortuna di incontrarle[3].
Dal 17 giugno al 10 luglio la retrospettiva dedicata all’artista giapponese Hiroaki Asahara: Le forme del silenzio a cura di Roberto Mastroianni.
In mostra pitture storiche e opere recenti in carta a mano. Asahara, mancato lo scorso anno – accanto all’attività artistica personale – ha collaborato con la Città di Torino a diversi progetti con Mus-e, Arte Plurale, InGenio bottega d’arti e antichi mestieri, il Laboratorio La Galleria e altre realtà istituzionali e private formando insegnanti, operatori, studenti e persone con disabilità alle tecniche della fabbricazione artigianale della carta a mano. La mostra sarà arricchita da laboratori condotti da Maya Asahara e da performance o letture pensate in sua memoria dagli amici artisti e dagli allievi. Una collaborazione con la galleria Caracol, Ki-Gallery e l’associazione culturale Yoshin Ryu.
Chiude la stagione la mostra Voci a cura di Ennio Bertrand. Dal 15 al 24 luglio il pubblico potrà interagire con l’installazione dotata di un automatismo digitale, vera e propria opera a carattere relazionale, che percepisce la prossimità dei visitatori che si avvicinano o allontanano dagli oggetti simbolici esposti. Un’opera realizzata da studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, allievi dell’artista Ennio Bertrand, docente di Sistemi Interattivi. I testi sono raccolti dagli studenti stessi selezionando autori che fanno riferimento ai servizi pubblici o privati delle associazioni e delle cooperative sociali dei progetti InGenio e Motore di Ricerca.
La prossima programmazione che si svolgerà fra autunno 2016 e primavera 2017 – in linea di continuità con quella attuale – presenterà, sia esperienze corali sia individuali sempre per metter in luce - di volta in volta - i diversi percorsi che si svolgono nelle realtà afferenti al progetto o apparentate, in Italia e all’estero. Questo per incrementare la circolazione di idee e persone offrendo opportunità di cittadinanza attiva a tutti. Un bel modo, ci sembra, per indicare quanto l’arte e la cultura siano capitali da scoprire – là dove sono nascosti – e da spendere insieme come contributo per l’evoluzione di una città, di un paese.
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Tea Taramino è Curatore di Singolare e Plurale
[1] Per approfondimenti si veda Stefania Crobe, L’arte di fare la differenza, in Il Giornale delle Fondazioni, 8/12/2012: http://goo.gl/Ezhlgb
[2] Si veda anche Giangavino Pazzola, Mai Visti e Altre Storie: Per «un’archeologia del sapere» dell'arte irregolare piemontese, in Il Giornale delle Fondazioni, 10/04/2015: http://goo.gl/42RNJr
[3] Per ulteriori informazioni sui prossimi eventi si veda http://www.associazionearteco.it/